Header Ads


Adinolfi risponde a Pelizzaro: guarda che ho raddrizzato le gambe alle tue ipotesi

di Gabriele Adinolfi
Bizzarra reazione quella del Pelizzaro, sia nei toni che nei contenuti.

A parte che sia nel punto uno che nel punto due le cose non risultano affatto come egli le interpreta presentandole per acclarate, e prescindendo dal fatto che la sua interpretazione della mia lettura è distorta ed infetta da un suo evidente pregiudizio ideologico, tanto livore oggi stupisce. La mia lettura infatti concede alla sua ricostruzione un possibile senso logico che altrimenti non avrebbe.
Certo, nessuno gli può vietare di ipotizzare che la strage sia stata opera di un imbecille che, dopo essere stato intercettato dalla polizia italiana se ne va bellamente a dormire con i suoi documenti in un albergo della città da colpire e ciò soltanto per lasciare una prova schiacciante contro di sé. Può anche esser convinto che si trattò di una strage sovietico-palestinese e che, una volta caduto quell’apparato, né noi né la Nato abbiano deciso di inchiodarli alle loro responsabilità. La Nato e tutti i nostri governi sarebbero stati e resterebbero ancora ostaggi di un nemico scomparso. Il che ovviamente non sarebbe, questo, farneticante...
Ci sta pure che egli applichi una sorta di transfer degli schemi western per i quali sono sempre buoni i lunghi coltelli e cattivissimi i pellerossa costretti nelle riserve e sterminati quotidianamente. De gustibus.. I miei sono ben altri e il mondo è bello perché è vario; anzi è vario proprio perché è bello.
Ma che, al fine di contestare la mia ricostruzione logica per il semplice fatto che gli scombussola l’allineamento quotidiano dei neuroni ,egli ricorra a termini e toni da spiazzati sdegnati che ricordano gli antifa quando si parla delle opere del Ventennio, non può che confermare che se non altro mi sono avvicinato alla verità. La quale non può non scatenare reazioni in chi si abbarbica agli schemi che la velano.
Chiarito doverosamente questo aggiungo, che non ho intenzione di farmi trascinare dall’emotività del signor Pelizzaro, forse stuzicata anche da certi aambienti, per far arenare lo sforzo di ricostruzione della strage di Bologna, trasformando il tutto in uno stucchevole beccarsi tra galletti.
Se tutto questo permetterà anche al Pelizzaro di ottenere giovamento perché pure il suo lavoro potrà aver contribuito a raggiungere il risultato, sappia che a me non procurerà disappunto alcuno.
I motivi per i quali “questo signore” ovvero il sottoscritto, si permette di dare giudizi su Bologna è che, a differenza del signor Pelizzaro che ci si è avvicinato per una curiosità, magari anche sana, è che a me ha cambiato la vita, che ha segnato la vita di molti miei camerati, che sono stato oggetto di ben quattro tentativi di depistaggio (compiuti congiuntamente da comunisti e destra atlantica, tanto per ritornare sulle “farneticazioni”) e che sono stato anche parte lesa di Bologna. Per la cui strage è ancora condannato, insieme a due altri innocenti, un mio amico.
Per tutte queste ragioni ritengo sia molto preferibile continuare a cercare fino a provare la verità invece di agitarsi ad inveire contro chi non segue la medesima logica a prioristica. Anche se la logica è quella di chi, magari con qualche diritto, si arreca un primogenitura e vorrebbe quindi che ciò che ha contribuito a determinare sia un vero e proprio suo clone.
Abbiamo da ristabilire la verità su Bologna e non da scannarci sulle nostre variannti.
Stia tranquillo il Pelizzaro: il giorno in cui si giungerà al vero, nessuno avrà tempo da perdere per fargli ombra. Si goda in pace le vacanze ed eviti di crear rissa nella parte di chi – secondo una logica o un’altra – sta comunque sostenendo lo sforzo per la revisione del processo e per la riabilitazione degli imputati.

