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Né destra né sinistra: De Magistris


Quando facevo il giornalista nei vari piccoli quotidiani che ho girato, il giorno delle elezioni era una rottura di palle mostruosa. Perché la logistica e l'organizzazione erano assolutamente inadeguate alle ambizioni e alle pretese dei capi.
Da anni la materia non mi appassiona più di tanto ma stavolta, grazie alla sfida milanese e all'Internet bug (quei cani di fastweb non saranno mai maledetti abbastanza), mi sono fatto una scorpacciata di telekermesse elettorali. E al di là della meraviglia - per la prima volta da tempo le proiezioni ci hanno sostanzialmente azzeccato e il centrosinistra ha migliorato in corso d'opera - sono soddisfatto per la conferma avuta a una mia antica intuizione: De Magistris, che era un mediocrissimo pm, si è confermato un eccellente politico. Con il coraggio di cogliere l'occasione dello sbandamento totale del Pd dopo il capolavoro delle primarie pezzottate e lo spirito dei tempi, l'indignazione popolare dopo la catastrofe del bassolinismo. 
La scelta del Pd (con Sel alla coda) di contrapporgli un prefetto ha finito per rafforzare l'idea che per riprendere il governo di Napoli era necessario un uomo di "legge ed ordine". E la gente si sa tra l'originale e le imitazioni preferisce il primo: in questo caso il pm che nell'immaginario collettivo aveva avuto il coraggio di sfidare i poteri forti (anche se poi le sue inchieste erano affondate nel nulla). Anzi, il suo fallimento giudiziario aveva finito per innescare un dispositivo di profezia che si autoavvera: la "cupola" affaristico-politico-criminale che soffoca le regioni meridionali avrebbe reagito alla sua sfida vanificandone gli sforzi di fare pulizia (anche se, a voler essere precisi, i suoi più accaniti sostenitori di un tempo hanno considerato un tradimento il suo passaggio sul terreno politico).  
Queste risorse politiche, opportunamente miscelate con la quota giusta di demagogia e populismo necessarie a mettersi al livello di imbarbarimento sociale della città, gli hanno consentito per la prima volta nella storia delle elezioni dirette del sindaco nelle metropoli di rastrellare quote significative di voti disgiunti in tutti e tre i bacini elettorali avversari (centrodestra, centro, centrosinistra). Anche perché è evidente che una quota significativa di elettori ha un'unica esigenza: la totale discontinuità con il sistema di potere bassoliniano e con il partito unico della spesa pubblica. 
Ed evidentemente il candidato del centrodestra Lettieri, presidente di Confindustria uscente, ha finito per essere percepito in sostanziale continuità. Come conferma, del resto, la scelta di affidare due postazioni chiave della campagna elettorale a un ex assessore bassoliniano (sia in Comune, sia in Regione: Velardi, spin doctor) e allo storico portavoce dei presidenti Verdi della Provincia (un altro feudo bassoliniano per una quindicina d'anni). E così un popolo ridotto in condizioni plebee non poteva che affidarsi al Masaniello di turno.

5 commenti:

  1. Ritengo che a Napoli, con la camorra che controlla il territorio in modo così capillare, non riuscirebbe ad avere successo neppure il "prefetto di ferro" Mori, quello degli anni '30. Conbattere la camorra significa mettersi contro non solo il "Sistema" (così la chiamano i suoi aderenti) ma anche il governo e lo stato stesso.

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  2. e poi bisogna dire che sulla sua pagina Facebook, De Magistris non censura (o almeno, non me ne sono accorto), a differenza di come si comportano quelli del Fatto.

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  3. Mi rendo conto che la cosa è maledettamente complicata ma i due siti che hai linkato sono dei fanatici supporter del de Magistris pm che sono diventati accaniti avversari del de Magistris politico. Una cosa molto meridionale

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