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A trent'anni dal terrorismo: un dossier del Messaggero di Sant'Antonio

Un dossier per ricordare “una delle pagine più buie della nostra democrazia”. A trent’anni dagli anni di piombo (che convenzionalmente si fanno terminare con la liberazione del generale Usa Dozier, il 28 gennaio 1982 a Padova) e in occasione della Giornata europea in ricordo delle vittime del terrorismo (11 marzo), il “Messaggero di Sant’Antonio” pubblica, nel numero di marzo, “interventi, interviste e riflessioni” sul tema “La memoria oltre il dolore”. Al terrorismo – rosso e nero – degli anni settanta sono riconducibili 14.615 attentati, 428 morti e circa 5 mila feriti. Ventimila furono i militanti della lotta armata inquisiti e circa 6 mila quelli arrestati. Fili conduttori del dossier sono “il ricordo per non dimenticare”, “la ricerca della verità per comprendere la storia”, “la rilettura per non rimanere ostaggi dell’odio e del rancore”. “La memoria – scrive il ‘Messaggero’ presentando il numero – diventa il percorso obbligato perché rabbia e odio non abbiano il sopravvento”, “per non permettere che altri – come disse Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, al figlio Mario – decidano ancora del tuo destino”, perché “il rancore - ricorda Silvia Giralucci, il cui padre fu ucciso nella sede del Movimento sociale italiano (Msi) di Padova, nel primo delitto rivendicato dalle Brigate rosse – finisce sempre per corrodere le tue ossa, mai quelle degli altri”.

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