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Scontri a Trieste per il comizio di Matteo Salvini

Scontri tra Polizia e centri sociali a Trieste durante il comizio di Matteo Salvini. I giovani della Casa delle culture hanno fatto irruzione nel momento esatto in cui il leader della Lega ha iniziato a parlare davanti a centinaia di persone. “Fascista, fascista, siamo tutti clandestini”, si sentiva urlare dal corteo. La situazione, fino a quel momento tenuta sotto controllo dagli agenti in tenuta anti-sommossa, è sfuggita improvvisamente di mano quando un poliziotto in borghese ha tentato di strappare un fumogeno a un ragazzo. Tre manifestanti si sono avventati contro l'agente. Una miccia che ha innescato una bolgia a colpi di manganello e bastoni in pieno centro, davanti a negozi e bar, con lancio di sede e tavolini. Tre i poliziotti contusi. Non è chiaro se anche tra giovani, che si sono subito dileguati dopo la carica, ci siano feriti. “Più che antifascisti mi sembrate tutti rimbambiti”, la provocazione di Salvini pochi attimi prima del tafferuglio.Il leghista è arrivato nel capoluogo in mattinata per un sopralluogo al confine di Basovizza e nel bosco di Padriciano, sul Carso triestino, uno dei punti attraversati giorno e notte dai profughi della rotta balcanica. Sul terreno, tra fango ed erba, sono visibili indumenti, scarpe e altro materiale abbandonato dai migranti quando raggiungono la città. “Il fattore immigrazione non è eliminabile, noi non siamo per l’immigrazione zero. Ma è controllabile. L’Europa – ha detto Salvini – è ormai un centro commerciale, dobbiamo rimettere i confini”. Perché “l’accoglienza per chi scappa dalle bombe è sacra, ma questa non è accoglienza. Questa non è integrazione possibile, è mancanza di controlli, mancanza di regole, mancanza di rispetto. Sono d’accordo con gli esponenti politici stranieri secondo cui i punti di identificazione vanno portati sull’altra sponda del Mediterraneo per selezionare davvero chi scappa dalla guerra e tener lontano invece chi no”.
fonte: la Repubblica

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