15 commenti:

  1. Però forse ad Adinolfi sfugge che Raisi e Pelizzaro sono sionisti, se indica i loro datori di lavoro come responsabili della strage non può non attendersi una risposta piccata.

    RispondiElimina
  2. A mio parere sia la tesi di Pelizzaro, più rozza, sia quella di Adinolfi, più complessa, hanno un punto debole: la mancata rivendicazione.
    Se da vero come dice Pelizzaro la strage sarebbe stato un avvertimento in risposta alla condanna di un militante palestinese a qualche anno di carcere per traffico d armi, perchè non l'avrebbero rivendicata come hanno fatto con ogni altra azione anche contro obiettivi civili.
    Se invece come dice Adinolfi sono stati fatti saltare in aria da Cia e Mossad beh allora li avrebbero avuto una ragione in più per denunciare pubblicamente la cosa.

    RispondiElimina
  3. Intervengo solo per segnalare un aspetto che forse sfugge ai più ma che ritengo sia fondamentale tenere a mente quando si prova a ragionare su certe vicende e si sia onestamente guidati esclusivamente dalla ricerca e dalla voglia di verità. Le ipotesi del signor Adinolfi, non appoggiandosi su nessun documento, testimonianza o altro reperto oggettivo, sono solo un suggestivo romanzo d'avventura. Legittimo per carità, ma nulla più. Migliaia di altre persone, magari addirittura più creative e fantasiose di lui, possono suggerire altrettante ipotesi. Una diversa dall’altra, tutte dotate di una loro logica intrinseca e tutte intercambiabili in quanto indimostrabili, dunque inutili. Di segno opposto, tanto per dire, ultimamente se ne sta affermando una che tira in ballo, sempre per la strage del 2 agosto, addirittura gli ordini cavallereschi e i templari. Che ne dite? Può questa pista reggere secondo voi il confronto con il Caos globale e la Trilateral? Lo scenario proposto da Adinolfi quindi può al più infervorare qualche suo tifoso (è il termine più appropriato e alcuni commenti lo dimostrano) che condivide la sua stessa visione ideologica e i suoi valori. In altri termini le domando, signor Adinolfi lei ha forse qualche prova concreta che avvalori la sua ipotesi, prova che riesca a sostenere un giudizio in un procedimento penale? Io temo di no. Signor Adinolfi non basta essere stato coinvolto, suo malgrado, in quella tragedia per accreditarsi come detentore di una soluzione, anzi della verità. Ora le ricerche (non ipotesi) di Gian Paolo Pelizzaro, partite nel lontano 1999, sono viceversa un impianto solido, scientificamente basato su documenti e riscontri raccolti in decine di tribunali e archivi non solo italiani. Quella ricerca è talmente robusta che la procura di Bologna dovette aprire un nuovo fascicolo d’indagine nel 2005 a cui sta ancora alacremente lavorando. Da sette anni. Per quanto riguarda discussioni e critiche, stiamo ancora aspettando di trovare qualcuno che sia in grado di smontare nel merito quel lavoro anche solo in alcune sue parti. Ovviamente mi riferisco a persone che conoscano la materia e non rimandino, come dischi rotti, argomenti vuoti e già confutati.

    RispondiElimina
  4. Anonimo II, non è assolutamente vero che un'azione stragistica eseguita da servizi debba essere rivendicata; solitamente anzi non avviene, come infatti non avvenne nella sequenza di stragi sul territorio francese che si ebbe a metà anni ottanta con botta e risposta tra israeliani e iraniani per indirizzare gli accordi energetici e atomici di Parigi.

    Anonimo I, io sono ovviamente di tutt'altro orientamento rispetto a Pellizzaro e Raisi ma con ciò non li disumanizzo. Non sta scritto da nessuna parte che se uno ha - questione di gusti - simpatie sioniste debba per forza essere in mala fede e di mentalità chiusa.
    D'altronde io credo che la reazione del Pellizzaro dipenda più da un fattore troppo umano che da un ordine di scuderia o da una semplice rigidità ideologica.

