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Gli scontri di Roma: dura quindici giorni la tregua promessa dai capi della curva giallorossa

Aveva acceso grandi speranze negli "uomini di pace" il sia pure tardivo comunicato degli ultras della Roma che, facendo ammenda degli errori commessi già prima dell'omicidio Esposito, si assumevano la responsabilità di ricondurre all'ordine i "ragazzi più giovani". Calcioblog sontuosamente titolava: "Mai più puncicate ai tifosi avversari". Passano 15 giorni appena e alla seconda partita ufficiale all'Olimpico ci ricascano. 
Vittorio Zambardino, tra le altre tante cose firma di punta del Napolista, pone un dubbio sulla sua pagina facebook: 
Distrattini anzichennò i leader d'opinione romani - e i loro giornali - sul tifoso russo accoltellato a Roma ieri sera. Significa che "dialoghi", "patti" e "garanzie" offerti dai signori delle curve non funzionano per tenere l'ordine, no
mentre Massimiliano Gallo rilancia sul popolare blog: Da Ciro Esposito ai tifosi russi in quattro mesi non è cambiato nulla
Dal 3 maggio al 17 settembre, sembra che sia cambiato davvero poco. Da Roma Tor di Quinto, con tutto quel che sappiamo e tutta la paccottiglia che sta venendo fuori in questi giorni, a Roma Ponte Duca d’Aosta. Sei tifosi russi feriti ieri sera per Roma-Cska, di cui uno grave. E i soccorsi dell’ambulanza ostacolati dai teppisti romanisti. È stata accerchiata e bloccata fino all’intervento degli agenti. Quattro mesi e mezzo dopo, al primo vero banco di prova, l’ordine pubblico della città di Roma ha offerto nuovamente pessima prova di sé. Ovviamente l’episodio passerà in cavalleria. Nessuno inchioderà il ministro dell’Interno Alfano, questore e prefetto alle proprie responsabilità. Del resto, non lo hanno fatto per l’omicidio di Ciro Esposito, figuriamoci per ieri. 
A me viene di suonare corde diverse. Ma che passa per la testa a questi scellerati, di rifare subito danni proprio mentre si comincia a dispiegare, a partire dalla clamorosa perizia del Racis e dalle rivelazioni sulla tardivissima scoperta dei medici di Viterbo, una forte campagna di stampa per "ridurre il danno giudiziario" di De Santis? 
E' noto che la mia posizione su De Santis è ancor più radicale. E certo quattro coltellate all'addome rafforzano e legittimano vieppiù i dubbi sul fatto che sia stato lui a sparare. Ma, per quanto sia scalcinata la sanità italiana, faccio fatica  a credere che dalla total body fatta al suo ingresso in ospedale (che è l'esame diagnostico di rito per un politraumatizzato serio) non siano emerse le ferite da taglio, così come la cosa sia sfuggita al numeroso personale infermieristico che lo ha assistito nel lungo soggiorno nei due ospedali romani. Mah, chi vivrà vedrà...

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