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Strage di Bologna: un'informativa del Sismi del 1981 smonta la pista palestinese

Un nuovo contributo alla discussione sulla pista palestinese per la strage di Bologna
di Giacomo Pacini
Visto che la discussione langue, chiedo scusa se vado un po’ O.T., ma colgo questa occasione per chiedere ai sostenitori della pista palestinese se possono togliermi una curiosità. 
Nel libro “Dossier Strage di Bologna” analizzate minuziosamente il documento conclusivo del centrosinistra in Commissione Mitrokhin evidenziando come in esso sia stata fatta, per usare un eufemismo, “confusione” sull’effettivo orario di entrata di Kram in Italia. E in effetti la spiegazione che date è convincente. 
Ma non è di questo che voglio parlare.
Perché sempre leggendo la relazione di minoranza del centrosinistra, a pag. 256 mi sono imbattuto nella citazione di una informativa del Sismi che mi ha fatto strabuzzare gli occhi. E francamente mi stupisce che, così come avete fatto per gli orari di Kram, non l'abbiate commentata e, eventualmente,confutata. 
(La relazione conclusiva del centrosinistra è scaricabile a questo indirizzo http://www.parlamento.it/714?shadow_organo=413114 La parte in cui è riportato il documento in questione si trova alle pp. 256-57 del cartaceo e 264-65 del Pdf). 
In questa informativa si parla della ormai arcinota vicenda Ortona e dell’arresto Saleh. E vi si legge che, qualora Saleh non fosse stato liberato: “Non si dovrebbe più fare affidamento sulla sospensione delle operazioni terroristiche in Italia e contro interessi e cittadini stranieri decisa dal Fplp nel 1973”. In particolare, il Fplp (secondo una fonte fiduciaria del Sismi) avrebbe minacciato o di dirottare un aereo o di occupare una ambasciata italiana all’estero.
Fin qui quasi nulla di nuovo; se non fosse che l’informativa è datata 15 giugno 1981. 
Come come???? 15 giugno 1981???? Ma allora il Fplp nulla c’entra con la strage di Bologna visto che, quantomeno fino a quel giugno 1981, il Lodo Moro lo aveva rispettato. E d’altronde, “azioni” come il dirottamento aereo o l’occupazione di un’ambasciata sarebbero più coerenti col “modus operandi” del Fplp rispetto a una strage indiscriminata. E forse non a caso, fu proprio poche settimane dopo questo documento (e non dopo la strage di Bologna) che a Saleh venne concessa la libertà provvisoria (agosto 1981).
Non possiedo l’originale di questa informativa e, dunque, dovendomi limitare a una sua lettura indiretta non voglio giungere a conclusioni affrettate. Tuttavia, per quanti strafalcioni possono eventualmente aver commesso i commissari del centrosinistra, mi sento di escludere che se la siano inventata di sana pianta.
E allora è chiaro che se il suo contenuto è veritiero vacilla paurosamente la tesi di una rappresaglia del Fplp a Bologna. Se invece il contenuto fosse falso (il che è possibile) mi si dovrebbe però spiegare perché allora devo ritenere attendibili analoghe informative dei servizi stilate prima del 2 agosto 1980 (e da voi più volte citate) e in cui si parla di una possibile rappresaglia del Fplp per la vicenda Ortona. 
Ma più in generale (e credetemi non ve lo chiedo con malizia), ma perché nel vostro libro questo documento non lo citate mai? Quantomeno per confutarlo (così come avete fatto per gli “orari” di Kram). E che diamine; alle volte siete puntigliosi fino allo sfinimento (e sia chiaro, questo è un merito) e non vi prendete la briga di analizzare (e eventualmente “smontare”) un documento del genere che (qualora dicesse il vero) negherebbe alla radice la vostra tesi di fondo?