    RispondiElimina
  5. Parole sacrosante quelle di Adinolfi, la strage ci ha strambato la vita, a me, a lui, a tanti di noi. Per questo e per un motivo anch'esso sacrosanto che è l'amore per la polis, per l'Italia e per il mondo tutto, vogliamo la verità. Avevo un dolce amore a cui tenevo in maniera speciale come un cirro di vite al suo tronco d'albero, me lo spezzarono, non posso per il motivo politico nè per questo antico dolore, dargliela vinta a questo ignobile stato (minuscolo). Io voglio la verità, e perciò per colpirlo più a fondo nella sua ipocrisia questo stato deve rendere giustizia alle tante vittime ed a me, svelare i suoi luridi panni, i suoi sepolcri imbiancati e levare il disturbo, per ridare alla Nazione verità e giustizia, parole espulse dalle bocche degli sgovernanti come bolle di sapone infette, che inflazionano e sputtanano la bellezza di quei significati. La sopravvivenza di questa repubblichina dipende da questa cancrena insopprimibile, la verità stuprata. Piazza Fontana, Ustica, Bologna, siamo asserviti a potenze straniere inique, non si può avere ripresa economica nè civile finchè questi nodi non saranno risolti; come una grande persona, la Nazione non potrà riprendesi finchè non avrà ritrovato la sua autostima. E l'Italia è così importante perchè nel suo destino c'è il compito di dare civiltà al mondo.

    RispondiElimina
  6. gabriele scrive: "Anonimo II, non è assolutamente vero che un'azione stragistica eseguita da servizi debba essere rivendicata; solitamente anzi non avviene, come infatti non avvenne nella sequenza di stragi sul territorio francese che si ebbe a metà anni ottanta con botta e risposta tra israeliani e iraniani per indirizzare gli accordi energetici e atomici di Parigi."

    Appunto quello che dico io. Se fossero stati i palestinesi, che non sono un servizio segreto, avrebbero rivendicato quell'azione come tutte le altre.
    Invece se ne sono state le vittime, come prospetti tu, mi sembra comunque strano che non abbiano denunciato il fatto già ai tempi.

    RispondiElimina
  7. un bel numero di bombaroli che pontifica sulla questione.
    L'unico mistero scandaloso e che la Mambro e Fioravanti non siano sepoliti in carcere ma in giro a vantarsi.

    RispondiElimina
  8. Adinolfi dice: "sia nel punto uno che nel punto due le cose non risultano affatto come egli le interpreta" Adinolfi, lei sta dicendo che il testo dellla lettera di Parisi: «Di seguito ad intese intercorse per le vie brevi in data odierna tra la S.V. e funzionario di questo Servizio, si trasmette copia di uno “studio”, elaborato a titolo personale e in modo del tutto informale da un ufficiale della riserva (all’epoca docente presso la locale Scuola), che si è avvalso per la stesura del documento unicamente da notizie giornalistiche. È opportuno, al riguardo, sottolineare che il colonnello Ciccozzi concepì e curò lo “studio” di cui sopra “a tavolino” senza cioè aver effettuato alcun sopralluogo» è un falso scritto da Pelizzaro?
    Un si o un no Adinolfi, niente giri di parole forbiti per non rispondere

    RispondiElimina
  9. Gabriele Paradisi,
    che la mia sia un'ipotesi sono stato il primo a dirlo.
    E' però un'ipotesi che, collegando tutti i dati, gli indizi, le letture dei conflitti e delle macrostrategie dell'epoca, ha un senso compiuto.
    Anche tutte le altre sono ipotesi, solo che non si sa perché (o forse lo si sa troppo bene) dal momento che accusano i deboli (palestinesi, fascisti e persino autonomi) sono attendibili. Se invece si accusano dei potenti, allora ovviamente si sottolinea l'opinabilità di chi lo fa. Che la mia ipotesi sia opinabile, però, io l'ho scritto così come ho argomentato quanta sostanza abbia (a prescindere dal ruolo stesso del Di Vittorio e della tuttora non esclusa ottantaseiesima vittima). Perché mai gli altri però si affannano così a sottolineare che la mia ricostruzione non gode di tutte le prove e, facendolo, sostengono o una pista solamente indiziaria o, peggio, una pista politica priva persino di indizi?
    Nell'esprimere un puzzle che pure, giorno dopo giorno, acquisisce pezzi ad incastro io ho mantenuto il dubbio e anche la disponibilità ad accogliere un'altra verità, purché sia vera e non sia costruita con il taglia e cuci. Invece, guarda caso, chi segue i copioni dei potenti esprime solo certezze; fatte del diniego della logica e dell'esclusione dei dati molto più di quanto presentino elementi sufficienti e credibili.
    E' un vizio italico del dopo 45.
    E, a quel vizio io rispondo con il mio: sono sempre con i più deboli. E l'esperienza mi ha persino dimostrato che solitamente sono i più onesti e i più innocenti.

