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Parte civile contro l'ultra, ma la Kyenge è parente di Emmanuel?


(G.p)L'ex ministro dell'integrazione ai tempi del governo Letta, ora deputata europea del Partito Democratico Cecilè Kyenge ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo contro Amedeo Mancini che ha picchiato e sfortunatamente ucciso il nigeriano Emmanuel. 
L'annunciata costituzione di parte civile dell'ex ministro dell'integrazione non poteva non scatenare polemiche politiche. Il Quotidiano Libero, per esempio, oggi ospita, su questo scottante argomento, una lettera di Elisabetta Gardini, capo delegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo. Lettera che pubblichiamo per intero, dopo aver segnalato un appassionato intervento di Annalisa Terranova che pur rivendicando la sua formazione nei ranghi del Msi prende una posizione fortemente polemica con i "difensori" di Mancini:
«Io vengo dal Msi, che aveva moltissimi limiti, ma dove nessuno mi insegnava che dire scimmia a una donna africana era un innocente passatempo; nessuno mi avrebbe obbligato a difendere un Giovanardi, lo stesso che attribuì la morte di Cucchi alla sua fragile costituzione fisica; nessuno mi avrebbe chiesto di difendere il diritto d’opinione di un parlamentare che dà dell’orango a una ministra italiana di origini congolesi». (Annalisa Terranova).



di Elisabetta Gardini

stimato Direttore, cosa abbiamo fatto di male? Già in questi giorni il caldo è insopportabile. In più Cecilè Kyenge (toh chi si rivede ) ha annunciato urbi et orbi che si costituirà parte civile nel processo contro l'ultra che a Fermo ha picchiato e ucciso lo sfortunato nigeriano. La vittima è africana, e dunque lei- provo ad ipotizzare il ragionamento dell'ex ministro dell'integrazione-in quanto africana si sente in qualche modo a sua volta coinvolta nell'omicidio. Seguendo la stessa logica illogica dell'eurodeputata del Pd ogni giorno 55 milioni di italiani dovrebbero costituirsi parte civile nei confronti degli extracomunitari presenti in Italia, dal momento che quest'ultima categoria rappresenta-come ieri ha ricordato nel suo editoriale- oltre un terzo della popolazione carceraria. 
E invece gli italiani, con sale in zucca e con poco tempo da spendere, chiedono soltanto( spesso però vanamente) che gli assassini, i ladri e i manigoldi stranieri- tanto come quelli italiani, vengano assicurati alla giustizia.
Nessun italiano, magari residente a Modena, si sognerebbe di costituirsi parte civile perché a Firenze, a Torino o a Bari uno straniero ha picchiato o ucciso un nostro connazionale.
Non mi risulta che l'abbiano fatto dopo che il ghanese Kabobo non trovò meglio da fare che prendere a picconate i passanti e non lo faranno nemmeno al prossimo sconsiderato gesto di un africano, di un cinese, di un brasiliano o di un neozelandese.
Semmai c'è da chiedersi se gli italiani non stiano pensando di costituirsi parte civile nei confronti di quei politici che in piena calura estiva( ma non che col gelo di dicembre le cose poi cambiano) oltre a iniziative fantasiose come quella dell'ex ministro, chiedono che gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste abbiano diritto entro sei mesi ad un lavoro. In barba ai nostri milioni di disoccupati.
Ci stessero pensando, gli italiani, il politico in questione si chiama Brando Benifei, ha trent'anni ed è parlamentare europeo del Partito Democratico.

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