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Ferimento Antonini: né rossi né neri ma...

"Non è una vendetta personale E poi quella pistola era vera"
Andrea Antonini in conferenza stampa (Foto La Repubblica)
(umt) Il tour romano-perugino ha penalizzato un bel po' la puntualità dei temi del blog (e favorito qualche commento fuori dalle righe). Tocca però ritornare sulla questione del ferimento di Antonini, anche perché sono convinto anche io che non ci sia una "pista rossa". Così come è ridicola la pista "Forza nuova": per la semplice ragione che lo scontro tra i due gruppi risale a quattro anni fa e dopo il pestaggio di Martin Avaro, federale romano forzanovista, non ci furono rappresaglie contro CasaPound. Sarebbe insensato che fossero successe quattro anni dopo: e a maggior ragione ché da tempo Avaro è uscito da Fn e - a quanto mi risulta - è uno dei tanti camerati risucchiati nel sistema Alemanno (gestisce una cooperativa che cura servizi di affissione per il Comune). E quindi ripartiamo con due articoli di Repubblica.it: le posizioni della sinistra antagonista (e di Carla Verbano) sulla vicenda e la conferenza stampa di ricostruzione dell'agguato


"Non è una vendetta personale
E poi quella pistola era vera"

Il racconto di Antonini: "Una sparachiodi non fa il botto". Quei due indossavano i caschi: mi hanno sparato da un metro con un'arma da fuoco. Diamo fastidio per le nostre battaglie. Ma saranno gli inquirenti a scoprire i colpevoli

di ANNA RITA CILLIS

A ventiquattrore dall'agguato Andrea Antonini non ha dubbi: "Dietro l'aggressione - dice - c'è un movente politico, non so se legato all'attività CasaPound o del municipio". Il consigliere del ventesimo municipio, nonché vicepresidente del movimento di destra radicale, esclude, che la vicenda sia legata a questioni personali: "Non ci sono liti e le storie personali - aggiunge - me le tengo in casa". Seduto dietro un grande tavolo all'ultimo piano del quartier generale di CasaPound in via Napoleone III e attorniato dai "suoi" Antonini offre la versione ufficiale di quanto accaduto giovedì, nel parcheggio del bar Euclide sulla Flaminia. Nella sala entra zoppicando ma senza l'aiuto di stampelle. Vestito con un paio di pantaloni da ginnastica e una maglietta, inizia a parlare dell'aggressione: "Mi hanno sparato da un metro di distanza e non mi hanno poggiato la pistola sulla gamba. È stata usata un'arma da fuoco. Una sparachiodi non fa il botto". Poi, però, aggiunge "che spetta solo alle forze inquirenti accertare" chi è stato "non è compito nostro né di nessun altro e non vogliamo buttare altra benzina sul fuoco. Il nostro atteggiamento sarà calmo e riflessivo, tipico di chi sa di avere ragione". Insomma per CasaPound "non si aprirà alcun tipo di scenario, non abbiamo intenzione deviare la nostra rotta e non distoglieremo lo sguardo dal nostro cammino: per quel che ci riguarda non è successo nulla".
La sala - affollatissima - è la stessa che gli esponenti del movimento utilizzano per tavole rotonde, incontri culturali, per radunarsi e fare il punto sulle loro questioni. "Noi facciamo attività politica in tanti settori come il sociale, il mondo della disabilità. Settori nei quali girano grossi interessi", fa notare Simone Di Stefano, il portavoce del movimento "è possibile che la nostra azione possa avere infastidito qualcuno". Per loro, però è da escludere la pista di Forza Nuova: "È infondata, sono persone che conosciamo da molti anni e poi a Roma ci saranno si e no dieci persone". Il primo responsabile di quello che è "successo - per Di Stefano - è il clima d'odio antifascista che autorizza chiunque ci ritenga scomodi ad attaccarci, sicuro poi di poter far ricadere la colpa sugli opposti estremismi".
Sono categorici gli esponenti da CasaPound, andranno avanti nelle loro azioni e, facendo riferimento all'occupazione della scuola Parini aggiungno: "Si trattava di un'occupazione simbolica, non certo a scopo abitativo. Ma quello stabile era vuoto a da alcuni anni, e per noi non esistono zone di destra o sinistra. Mi dispiace per la madre di Valerio Verbano ma io ho trent'anni, sono fatti accaduti quando non ero neppure nato. Noi volevamo solo mettere l'accento sul fatto che quella scuola stesse lì senza essere utilizzata".
Si dichiarano "fascisti" i giovani di CasaPound ma difendono la Costituzione. Dicono di aver diritto a fare "politica come chiunque altro" e non capiscono perché "ogni volta che facciamo qualcosa destiamo interesse. Qui da noi, ci sono venuti molti esponenti di sinistra come deputata del Pd Paola Concia, per fare solo un esempio, organizziamo incontri culturali, parliamo con gli autori di libri ma quando presentiamo i nostri succede sempre casino",. Si riferiscono al romanzo "Nessun dolore. Una storia di CasaPound" di Domenico Di Tullio che oggi sarà "comunque presentato a Ostia alla biblioteca Elsa Morante", rimarca Luca Marsella, responsabile del movimento del litorale romano. Nonostante le tensioni che ci sono state in altre città