    RispondiElimina
  10. Per Gabriele Paradisi 2
    Premesso e chiarito quanto era opportuno aggiungo.
    Quella del buttarla sul ridicolo quando ci si vuol liberare di una versione fastidiosa è una tecnica inveterata che appartiene alla dialettica e alla filosofia dell’agit-prop. Ma a che pro?
    Sarebbe più fruttuoso invece ragionare, così come ho cercato di fare io, ed eventualmente discutere con me, in modo razionale e non emotivo, sulle interpretazioni che ho offerto e, contrariamente a quanto continuate a sostenere con toni scalmanati, ho argomentato in modo articolato come si comprova abbondantemente ricliccando su http://www.fascinazione.info/2012/08/adinolfi-la-strage-alla-stazione-non-fu.html e su http://www.fascinazione.info/2012/08/strage-di-bologna-adinolfi-insiste.html.
    Io, a differenza vostra, non sono un ricercatore ma una persona dotata di intelligenza politica dovuta quantomeno dall’esperienza ; ed il mio ruolo, oltre a quello di parte lesa della strage di Bologna, è appunto quello di fornire una lettura coerente.
    Questo non dovrebbe invece appartenere agli investigatori, pena l’indebolimento del proprio lavoro.
    I tuttologi non funzionano.
    Difatti finché Paradisi e Pellizzaro introducono i dati offertici dalla Mitrokhin (di sicuro più credibili di quanto dicano i comunisti, anche se vanno comunque soppesati perché reduci, prima di giungere in Italia, da un bel bagno di panni nel Tamigi dove i nostri “alleati” li hanno comunque selezionati prima di consegnarceli) fanno cosa egregia.
    Meno egregia la fanno quando presentano ipotesi che partono dall’imbecillità di Kramm e della Frohlich e si articolano dando per scontata la totale incapacità politica dei palestinesi.
    Lei ha parlato di “tifo” e il suo socio di “farneticazioni” .
    Ho già fatto notare come quelle “farneticazioni”, fatte di alleanze trasversali e sporche che hanno portato a confluenze operative anche tra elementi atlantici e comunisti, siano piuttosto una regola nella realtà. Non lo sono nella copertina; se si vive il reale anziché osservarlo da telespettatori però lo si coglie, cosa più difficile quando si hanno i neuroni ammaestrati dalla spot-reality. Alla cui logica risponderebbe il lato “positivo” ma quel che voi presentate come “positivo” nella vostra ricostruzione esiste solo nei film americani dove i cattivi sono notoriamente sempre stupidi.
    L’intervento del Raisi cambia invece lo scenario e lo arricchisce. Liberissimi di leggerlo altrimenti da come l’ho fatto io; meglio se nel leggerlo diversamente si provasse ad argomentare in modo diverso che non per dogmi e postulati.
    Vedete signori P e P (sembra una maledizione fonetica quella di Bologna con custodi di verità che passano dalla P2 alle 2 P), l’attaccare tramite me e con la tecnica dell’irrisione l’operato del Raisi forse gioverà a vostri tifosi e sponsores ma non gioverà affatto all’operazione di revisione su Bologna che, senza nulla togliere al vostro esservi fatti portatori di elementi della Mitrokhin, ha possibilità di avvenire proprio grazie all’intuizione del Raisi. Intuizione che, qualunque ne sia la lettura che le si dà, rende infine sensata la presenza dei Carlos boys che la vostra interpretazione non riusciva altrimenti a spiegare salvo considerarli dei veri dementi.
    Vi faccio comunque troppo intelligenti per essere gelosi. Siate più freddi ed obiettivi e ne guadagnerà anche quello che di positivo 8senza le virgolette) finora avete fatto.

