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Lettere/ E le offese a Pagliai stavano per costare caro al giornalista Solinas

(umt) Dell'anniversario dell'agguato in cui resta ferito a morte Pierluigi Pagliai (nella foto è il secondo da destra, in una manifestazione a Milano) - di cui ricorre oggi il trentennale - mi sono occupato in Fascisteria news, la rassegna stampa che integra e alleggerisce i carichi del blog (che del delitto si era già occupato). La lettura dell'articolo di La Repubblica sull'indagine per omicidio ha stimolato il ricordo di una lettrice milanese che ci restituisce, con tutta la vividezza e l'incertezza tipica della memoria emotiva, un aneddoto connesso a quella tragedia: e cioè la divisione nella redazione della Notte - un giornale di culto della destra milanese - tra vecchia e nuova guardia e una spedizione punitiva contro un giornalista che aveva mancato di rispetto alla vittima.

Caro umt, 
subito dopo l'assassinio di Pagliai, sul quotidiano "La Notte" uscì un articolo di Enzo Erra che non dico prendesse le difese di Pagliai, ma quantomeno metteva in discussione le tecniche di eliminazione adottate, denunciando fra l'altro la violazione del diritto italiano etc.
Il giorno dopo, mi pare (non credo i due pezzi siano usciti in contemporanea), sul medesimo quotidiano apparve un articolo disgustoso di Stenio Solinas, che crocifiggeva Pagliai e tutto l'ambiente neofascista, lasciando intendere che bene avevano fatto i servizi a eliminare Pagliai, e meglio ancora avrebbero fatto a procedere nello stesso modo nei confronti di tutto l'ambiente di cui sopra (sono quasi certa che fosse questa la sequenza dei pezzi.)
La cosa suscitò nell'ambiente un certo fastidio, perché la tirata di Solinas apparve del tutto gratuita: se Erra, che era il direttore, si era sentito in dovere di commentare negativamente le modalità della cosa, non si capisce perché Solinas aveva ritenuto di doverci aggiungere un carico così acido (a distanza di tempo, col senno di poi e ammettendo che la sequenza temporale sia corretta), presumo che lo scritto di Solinas dovesse servire ad aggiustare il tiro delle dichiarazioni di Erra. Tuttavia non ci sarebbe stato bisogno di tutto quel livore, ecco.
Qualche giorno dopo i fatti (potrebbe essere anche qualche settimana, ma ricordo che la cosa fu abbastanza a ridosso) Solinas doveva parlare mi sembra al Piccolo di Milano che all'epoca ospitava dei lunedì letterari o qualcosa del genere; si presentò in sala un drappello di parà brutti grossi e soprattutto cattivi, che gli tirarono due schiaffoni in pubblico; uno di loro (che io ovviamente conosco) aggiunse una promessa, efficace nella sua brutalità che riferisco paro paro: "... e la prossima volta che provi a scrivere certe cose ti vengo a prendere e ti spezzo tutte le dita, così non solo non potrai più pestare sui tasti della macchina da scrivere, ma non potrai più nemmeno farti le seghe.
Tanto ti dovevo.

2 commenti:

  1. Credo che sia stato il mago della propaganda crocio uncinata il celebre dottor Joseph Goebbels, a divulgare il motto seguente: "Quando sento parlare di cultura, metto il colpo in canna"!Dedicato all'esangue e pallido intellettualoide di destra Solinas.Ma estensibile al culturame sinistroide imperversante!

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