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Un ricordo di Sergio Rossi, un quadro storico del Msi salernitano ucciso per rapina da due balordi




di Giuseppe Parente
Sergio Rossi, storico militante del Movimento Sociale Italiano a Salerno, è scomparso pochi giorni fa a seguito di uno scippo, finito in tragedia. Nel video, un corto girato da Margi Villa e premiato al asecondo festival del cinema di Salerno, ci sono due sue testimonianze (al minuto 4' 20" e al minuto 7' 10".
Sergio Rossi sarebbe stato aggredito a martellate, come evidenziato dal medico legale al termine dell'autopsia svoltasi la scorsa settimana. Nei sei giorni trascorsi in coma, Rossi non ha mai ripreso conoscenza.
Secondo la ricostruzione dei fatti, operata dai Carabinieri, un passante si sarebbe accorto, intorno alle 22, della presenza di un uomo a terra nei pressi dei portici della centralissima Piazza della Concordia, ed ha dato l'allarme.  Sono iniziate subito le indagini, coordinate dal pubblico ministro Patrizia Gambardella. L'uomo aveva una ferita alla testa compatibile con l'ipotesi di una aggressione, ma anche con quella di una caduta accidentale. 
Nelle tasche dell'uomo, non è stato rinvenuto nè il telefonino, nè il portafogli, una circostanza che fa ovviamente propendere per l'ipotesi di una rapina finita male. 
Secondo una versione dei fatti, fornita da alcuni amici, Rossi sarebbe stato aggredito da due persone che avrebbero tentato di rapinarlo di un porta banconote contenente poche decine di euro, una volta uscito da un bar, nei pressi della locale stazione ferroviaria. Lui si sarebbe rifiutato di consegnare il porta banconote e sarebbe stato colpito da una martellata. 
A Corleto Monforte, paese d'origine dell'uomo si sono svolti i funerali, alle presenza, esclusi i parenti di oltre cento persone, equamente divisi tra camerati e goliardi, in quanto Sergio amava la golardia universitaria, come ci confermano diversi suoi amici e camerati. 
Del ruolo di Rossi ci offre un ricordo accorato un militante della successiva generazione, Livio Apicella: 
E così Te ne sei andato amico mio, eppure in questi giorni ho pregato e sperato in una Tua ennesima beffa, ho sognato di sentirTi urlare ancora…”oste malefico….” Ho voluto credere che quelli come Te fossero davvero immortali, forse in passato l’ho creduto per davvero. Eppure non voglio cedere alla retorica, al commiato cameratesco, allo sgomento, all’incredulità ed alla rabbia per il mistero che Ti ha portato via. Voglio ricordare….di quando Ti conobbi e pensai “..questo è il nostro gigante buono che ci difenderà dai nemici…” ma hai fatto di più; ci hai fatto guardare alla vita con animo scanzonato, con realismo, con allegria….insomma da veri fascisti! Contro le ingiustizie e la repressione mi han fortificato più le Tue battute e le Tue risate che mille proclami, mai un atteggiamento di vittimismo ma sempre la grintosa serenità di chi combatte la Buona Battaglia. 
Tu conoscevi le leggi dell’Onore e quelle della strada, sapevi parlare all’intellettuale ed al neofita, negli ultimi anni però la retorica Ti infastidiva, eri diventato insofferente al superfluo forse perché iniziavi ad intuire l’essenziale. E quante volte ci siam divertiti a sfottere i carrieristi con cui avevamo condiviso pezzi di militanza, sapendo di poter camminare a testa alta senza dover ringraziare nessuno. La coerenza è virtù rara ed a volte incomprensibile, eppure avevi una coerenza di fondo con la Tua militanza e con le Tue scelte, questa coerenza insieme con il Tuo incredibile e vulcanico carattere ci hanno stregato e tutte le volte che Ti nominavamo, aggiungevamo un …”ah grande Sergio!”. Mi hai fatto credere che la notte potesse non finire mai, che la vita andava vissuta con intensità senza privarsi inutilmente di ciò che ci fa star bene; voglio ricordarTi com’eri, un uomo grande ed un grande uomo che, seppur tra mille difetti, era sempre capace di regalarmi tra i suoi baffoni.....un sorriso, una risata…una riflessione disincantata, alternando ingenuità e pragmatismo. Il tempo di darTi la partecipazione, pochi minuti per strada, un abbraccio che non avrei mai voluto fosse l’ultimo; non verrai al mio matrimonio ma guardami da lassù, sostieni Tuo figlio e Tua moglie e sorridici….sorridici ancora amico mio. 



3 commenti:

  1. Tra tutti coloro che sono intervenuti nel video sopra, il povero Sergio Rossi è stato l'unico camerata coerente a non cedere alle lusinghe del potere, a non accettare la logica di Fiuggi, a non rivendicare posti, prebende e incarichi vari.

    Insomma, l'antitesi di quel "destro-terminalismo" che ha ammorbato e distrutto in pochi anni un patrimonio di valori di durata ultradecennale.

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  2. CAMERATA SERGIO ROSSI! PRESENTE!!!

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  3. rivedere un camerata conosciuto tanti anni fa,con cui si è stato in piazza,al bar moka(si chiamerà sempre così???)a mangiare...e altro ancora lascia perplessi ma per chi come noi è rimasto sempre sulla strada dell'Onore la morte richiede il silenzio,perchè non la si può scegliere.Sursum Corda

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