    RispondiElimina
  11. Pellizzaro ha contestualizzato i reali contorni del documento sbandierato da Adinolfi (che ne aveva omesso un passaggio importante) riducendone di fatto l'importanza. E' inutile star qui a sindacare - come costume di questo mondo ormai marcio - sul mestiere di questo o quello: Adinolfi ha citato a cazzo (sicuramente in buona fede ma la disattenzione è comunque una colpa) un documento e ne ha tirato delle conclusioni arbitrarie. Pellizzaro ha segnalato la cosa e ricordato che quando si parla di storia bisogna conoscere e citare correttamente i documenti prima di fare ipotesi. Sul metodo, su come avvicinarsi alle carte e valutarle, Pellizzaro è molto più avanti di Adinolfi e del resto ha al suo attivo studi e ricerche molto importanti anche su altri fatti storici (un esempio su tutti: via Rasella...). Adinolfi, buon per lui, mi sa che legge ancora molto Tolkien

    RispondiElimina
  12. Anonimo, leggitelo tutto quel documento e noterai come esso abbia invece importanza e come quel passaggio che ti ostini a definire come "omesso" sia solo la comprova di un equilibrismo dovuto alla funzione e quindi al lanciare il sasso proteggendo se non proprio nascondendo la mano. Insomma io funzionario la dico ma al contempo mi paro il sederino. Direi che è un classico, fanno eccezione solo i depistaggi pilotati.
    Se c'è qualcuno che ha "estrapolato" e "minimizzato" non sono quindi certamente io....
    Salvo poi che se anche venisse meno qualcuno dei dettagli esposti già da principio proprio da me come ipotetici (e aggiunti difatti solo in contorno e nel secondo topic) e che sono i soli, guarda guarda, che vengono contestati visto che l'impianto sembra solo rigettabile ma non criticabile, non verrebbe affatto meno l'intero insieme. A meno che non si comprovi che il gruppo Carlos non fosse a Bologna, nel qual caso, e, solo in quel caso, la ricostruzione non starebbe in piedi. Altrimenti ci sta a parer mio molto più e molto meglio di tutte le altre finora espresse o, in ogni caso, evitando soggettivismi, ci sta con altrettante possibilità. Salvo che per chi PROPRIO NON CI STA a mettere in discussione i potenti e magari i propri rapporti con essi.
    O per chi, cercando di far far rissa tra i diversi rilettori della pista bolognese, vuol tenere in piedi la verità ufficiale che teme sia finalmente sbugiardata e rigettata definitivamente.

    RispondiElimina
  13. Io non capisco perchè una persona come Gabriele si abbassa a rispondere ad un post pieno di insulti....

    RispondiElimina
  14. L'ultimo articolo decente scritto da Pelizzaro risale al...1998 (era un'inchiesta, pubblicata da AREA, sulla prigione di Aldo Moro nell'edificio i cui appartamenti erano intestati, in massima parte, a cooperative riconducibili ai servizi)! Dopo quel servizio fu convocato dalle "autorità" (non ricordo se Digos o carabinieri). Gli effetti di quella convocazione si vedono tuttora...

    RispondiElimina
  15. Oggi ferragosto 2012, a Unomattina raiuno, la bella e intelligente conduttrice, che lavora con Vespa a Porta a porta, ha chiesto al ministro Cancellieri cosa si può fare per raggiungere la verità su Bologna, la ministra ha evitato di parlare di svelare il segreto di stato e ha citato Monti che vuole raggiungere la verità, su quello è altri misteri d'Italia. La solita fuffa. Credo che Vespa farà uno speciale.

    RispondiElimina

Powered by Blogger.