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Storace: "Basta prese in giro Vogliono far vincere Renzi"

(G.p)Francesco Storace, segretario nazionale de la Destra, aprirà questa mattina la propria campagna elettorale per il Campidoglio al Teatro Quirino. Il collega Antonio Angeli, dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano, a poche ore dalle manifestazione elettorale intervista Francesco Storace, facendo un punto della situazione su cosa accade nel centro destra romano e su i punti salienti del suo programma amministrativo per la città eterna.
«Non serve un grillino, c’è già stato e si chiamava Ignazio Marino»: con un pizzico dell’immancabile ironia Francesco Storace apre oggi la campagna elettorale per il Campidoglio al Teatro Quirino, via delle Vergini, 7, dalle ore 10.
Francesco Storace, cosa sta accadendo al centrodestra romano?
«Ormai non so più se chiamarlo centrodestra o controdestra, perché, mi sembra impossibile, ma si è discusso di candidati di sinistra e mai dell’unico che ha veramente militato nel centrodestra, venendo da destra: io. Sono state evitate a tutti i costi le primarie, addirittura si è tentato di farle senza Marchini, un errore, perché poi sarebbe stato un ostacolo nel ballottaggio, perché tutti hanno il terrore che io possa battere Bertolaso. Per questo si è giunti a questa specie di referendum tra monarchie e repubblica senza che ci siano né l’una e né l’altra. Io queste le chiamo le "cazzarie"».

Allora hanno ragione quelli di sinistra quando dicono che le uniche primarie serie sono le loro.
«Purtroppo hanno detto la verità. Quando, il 31 gennaio, nella manifestazione finora più partecipata, proposi al nostro popolo: facciamo le nostre primarie lo stesso giorno del Pd, trasformando il 6 marzo in una grande giornata per la democrazia romana, mai avrei immaginato che sarei rimasto solo a manifestare contro la sinistra. Ma io non lascio certo il campo libero al Pd e apro la nostra campagna elettorale. Però avrei voluto le primarie, ma una coalizione cocciuta ha pervicacemente rifiutato di dare al nostro popolo la possibilità di scegliere. Questa è voglia di favorire Renzi».

Quali saranno i suoi temi?
«Due gli obiettivi, il primo politico: è stata dimostrata l’assenza della destra all’interno del centrodestra. E invece c’è un gran bisogno di un nuovo protagonismo della destra qui, a Roma, città che ha dato tanti consensi alla nostra coalizione. Anticipo per i lettori de Il Tempo che ad aprile, ad Assisi, la città di Francesco, rilanceremo con una due giorni un progetto di destra, ripartendo proprio da Roma, tra politica e preghiera».

Il secondo obiettivo?
«Non serve un nuovo Colosseo, ma dobbiamo rimuovere i cento ostacoli che affliggono ogni giorno la vita dei romani. A partire dalla sicurezza. E a me fa rabbia sentire Bertolaso che parla di "tolleranza zero", lui, alla sbarra per corruzione. Abbia la decenza di stere zitto su questi temi».


Nessuno dei candidati del centrodestra la convince?
«Non convincono nemmeno i loro sponsor. Marchini è stato giubilato all’interno del centrodestra, Bertolaso viene spernacchiato dalla Lega. Non mi sembrano giudizi esaltanti».


Giorgia Meloni?
«Spero che torni a ragionare, sono consapevole di esserle antipatico, altrimenti non si spiegherebbe il suo accanimento contro di me, ha fatto cento capriole scomodando perfino Rita Dalla Chiesa. Ma la politica non può pensare di farla con chi le è simpatico, quanto piuttosto con chi condivide i suoi stessi valori. Tanti dirigenti di FdI hanno rotto con la linea del partito per votare me. La risposta non può essere cacciarli, quanto piuttosto domandarsi se hanno ragione».


Come andranno le elezioni?
«Io vincerò per due motivi, riscontrati da Torpignattara a Tor Bella Monaca, da Tor Vergata a Casal Monastero, in tutti i quartieri che ho visitato. I cittadini mi hanno detto: se fai per davvero vado a votare; c’è chi per me tornerà al voto. Se ci sarà un’affluenza alta vincerò le elezioni. Secondo: avrò a mio favore un enorme voto disgiunto. Tantissimi voteranno il loro partito, ma come sindaco sceglieranno me».

Anche del Pd?
«Anche a sinistra».

E Irene Pivetti?
«Ciascuno ha diritto a partecipare. Se la Pivetti si vuole candidare, non so con quale possibilità di vittoria, la rispetto».

A sinistra?
«Il vero rischio è la vittoria di Morassut, perché aggregherebbe anche la sinistra del Pd, lo schieramento che sostiene Fassina, presentandosi molto forte al primo turno. A Giachetti, invece, farebbero pagare l’essere un renziano doc. Ma la sinistra non ha più nulla da dire a questa città: solo il suicidio del centrodestra la può favorire».

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