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Enrico Toti, Casapound lo ricorda nel centenario della sua scomparsa


(G.p)Le sezioni umbre di Casa Pound Italia ricordando la figura di Enrico Toti eroe della prima guerra mondiale, caduto per mano austriaca a Monfalcone il 6 agosto del 2016, nel centenario della morte affiggendo nelle città di Perugia, Todi Terni e Foligno striscioni riportanti la seguente frase Io non muoio, come ci racconta il sito di informazione Umbriajournal con un interessante articolo che proponiamo per intero.




Enrico Toti, Casapound lo ricorda nel centenario della morte “Io non muoio!”. Con questa celebre frase di Enrico Toti, CasaPound Umbria ha ricordato il patriota ed eroe di guerra affiggendo nella notte striscioni nelle città di Perugia, Todi, Terni e Foligno in occasione dei 100 anni dalla sua morte. Esempio di indomito eroismo, Enrico Toti, romano di San Giovanni, malgrado l’amputazione di una gamba avvenuta per cause di lavoro, scelse di combattere per la propria patria nelle trincee della prima guerra mondiale e cadde per mano austro-ungarica il 6 agosto del 1916 a Monfalcone, lanciando come ultimo gesto la propria gruccia al nemico al grido “Io non muoio”.
“Quello di Enrico Toti – spiega CPI – rappresenta uno dei più alti e simbolici gesti di amore per la propria Patria, e a 100 anni dalla sua morte è a nostro parere il miglior modo per ricordare che alcuni italiani non si arrendono”

Enrico Toti nacque e crebbe a San Giovanni, un quartiere popolare di Roma da Nicola Toti, ferroviere di Cassino, e da Semira Calabresi, di Palestrina. Nel 1897 all’età di quindici anni si imbarcò come mozzo sulla nave scuola Ettore Fieramosca, passando poi sulla corazzata Emanuele Filiberto e infine sull’incrociatore Coatit. Nel 1904 fu coinvolto in scontri sul Mar Rosso contro i pirati che infestavano il mare antistante la colonia italiana dell’Eritrea. Congedatosi, nel 1905, Toti fu assunto nelle Ferrovie dello Stato come fuochista.


Il 27 marzo 1908, mentre lavorava alla lubrificazione di una locomotiva, che si era fermata nella stazione di Colleferro per effettuare l’aggancio a un’altra locomotiva e per fare rifornimento d’acqua, a causa dello spostamento delle due macchine Toti scivolò rimanendo con la gamba sinistra incastrata e stritolata dagli ingranaggi. Subito portato in ospedale, l’arto gli fu amputato al livello del bacino. Perso il lavoro, Toti si dedicò a innumerevoli attività tra cui la realizzazione di alcune piccole invenzioni oggi custodite a Roma, nel Museo storico dei bersaglieri.

Nel 1911, pedalando in bicicletta con una gamba sola, raggiunse dapprima Parigi, quindi attraversò il Belgio, i Paesi Bassi e la Danimarca, fino a raggiungere la Finlandia e la Lapponia. Da lì attraversò la Russia e laPolonia, rientrando in Italia nel giugno 1912. Nel gennaio 1913 partì nuovamente in bicicletta, stavolta diretto verso il sud: da Alessandria d’Egitto raggiunse il confine con il Sudan dove le autorità inglesi, giudicando troppo pericoloso il percorso, gli imposero di concludere il viaggio e lo rimandarono al Cairo da dove fece ritorno in Italia.

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