12 commenti:

  1. Ottima osservazione critica di Pacini!
    Lo stesso ragionamento venne svolto sul fatto quotidiano del 22 agosto 2011 in un articolo di Antonella Beccaria di cui riporto un pezzo:
    "Per il Sismi il lodo Moro fu valido fino al giugno 1981. Il lodo Moro, l’accordo di cui sopra stipulato dal governo italiano tramite il Sid (nome dei servizi segreti militari prima della riforma del 1977 che li trasformò il Sismi), sarebbe valso fino all’anno successivo alla strage alla stazione di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980. A fare questa affermazione fu chi di palestinesi se ne intendeva. Era il colonnello Stefano Giovannone, capocentro del Sismi a Beirut e profondo conoscitore anche di trattative per la liberazione degli ostaggi, se si dà retta a quanto scrisse Aldo Moro nel corso dei 55 giorni che trascorse ostaggio delle Brigate Rosse fino al 9 maggio 1978, giorno del suo assassinio.

    In merito alla solidità del lodo che prendeva il nome dello statista democristiano per cui lo Stato italiano non volle trattare, disse Giovannone ad alcuni giornalisti inglesi: “Non vi sono state azioni palestinesi in Italia dal ’73 al’81”. E ancora il 15 giugno 1981 un’informativa del Sismi confermava che “solo a partire dal giugno del ’81 su quel patto si rischia di non poter fare più affidamento”. La strage del 1980, dunque, proprio per una parte dei servizi militari (da sempre divisi sulle posizioni filopalestinesi incarnate prima da Vito Miceli e poi da Giuseppe Santovito e sulle contrapposte filoisraeliane rappresentate, tra gli altri, da Gianandelio Maletti, latitante da tre decenni in Sudafrica dopo una condanna legata alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969), non poteva rientrare all’interno di un’azione di vendetta per l’arresto di Abu Anzeh Saleh, avvenuto il 14 novembre 1979."

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  2. Che bello leggere come, a seconda della convenienza e delle proprie propensioni ideologiche, si pigli per vero o si neghi validità ai documenti e alle azioni dei "servizi".
    E' da quando ero bambino che leggo e sento di "servizi deviati" di "depistaggi", ecc. ecc. ; di "fazioni" all'interno dei servizi che perseguono interessi diversi e/o contrapposti.
    Trovo disarmante che si possa accettare con tanta sconcertante faciloneria la veridicità di certi documenti o di certe tesi.
    Qs documenti non "provano" proprio nulla.
    Provano solo che chi vuole ci vede quello che ci "vuole" vedere; e che ognuno resta abbarbicato ai propri pre - giudizi, pro o contro che siano

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  3. Per sapere che la pista palestinese fosse molto vaga non serviva questo documento.
    Quello che mi fa imbestialire e' che ci sono voluti anni per far convincere anche chi non sta a destra che Bologna non e' fascista e ora tutta questa frenesia di dimostrare che sono stati i palestinesi rischia di far andare tutto in fumo.

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  4. per l'anonimo delle ore 12.56

    Purtroppo è esistita davvero una destra stragista la cui "cultura", a mio parere, è POSTFASCISTA, filoUsa e filoisraeliana.
    Ecco perchè i filoisraliani Mambro e Fioravanti sono una cosa e Ciavardini - filopalestinese- un'altra.
    Bisogna sempre distinguere cose e persone. Solo di una cosa sono certo: Ciavardini è innocente e sta ancora pagando con la galera!
    Gli altri due suoi ex amici sono fuori da un bel pezzo!


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  5. Che il SISMI abbia commesso depistaggi per coprire delle stragi commesse dai palestinesi solo per proteggere un accordo come sicuramente esisteva anche in altri paesi e comunque in pratica non impediva ai palestinesi di commettere stragi sul territorio italiano mi sembra assurdo.

    http://strage80bologna.wordpress.com/

    Che cosa poteva invece essere stato un motivo per ordinare a Giuseppe Santovito (capo del SISMI) di organizzare i depistaggi dopo la “Strage di Bologna”?

