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Reggio: Rivolta 1970, CasaPound “non sia commemorazione semplice ma motivo di risveglio”


Ieri 14 luglio ricorreva il 46°anniversario della rivolta di Reggio Calabria, che durò dal 14 luglio al febbraio del 1971. Un'autentica rivolta di popolo, per rivendicare il diritto ad un futuro migliore per una intera comunità, sedata solo dopo mesi, grazie all'arrivo dei carri armati in città.
I militanti calabresi di Casa Pound, in ricordo dei caduti della rivolta di Reggio hanno posizionato cuscini di fiori  sia davanti al Monumento ai Moti di Reggio sia di fronte alla Stele dedicata al senatore Ciccio Franco, leader della rivolta dei boia chi molla.
Non una semplice e nostalgica commemorazione del passato, ma un'occasione di risveglio delle nuove generazioni reggine a prendere come esempio la gioventù reggina come traspare dal comunicato stampa diffuso per l'occasione.



Nella giornata di ieri, in cui ricorre il 46° anniversario dei Moti di Reggio Calabria, i militanti di CasaPound Calabria hanno deciso di commemorare imprimendo su un cuscino di fiori il dolore e il ricordo, la storia, passata e presente, di una terra occupata, violentata e tradita.

“Non si può solo celebrare, – dichiarano – ricordare e tornare a casa continuando a sopprimere il cambiamento che deve avvenire al più presto, lontano dalle solite facce politiche, e dal marcio presente tutt’ora come allora all’interno dei palazzi. Le nuove generazioni devono prendere esempio dalla gioventù reggina dei moti degli anni ’70. Cos’è cambiato da ieri? Perché nessuno più ha il coraggio di alzare la testa, sudare per chiedere ascolto, diritti? Credete forse il 2016 possa essere considerato un momento storico, economico e sociale migliore rispetto agli anni ’70? Forse l’illusione del progresso tecnologico ci ha bendato gli occhi”.

“Ora come allora – proseguono – le problematiche di un Sud Italia dimenticato da tutti persistono. Il nostro intento è che questa terra si rialzi e che nessuno, sia i giovani che i meno giovani, perdano la voglia di lottare per il bene della propria patria. Eventi come quello dei Moti di Reggio dovrebbero risvegliare l’amore per la nostra terra che è in tutti noi, la nostra rabbia ma, soprattutto, la voglia di riscatto. È facile dire che questa città non ci rappresenta e non ci merita, più difficile è meritarsela anche a costo della vita, come fece Bruno Labate ferroviere trovato agonizzante nei pressi del Corso Garibaldi dopo una carica della polizia. La memoria storica non è mai fine a se stessa. In Italia – incalzano – tutto tace. Famiglie italiane con reddito zero, padri separati che vivono nelle macchine, ragazze madri senza sussidi, anziani fotografati a rovistare tra la spazzatura lasciata a terra dai venditori delle bancarelle dei mercatini alla chiusura degli stessi. CasaPound è pronta a seguire l’esempio di chi quel lontano 14 luglio 1940 diede la vita per difendere i propri diritti. Per dar loro gloria e seguire il loro esempio lotteremo senza sosta per far sì che questa città risorga”.

“Attualmente CasaPound rappresenta l’unico movimento a difesa della patria e della propria gente. Proprio per questo motivo – concludono – riteniamo fuori luogo partecipare alle passerelle assieme chi, dopo aver depositato i fiori e presentato un libro, continuerà a rimanere spettatore passivo dei soprusi subiti dalla nostra terra e dai nostri cittadini”.

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