Header Ads


A Spezzano Albanese il Comune tiene chiusa la sala concessa a CasaPound


«Quanto è accaduto ieri a Spezzano Albanese è di una gravità inaudita», questo il commento a caldo di Mimmo Gianturco, responsabile di CasaPound Italia per la Calabria e candidato alla Camera dei Deputati. Secondo in lista, primo dei calabresi, sabato 16 febbraio, insieme ad esponenti del movimento, si è infatti recato il Comune in questione, avendo regolarmente prenotato e pagato il contributo spese per la sala consiliare per la conferenza stampa di presentazione dei candidati provenienti dalla piana dell'Esaro ed in particolare della spezzanese Elisa Bruno. L’appuntamento in realtà era doppio, fissato per le 17 presso la sala consiliare di Terranova da Sibari, il paese di un'altra candidata, Finita Rosadi (nella foto al centro) e alle 18.30 a Spezzano Albanese. Ma la sala è rimasta inaccessibile a tutti i candidati presenti, così come alla stampa ed ai cittadini accorsi: «Senza aver ricevuto nessuna comunicazione – ha spiegato Gianturco - e senza essere tuttora a conoscenza delle motivazioni di quanto accaduto, i delegati del Comune di Spezzano Albanese ci hanno impedito l’accesso presso la struttura che, molto semplicemente, è rimasta chiusa. Nessuno si è presentato ad aprire una sala per la quale, oltre la prenotazione, ci era stato chiesto anche di corrispondere una piccola quota al Comune stesso».
Tre dei tredici candidati di CPI alla Camera dei Deputati vengono dalla provincia di Cosenza. Due su tre sono donne e hanno molto meno di trentasei anni, la bassissima media d’età che CasaPound Italia vanta per le liste presentate nel collegio calabrese, addirittura compresa quella dei candidati al Senato della Repubblica. Appena ventisette anni per Finita Rosadi, nata a Castrovillari e cresciuta a Terranova di Sibari, quarta in lista, prima dei cosentini. Ne compirà trentadue proprio ad elezioni concluse, invece, Elisa Bruno, dodicesima in lista, nata a Castrovillari e residente a Spezzano Albanese.
«Si tratta di un episodio – ha proseguito il responsabile di CPI Calabria - che alimenta una volta di più la rabbia dei cittadini e di CasaPound nei confronti di chi gestisce la cosa pubblica come fosse cosa propria. Non sappiamo se ciò sia dovuto a negligenza o sia stato premeditato, ma il significato è senz’altro politico: la nostra classe politica è una classe parassitaria. Dopo un ora di attesa, abbiamo deciso di prenderci il nostro diritto di parola, recandoci nella piazza principale del paese svolgendo una manifestazione non autorizzata».
«E’ impensabile – ha concluso Gianturco - che un'amministrazione comunale impedisca lo svolgimento di una manifestazione politica, specie in campagna elettorale. Se l’intento è quello di silenziare CasaPound Italia, lorsignori sappiano che CPI è fatta di uomini e donne vere, che non si lasciano né silenziare né intimorire da nessuno. Ieri, infatti, siamo comunque riusciti a dimostrare agli spezzanesi la nostra determinazione e a far sentire la nostra voce, scendendo in piazza e urlando al megafono la nostra proposta politica. Le nostre facce continuerete a vederle, siamo e saremo l’incubo dei parassiti della politica. Forse per questo ieri la sala consiliare è rimasta chiusa. Poco male, noi ci stiamo riprendendo il Paese partendo dalle strade».
Il responsabile del Coordinamento Regionale di CPI ha inoltre reso nota l’intenzione di denunciare quanto accaduto alle autorità competenti considerato che è stata nei fatti impedita una iniziativa a scopo elettorale ad una lista che ha regolarmente presentato la propria candidatura ed in palese violazione delle più elementari norme della democrazia.

Nessun commento:

Powered by Blogger.