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#Genova, la città di luglio '60, dedica una strada al #fascista #Venturini

Genova la 'rossa', città medaglia d'oro della Resistenza, ha intitolato oggi un suo viale a un esponente di estrema destra, Ugo Venturini, militante dell'Msi ucciso il 18 aprile del 1970 mentre assisteva ad un comizio dell'allora segretario missino Giorgio Almirante. Da oggi a Genova in quello stesso punto in cui Venturini fu ucciso - nei giardini davanti alla stazione Brignole - c'è questa targa: «Ugo Venturini, colpito a morte durante un comizio politico». Quella targa l'ha voluta la giunta di centrosinistra di Marta Vincenzi. Un gesto di pacificazione compiuto dall' amministrazione di centrosinistra su proposta degli storici militanti della destra sociale genovese, come il senatore Giorgio Bornacin, per «mettere definitivamente la parola fine sull'odio politico degli Anni di Piombo».

Ugo Venturini, 32 anni, operaio edile, militante Msi e volontario di una pubblica assistenza, il 18 aprile 1970 a Genova fu colpito alla testa da una bottiglia piena di sabbia lanciata da estremisti di sinistra. Gli autori del gesto non sono mai stati scoperti. L'agonia di Venturini durò fino al primo maggio. Anni dopo si suicidò sua la moglie. Dopo 42 anni, Genova la 'rossà ha deciso oggi di tendere la mano per rendere omaggio a quella che è considerata la prima vittima in Italia degli Anni di Piombo. L'intitolazione del viale si è svolta con una cerimonia sia a rappresentanti del Comune, sia un gruppo di militanti di estrema destra che hanno salutato la targa facendo il saluto romano. «È importante ricordare una persona in un luogo che ha fatto la storia - ha commentato l'assessore Paolo Veardo a nome della giunta Vincenzi -. Un marito, un giovane padre di 32 anni che ha perso la vita per le sue idee politiche». Parole di apprezzamento sono state espresse dal centrodestra, primo fra tutti il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: «È un fatto di alto valore morale e simbolico che il Comune di Genova abbia voluto commemorare Ugo Venturini titolando a suo nome un viale proprio nel luogo dove fu colpito a morte. Diamo atto al sindaco Vincenzi di aver sostenuto l'iniziativa». «Un segnale straordinario - lo ha definito l'ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni -. Tutti i giovani morti negli Anni di Piombo sono martiri dell'Italia intera». Giorgio Bornacin, sostenitore dell'iniziativa, ha aggiunto: «Io c'ero quel 18 aprile 1970. Durante gli scontri Venturini fu colpito alla testa da una bottiglia di Coca Cola piena di sabbia lanciata da ignoti. In Italia stavano nascendo le Brigate Rosse. Quella tragedia portò al suicidio della moglie di Venturini e alla tossicodipendenza del figlio».(ANSA).

4 commenti:

  1. Militanti di un Msi,oggi disprezzato da puri che non conoscono la storia di quegli ingenui idealisti, quei fascisti eterni che prendevano un tricolore in mano e si chiedevano perché i comunisti ed i dc ce l'avessero con patrioti sinceri.
    Per il camerata Venturini tutte le sezioni del Msi fecero una colletta.
    Poi tanti altri camerati furono uccisi.
    Per difenderci compravamo le sedi con altre collette.
    Poi il mascalzone dei mascalzoni, Gianfranco Fini, ha sigillato gli anni bui della chiusura del Msi e del passaggio all'antifascismo, appropriandosi di una casa e anche del samgue dei camerati.
    Infame. Come Bentivegna, anzi peggio.

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  2. "Colpito a morte mentre assisteva a un comizio politico", da cosa? Da una tegola caduta da un tetto? Da un autista ubriaco che è finito con l'auto contro chi assisteva al comizio? Booh! la solita ipocrisia di un colpo al cerchio e uno alla botte!

    Filippo

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  3. Filippo hai ragione...ma iniziamo ad apprezzare questo piccolo passo...per la dicitura assassinati per la barbara mano dell'antifascismo militante dovranno passare ancora decenni mi sa...

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  4. L'abisso morale e la differenza esistenziale tra Almirante e Fini, possiamo determinarla dalla morte di Ugo Venturini. Il primo comperò coi soldi del MSI una abitazione alla vedova e al figlio del caduto; il secondo coi beni del partito, avuti in eredità dalla contessa Colleoni, ha sistemato in una casa a Montecarlo, il cognato.Due politici evidentemente, con due visioni della politica contrapposti.Resta un mistero che Fini trovi ancora credibilità e seguaci in un movimento politico come Futuro Libertà,ove alcuni suoi seguaci hanno dei trascorsi neofascisti. Ricordo con nostalgia i tempi, in cui l'epiteto più ingiurioso tra i militanti missini, era quello di "badogliano"!Temistocle Vaccarella.

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