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Salerno: scontro alla stazione tra Tradizione Futuro e la sinistra antagonista


Scontro alla stazione tra Tradizione Futuro e la sinistra antagonista

Nella Salerno guidata, fino a pochi giorni fa, dallo sceriffo Vincenzo De Luca, ora divenuto governatore della regione Campania, esiste una associazione identitaria chiamata Tradizione e futuro che nella serata di venerdì 10 luglio ha pensato bene di organizzare una ronda civica per chiedere maggiore sicurezza nell'area della stazione ferroviaria, dove caos ed anarchia regnano sovrani.
Il presidio, previsto per le ore 21, è stato autorizzato dal Questore di Salerno e sul posto, all'inizio della manifestazione, era presente il sindaco Enzo Napoli, che ha saluto gli organizzatori ed è andato via. Dopo pochi minuti, è giunto un gruppo di aderenti alla variegata galassia della sinistra extraparlamentare salernitana che si sono messi a pochi metri dal presidio di Tradizione e futuro ed hanno iniziato a cantare slogan antifascisti, scatenando la reazione dei contendenti. Le forze dell'ordine sono intervenute affinché si evitasse uno scontro di piazza tra opposti estremisti.


Il quotidiano on line Salerno Today ci racconta, con dovizia di particolari, la manifestazione dell'associazione identitaria Tradizione e Futuro e la contromanifestazione della sinistra radicale.


Scontro alla stazione tra Tradizione Futuro e la sinistra antagonista



Tensione in Piazza Vittorio Veneto a Salerno dove stasera era in programma una ronda civica organizzata dall’associazione Tradizione Futuro per chiedere maggiore sicurezza nell’area della stazione ferroviaria. Da tempo, infatti, alcuni residenti si lamenterebbero della presenza a qualsiasi ora del giorno e della notte di cittadini italiani e stranieri abusivi nelle strade adiacenti e all’interno della stessa stazione. Ciò ha spinto i militanti dell’associazione guidata da Rosario Peduto a scendere in piazza, muniti di striscione con su scritto “Più sicurezza, basta con questo schifo”, per lanciare ancora una volta l’allarme sul degrado urbano nella zona.
Il presidio è iniziato alle 21 come autorizzato dal Questore di Salerno Alfredo Anzalone. E proprio a quell’ora ha fatto una capatina sul posto il sindaco Enzo Napoli che, dopo aver salutato rapidamente gli organizzatori,  ha conversato al telefono per qualche secondo con qualcuno illustrandogli nei dettagli ciò stava avvenendo nella centralissima piazza di Salerno.  Poi, però, è andato via. Pochi minuti dopo, invece, è giunto improvvisamente un gruppo di aderenti alle associazioni Ueue, Uds, Porticciolo di Pastena, Link e Riff Raff che si è posizionato a pochi metri dal sit in di Tradizione Futuro iniziando a criticare aspramente proprio l’attività messa in campo dall’associazione politica di via Calenda. A quel posto le forze dell’ordine presenti (polizia, carabinieri, Digos) hanno chiesto l'invio di altri rinforzi che, nel giro di poco tempo, sono arrivati muniti di manganello.
La tensione è salita alle stelle quando le associazione contrarie all'iniziativa hanno iniziato ad urlare “Fascisti carogne tornate dalle fogne” e a cantare la storica canzone “Bella ciao” del movimento partigiano italiano. A quel punto sono volate parole grosse da entrambe le parti.  Ma le forze dell’ordine fortunatamente sono riuscite ad evitare che la situazione precipitasse. Tanta l’amarezza e la rabbia di Peduto: “E’ inaccettabile che non abbiamo potuto svolgere serenamente una manifestazione per chiedere maggiore sicurezza nella nostra città soltanto perché delle persone non autorizzate a stare qui sono venute ad insultarci. Questa è la legalità a Salerno? Forse la parola ronda non è stata capita: noi non siamo venuti per pattugliare e sanzionare qualcuno, ma soltanto per denunciare un problema di insicurezza che esiste. Basta parlare con chi vive nella zona per capire che il degrado c'è".
E a coloro che accusano lui e la sua associazione di essere fascisti e razzisti Peduto risponde: “Ma se abbiamo programmato l’iniziativa dopo che è stato un italiano ad aver accoltellato uno straniero. E poi come possiamo essere razzisti noi se, ad esempio, come associazione siamo legati alla comunità dei senegalesi che è anche venuta a suonare alla chiusura della mia campagna elettorale nel 2011. Tutti sanno che siamo un’associazione aperta a tutti. A Natale doniamo anche decine di pacchi alimentari alla mensa dei poveri dove vanno a mangiare sia italiani che stranieri. E noi saremmo i razzisti?”.



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