Header Ads


L'eredità del Msi: donna Assunta Almirante scatenata contro il finiano Menia

di Fausto Biloslavo
Ha smentito il suo passato e cambiato partito e adesso si batte per i cimeli fascisti?».
Non ci può credere donna Assunta, vedova di Giorgio Almirante, che nel capoluogo giuliano, l’ex sottosegretario di An nel governo Berlusconi, oggi esponente di spicco di Fli, abbia denunciato gli ex «camerati» per «sottrazione indebita» di archivi del Msi, cimeli del Ventennio, della Seconda guerra mondiale, compreso un busto bronzeo del Duce.

«Magari pensa di prendere qualche voto di quelli che prima erano con lui, ma non credo che accadrà - sottolinea Assunta Almirante, classe 1925 - Giorgio amava Trieste, dove è stato eletto consigliere comunale con una valanga di preferenze. Se i cimeli sono andati regolarmente ad una fondazione che si occupa della storia della Repubblica sociale e della destra va bene. Altrimenti è meglio bruciare tutto».
Donna Assunta fa riferimento soprattutto alla documentazione e ai registri degli iscritti del Msi sparsi per l’Italia: «Ad Udine li stanno difendendo da istituti legati alla Resistenza. O si raccolgono i documenti del Movimento Sociale da tutto il Paese, preservandoli, oppure è meglio distruggerli».
Nel frattempo a Trieste la Digos continua a chiamare in Questura le «persone informate dei fatti» sul trasferimento dei cimeli del Msi nel museo della Fondazione Panzarasa, in possesso di un contratto di comodato d’uso firmato dal presidente della Fondazione An, senatore Franco Mugnai. L’onorevole Menia, invece, rivendica il sacrario come patrimonio comune della destra locale di cui ha fatto parte.
Si tratta della piccola punta di un iceberg rappresentato dal vasto patrimonio del Movimento sociale confluito in An e rimasto congelato.
Donna Assunta ha le idee chiare su cosa farne: «Almirante ha creato un patrimonio in beni immobili di cento miliardi di allora comprando sedi grazie ai sacrifici e alle donazioni di militanti e simpatizzanti. Bisognerebbe fare un’asta e venderli tutti. Poi con il ricavato aiutare i tanti italiani, che in questo momento di crisi hanno bisogno di una mano e non riescono a mangiare due volte al giorno. Non solo gli ex militanti, che oramai non si trovano più, ma senza distinzioni fra destra e sinistra».
La vedova di Almirante racconta come il suo Giorgio «avesse ricevuto personalmente in eredità almeno una ventina di appartamenti e beni. Me ne ricordo quattro solo a Verona. Il giorno dopo li girava subito al partito».
Poi rispondendo a una domanda sul successo di Marine Le Pen in Francia molla la stoccata: «Quando è venuta a Roma a presentare un libro mi ha invitata, ma la destra l’aveva completamente ignorata. Temo che né una donna, né un uomo del genere salterà fuori in Italia».
E ritorna sul capoluogo giuliano: «Pensi che Almirante aveva allevato Menia a Trieste, da ragazzino. Per me è stato un grande dolore la scelta che ha fatto. Forse vuole tenersi il busto del Duce per un esame di coscienza e decidere di tornare dove è nato».
fonte: Il Giornale

5 commenti:

  1. Mi ha colpito la grande umanità di questa donna.
    In linea generale, da destra a sinistra, è difficile trovare persone come lei nel nostro paese.

    RispondiElimina
  2. Sappiamo che per quelli de "la Destra" i veri Camerati e i veri fascisti sono gli ammiratori di Berlusconi...........Purche' paghi, s'intende!

    RispondiElimina
  3. Ma in tutto questo, Rauti e gli altri vari sedicenti Msi, fiamme, etc., possibile che non avanzino richieste? La spartizione della torta, del vecchio PSI, tra DS e Rifondazione, è stata una battaglia legale non da poco. E qui, come stanno le cose?

    RispondiElimina
  4. Mi sa che qua è andata come con Lusi, Rutelli e la margherita: Han mangiato tutti, chi più chi meno.

    RispondiElimina
  5. "In linea generale, da destra a sinistra, è difficile trovare persone come lei nel nostro paese"
    è anche difficle trovare persone che lavorano

    RispondiElimina

Powered by Blogger.