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Forza Nuova: Manifestazione di solidarietà davanti all’Ambasciata Ungherese

(Gp) Giovani militanti di  Forza Nuova sono scesi oggi in piazza, a Roma, di fronte all'ambasciata ungherese per esprimere la propria solidarietà politica e vicinanza al governo Orban, di cui condivide le politiche adottate per contrastare l'invasione dei migranti.
Pubblichiamo una nota di Alessio Costantini, responsabile romano di Forza Nuova diffusa alla stampa e rilanciata anche da Agenparl nella sua interezza.


Forza Nuova: Manifestazione di solidarietà davanti all’Ambasciata Ungherese


Questa mattina i militanti di Forza Nuova sono scesi di fronte all’ambasciata ungherese per esprimere la massima condivisione circa le politiche adottate dal governo Orban per arginare l’invasione dei migranti e per esprimere solidarietà e vicinanza al popolo ungherese in questi tragici momenti. I militanti hanno srotolato uno striscione con scritto “Di qui non si passa. Onore agli ungheresi”. Queste le dichiarazioni di Alessio Costantini, responsabile romano di FN: “Il nostro movimento da sempre si batte per mettere in guardia i popoli europei sull’imminenza di una vera e propria crisi continentale, generata da flussi inarrestabili di migranti e dalla conseguente speculazione economica che le mafie politiche che ci governano fanno del fenomeno. Per primi abbiamo denunciato la pericolosa e criminale politica estera statunitense, dettata dalle lobbies finanziarie petrolifere e delle armi, volta a destabilizzare il medioriente e il nordafrica, nonchè l’assoluta illogicità della guerra mossa ad Assad e alla Siria. In questo momento, gli unici ad aver mostrato una reazione veramente europea sono stati gli ungheresi. E da sempre condividiamo la linea politica del governo Orban sull’immigrazione. Tanto per dirne una, il sindaco che ha promosso la costruzione del muro è stato più volte nostro ospite. Ci sembrava perciò naturale manifestare la nostra solidarietà in questi tragici momenti. Invitiamo anche gli italiani a risvegliarsi e a seguire l’esempio ungherese. Se l’invasione dovesse passare, oltre al rischio infiltrazione da parte dell’isis e al disastro sociale che ne conseguirebbe, si rischia di avere da qui a trent’anni un’europa meticcia, lontana dalle sue radici e priva di identità. Il nostro non è razzismo, siamo gli unici ad essere andati in Siria da Assad mentre il mondo occidentale voleva la sua testa, ma consapevolezza che i popoli hanno il diritto inalienabile di autodeterminarsi come comunità di sangue di territorio e di spirito”.

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