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Alemanno, un sindaco sociale contro gli operai in lotta


di Giuseppe Parente
Come sembra ancor più lontano di quanto cronologicamente sia, il 29 maggio 1989, quando l’attuale sindaco di Roma, Gianni Alemanno, all’epoca dirigente del Fronte della Gioventù insieme ad altri militanti veniva arrestato a Nettuno per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata e tentato blocco di corteo ufficiale, in occasione della visita del Presidente degli Stati Uniti d’America George H. W. Bush al cimitero di guerra americano, e scarcerato dopo pochi giorni.

Ieri 27 settembre 2011, il buon sindaco di Roma, Gianni Alemanno, leader indiscusso della destra sociale all’interno del popolo delle libertà ha tenuto un comportamento poco consono rispetto alla sua storia politica  prendendo posizione contro la confusione causata in città dalla protesta degli operai della Fiat di Termini Imerese dichiarando inoltre che “ tutti hanno diritto a manifestare nella Capitale ma la nostra città non può essere messa in ginocchio da manifestazioni non autorizzate.
Secondo il sindaco Alemanno, la manifestazione avrebbe dovuto svolgersi in Piazza Santi Apostoli, mentre in pratica si è trasformata in un corteo creando quindi grossi disagi ai cittadini e agli automobilisti di Roma, divenuti capri espiatori delle giuste rivendicazioni degli operai della Fiat.
Gianni Alemanno, imbufalito per il traffico in tilt, nel centro della città, dovuto alla manifestazione degli operai della Fiat di Termini Imerese,  ha chiesto al Questore di Roma di bloccare la protesta.
I lavoratori, venuti a conoscenza della strana richiesta fatta dal sindaco di Roma al questore, si sono guardati in faccia, sbalorditi ed hanno cominciato a scattare foto della propria manifestazione, autotorizzata, che si è svolta, in una Piazza Santa Apostoli, rigidamente recintata dalle forze di polizia,  e da lì, sempre con il permesso della Questura, ha raggiunto Montecitorio per poi spostarsi dal Parlamento alla sede del ministero dello Sviluppo Economico.
Per evitare ulteriori problemi al traffico capitolino, l’ultimo spostamento da Montecitorio alla sede del ministero dello Sviluppo Economico è avvenuto in autobus.
Davvero toccante è stata la scena di un operaio siciliano che parlava ad un poliziotto schierato a guardia del Ministero al quale diceva : “ se  ti dicessero all’improvviso, che non servi più, e quindi rimarresti senza lavoro, con moglie e figli a tuo carico, come reagiresti? Ricevendo come risposta il più assordante dei silenzi.
Molto rumorosa è stata questa manifestazione, diversi gli slogan urlati dagli operai siciliani contro Marchionni, alcuni anche in dialetto contro i potenti ras del popolo delle libertà  della Sicilia degnamente rappresentato a Roma dal presidente del Senato, Renato Schifani e dal neo segretario nazionale del partito berlusconiano Angelino Alfano.
Gli operai hanno ribadito che si sentono umiliati e presi in giro da una azienda, la Fiat che vanta investimenti e piani  teoricamente  strabilianti ma nel frattempo chiude due stabilimenti.
Infatti oltre a Termini Imerese, la cui chiusura è prevista per il 1 ottobre, anche lo stabilimento Iribus, in provincia di Avellino chiuderà nei prossimi mesi battenti ed anche lo stabilimento di Mirafiori è a rischio chiusura o ridimensionamento nella migliore delle ipotesi.
Il tavolo con il ministro Paolo Romani, dedicato unicamente alla questione Termini Imerese si è concluso con il più classico del niente di nuovo sul fronte occidentale, per cui è necessaria nei prossimi giorni una nuova ed aggiornata discussione. I sindacati, hanno accettato di fissare un incontro il 5 ottobre con la Dr Motor di Di Risio unico azienda disposta a rilevare gli stabilimenti ed a garantire continuità lavorativa, dopo gli ammodernamenti allo stabilimento a 1312 lavoratori invece che ai 1566 lavoratori attuali ed ai 700 dell’indotto.

2 commenti:

  1. Sono sempre + schifato da questi svenduti ex aennini pdellini, non ci sono piu' parole....

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  2. Leader indiscusso d'un gruppo d'affamati di potere...

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