Centri sociali: "E' un raid di destra"
La condanna di mamma Verbano

Le realtà dell'antifascismo militante romano: "Nessuna ritorno alle sparatorie degli anni 70". Carla Zappelli, madre di Valerio Verbano: "Condanno qualsiasi gesto di violenza anche se sono persone che non mi piacciono"

di VIOLA GIANNOLI
"Nessuna violenza da opposti estremismi, né ritorno alle sparatorie degli anni 70". I centri sociali e le realtà dell'antifascismo militante romano rigettano ogni accusa rispetto alla gambizzazione del vicepresidente di CasaPound Andrea Antonini. Quasi tutti, anzi, sembrano convinti che movente e responsabili vadano cercati nell'ambiente di lavoro e in quello politico del consigliere municipale.

"Respingiamo al mittente, cioè al sindaco, il tentativo di cercare le cause della vicenda nel clima delle contrapposizioni politiche. Basta leggere le dichiarazioni dei fascisti di CasaPound per capire che siamo davanti a un affare privato e interno alla destra estrema" spiegano movimenti e partiti del IV municipio, chiamati in causa perché tra Montesacro e Tufello è andata in scena l'ultima occupazione guidata proprio da Antonini prima alla scuola Parini e poi in via Val D'Ala, che ha sollevato polemiche e qualche tafferuglio.

Ma prende la parola anche Carla Zappelli, mamma di Valerio Verbano, il militante di sinistra ucciso nel 1980, che abita a Montesacro: "Non conosco personalmente Antonini ma fa sempre parte di CasaPound, che io detesto. Certo di fronte a un ferimento dico che si può parlare e non sparare alla gente. Io condanno qualsiasi gesto di violenza anche se sono persone che non mi piacciono". Mentre per i centri sociali più attivi sul fronte dell'antifascismo, come l'Horus, "l'omicidio politico e le gambizzazioni non fanno parte delle nostre pratiche. Semmai adottiamo mobilitazioni di massa contro le provocazioni neofasciste". Stessa versione dall'Acrobax di Garbatella: "Pensiamo che Antonini debba farsi un esame di coscienza. Sembra un regolamento di conti interno. Il ritorno agli anni '70 è solo una banalizzazione politica".

12 commenti:

  1. Picchiare Martin Avaro è stato un gesto di nobiltà?

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  2. Martin Avaro non c'entra nulla in questa storia.

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  3. condanno l'accaduto e mi spiace per questo ragazzo
    ma vorrei ricordare che Martin Avaro fu pestato da una banda di infami che si accanirono contro di lui
    ma bisogna anche dire che gli stessi amici di Martin non fecero nulla per difenderlo
    boccia rispondi a questa domanda
    è da infami o no picchiare un uomo a terra e massacrarlo in 4 o 5 con bastoni?
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  4. Boccia non risponderà. L'intera area non ha futuro. Rassegniamoci allo Spirito del tempo.

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  5. Martin Avaro non c'entra nulla in questa storia.

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  6. Lo sanno anche i muri e il terreno che visto il sangue di Avaro che lui non centra in questa storia
    è da infami sparare ad una persona che fa politica ma è anche da infami 5 contro 1
    infami

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  7. È un vero peccato che questo interessante blog venga infestato periodicamente di agenti provocatori.

    Guarda caso della storia di Avaro (che non è andata come dici, ma sorvoliamo...) non si parlava da anni. Ora che Fn viene arbitrariamente tirata in ballo dai gazzettieri contro Cpi, ecco spuntare chi semina artatamente zizzania e rivanga storie del passato.

    Come quel pupazzo che ha commentato "Solidarietà ad Andrea, quando diamo una lezione a Fn?".

    Ma pensa un po', che cose bizzarre che accadono in rete...

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  8. e intanto però i casapoundisti, gran signori come sempre, ne approfittano per buttare li un bel "e poi a Roma ci saranno si e no dieci persone"!

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  9. Adriano, io so perfettamente come andata. Come gli Orazi e Curiazi, che partono in tre contro tre e poi finisce che uno solo per l'inettitudine dei suoi compagni s'è dovuto spicciare l'intera pratica. E così una parte potrà dire che è stato vigliacco infierire sull'uomo solo e gli altri difendersi sostenendo che i vigliacchi sono quelli che si sono sottratti allo scontro.
    Ma resta l'essenza da ribadire: che è una bufala colossale la tesi della vendetta di Forza nuova, atteso che quando ne aveva in qualche modo motivo neanche l'ha fatto. Ed è questa la ragione per cui io, e sottolineo io, mi sono preso la briga di riesumare il nome di Avaro fatto che,immagino, disturbi entrambi.

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  10. infatti è sbagliato a roma ci sono 5 di fn

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  11. ahahahahah 5 piu fiore allora sono in 3 ahahahahahha

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  12. e beviamoci una BOCCIA di vino rosso cosi facciamo pace

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