    “Coinvolgere la Libia in quel momento avrebbe voluto dire tragedia per la Fiat e per l’Eni”

    …e per tutto il resto di Tangentopoli.

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  6. Per Aron (=anonimo delle ore 16,46).
    Il tuo ragionamento è mille volte più logico di quello dei teorici della “pista palestinese”.
    Il problema è che però non esistono vere prove contro la Libia di Gheddafi rispetto alla strage di Bologna.
    Anzi, ti dirò di più: dato che il depistaggio del gennaio 1981 fu orchestrato a Parigi da Michael Leaden (personaggio dalla doppia cittadinanza, Usa e israeliana) che aveva una totale inimicizia verso Gheddafi, stai certo che la Libia non c’entra nulla con la strage di Bologna. Tale eccidio è stato fatto - secondo me - da giovanissimi italiani strumentalizzati dalla Ftase (Nato del fianco sud) di Verona e dai “Nuclei di difesa dello Stato” di Amos Spiazzi.

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  7. per l'anonimo delle ore 14.44

    A me non interessano tanto le piste alternative e anzi spero la si faccia finita al più presto con questa specie di pantomima sui palestinesi. A me interessa che si sottolinei che la verità giudiziaria di Bologna non sta in piedi

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  8. Sarà almeno la decima volta che in queste pagine dell'ottimo Ugo si parla di "pista palestinese smontata". Oggi per fortuna a dirlo è uno studioso come Pacini, altre volte sono stati personaggi di minor spessore (almeno storico). Temo che ognuno veda nei documenti ciò che più fa comodo e non voglia vedere ciò che mette in dubbio le sue certezze. Il documento del 1981 è importante come tutti gli altri e va valutato con attenzione. Invito chi ha interesse e Pacini in primis a leggersi la Relazione su Separat di Gian Paolo Pelizzaro e Lorenzo Matassa che resta il documento più importante sulla vicenda e il cui impianto è alla base dell'inchiesta bis su Bologna. Lì troverà anche una risposta esauriente al suo quesito.

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  9. Ho letto la relazione e per larghi tratti l'ho trovata di sicuro interesse. Come del resto di assoluto interesse era la relazione del 2000 in Commissione Stragi sulla dimensione sovranazionale del terrorismo. E resto convinto che se l'oggetto principale della vostra ricerca fosse stato, appunto, il terrorismo internazionale, i traffici di armi ecc. ecc. e solo in subordine una eventuale pista alternativa per Bologna, avreste prodotto uno lavoro davvero innovativo.
    Comunque, come detto, io non ho pregiudizi e seguirò con attenzione il vostro lavoro pronto a chiedere scusa se davvero sarà dimostrata la vostra tesi di fondo. Al momento, però, resto francamente un pò perplesso.

    p.s.
    Grazie per i complimenti. Ma resto pur sempre un dilettante che, nei ritagli di tempo, prova a fare lo studioso :-

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  10. Per l'anonimo del 4 dicembre h. 14:44

    Non sai nemmeno di cosa stai parlando!
    "Solo di una cosa sono certo: Ciavardini è innocente e sta ancora pagando con la galera!
    Gli altri due suoi ex amici sono fuori da un bel pezzo!"
    Ciavardini è dentro perchè ritenuto colpevole di una rapina recente, e comunque ha subito un iter processuale diverso, per modi e tempistiche, da Valerio e Francesca (era minorenne).
    La tua bassa insinuazione per cui Ciavardini sarebbe ancora in carcere pur essendo innocente a differenza di Valerio e Francesca è assurda: se loro fossero colpevoli (e non lo sono!) lo sarebbe anche lui: Ciavardini stesso dichiara (la verità) che quel tragico 2 agosto 80 era con Fioravanti, Mambro e Cavallini a Padova.
    Quindi o ti sei espresso davvero male o hai parlato a sproposito di qualcosa che non conosci.

    Massimo Monza.

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  11. Massimo non sai di che cosa parli ciavardini e' stato assolto
    Per la rapina ed è' detenuto per la strage

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