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21 aprile: il movimento tradizionalista romano/2

(umt) Oggi, 21 aprile, Natali di Roma, è giorno di festa per numerosi soggetti e componenti della fascisteria, quelli più legati al mondo della Tradizione. Non a caso un circolo come Raido se l'è scelto come data di fondazione e oggi compie 16 anni. Alla corrente evoliana del tradizionalismo romano ho dedicato un lungo paragrafo nel primo capitolo di Fascisteria (2a edizione, Sperling & Kupfer, 2008). Qui  potete leggere la prima parte.

La rivista più prestigiosa, Via della Tradizione, diretta da un discepolo palermitano di Evola, Gaspare Cannizzo, comincia le pubblicazioni nel 1971, e conta tra i collaboratori studiosi del livello di Gianfranco De Turris, Mario Bernardi Guardi, Gabriele Fergola, Adriano Romualdi e Pio Filippani Ronconi. A Messina, intorno alla personalità carismatica di Salvatore Ruta, si consolida al principio degli anni ’80 Arx, che darà vita al trimestrale La Cittadella e agli omonimi quaderni, pubblicazioni pressoché esclusivamente dedicate alla Tradizione italico-romana, di cui spesso forniscono istruzioni "operative" per una rinnovata esperienza del sacro in senso pagano. In una fase di profonda crisi politica dell’ambiente della destra radicale, si manifesta una ripresa esplicita della “via romana”. Per la prima uscita pubblica, nel 1981, sono scelti luogo (Cortona: mitico luogo d’origine dei Troiani) e data simbolici (1 marzo: inizio dell’anno sacro). Nel convegno di studi dedicato alla Tradizione italica e romana si delineano posizione non omogenee e si comincia ad affrontare il problema di come riconnettersi alla tradizione autoctona italica. Negli anni seguenti “rielaborazione dottrinale” e “ridefinizione concettuale”, che mettono capo a una nutrita produzione editoriale, si accompagnano all’“affinamento interiore” e a un cauto lavorio organizzativo che interessa varie regioni italiane. “Da Cortona, omphalos d’Italia – fu poi scritto su Arthos – parte dunque l’invito a riscoprire la propria autentica e unica tradizione, quella italica, romana e classica, la quale sola, di contro ai tristi esotismi ed agli ambigui spiritualismi di moda, può offrire occasione di riscatto e vittoria nella nuova barbarie dei tempi”.
I tre Conventum Italicum#, tenuti in Sicilia, tra il 1985 e il 1988, fra le tre principali componenti (che fanno capo a Ruta, a Del Ponte e a Roberto Incardona#, animatore del Centro studi tradizionale di Trabia) consentono la nascita del Movimento tradizionalista [poi ‘tradizionale’] romano che si definisce “non un movimento politico, bensì l’espressione, sul piano culturale della Nazione, di un Centro spirituale che alla fine del secondo millennio dell’Era Volgare testimonia della continuità e della viva presenza della Tradizione romano-italica in Italia”#. Dopo l’adesione nel 1991 di Romània Quirites (un’associazione comunitaria, con aree agricole e attività artigianali in Romagna) il IV (e ultimo) Conventum Italicum, tenutosi il solstizio d’estate del 1992 a Forlì, decide di sovraordinare al Mtr, con la sua rete associativa, una Curia romana patrum#, a cui sono demandate le questioni del rito e del culto. Con la stesura di un preciso Kalendarium, che scandisce i ritmi qualitativi del tempo sacro e indica le date essenziali per le cerimonie personali, è stato possibile celebrare matrimoni secondo le linee dell’antico rito della “comunione del farro”. In questo contesto il Mtr accentua la sua presenza in termini di ispirazione ideale nella sfera politica. Il pater della Romania Quirites consegnerà addirittura a Fini il Manifesto “politico” del Mtr. “Questa volontà di incidere in ambito pubblico – osserva Politica Romana – con una specifica attenzione al tema della Patria, della Nazione, dello Stato e della Religione mostra un risveglio d'interesse per quel dominio che fu il principale oggetto dell'attenzione e delle cure del Koku-rei, il Cerimoniale di Stato nipponico, peraltro oggi non più esistente come funzione istituzionale dello Stato”#. Il Mtr, infatti “non guarda a se stesso come espressione di una realtà in competizione o contrapposizione con qualsivoglia religione: fa infatti propria l’idea, già romana, dalla pluralità delle forme del Sacro [tuttavia] considerando come ‘Stato tradizionale minimo’ uno Stato ‘alla giapponese’ nel quale il posto che ha lo Shintoismo nel Sol Levante sarebbe qui tenuto dal culto pubblico degli Déi di Roma, il Mtr assicura fin da adesso che, nell’eventualità si addivenisse a un simile Stato, il pluralismo religioso sarebbe mantenuto”.
“Il Mtr – spiega Sandro Consolato#, che da parte sua non ha mai militato a destra, anzi da giovane era anarchico - non è un movimento politico, pur avendo sue idee – in buona parte riconducibili al magistero di Evola – sullo Stato e la società. Esso è senz’altro nato nell’ambito della cultura di destra, e nella estrema destra (dal Msi a Tp) hanno militato in gioventù buona parte dei suoi dirigenti, affiliati e simpatizzanti, ma ad esso guarda con interesse un mondo più vasto, che va da settori della cultura accademica e del giornalismo nazionale a semplici cultori dell’esoterismo e dell’antichità classica”. Nel 1998 i Romani Quirites, guidati da Loris Viola, si distaccano “per divergenze di carattere ideologico-organizzativo più che cultuali”. Dietro la formula di cortesia politica si nasconde il sostanziale fallimento di un tentativo alchemico: il gruppo umano forlivese, che ha una forte struttura comunitaria, non riesce a fondersi con le altre realtà del movimento. Alle origini dell’esito negativo dell’esperimento la sua particolare natura: il leader Viola è una personalità carismatica, dai variegati interessi. Nasce come maestro zen e si costruisce un cenacolo di discepoli che vengono coinvolti nel suo percorso di ricerca, che approda alla religiosità dei padri. Oggi la comunità è articolata tra l’associazione pubblica, che è dichiaratamente una cerchia esterna, e un ordine gentilizio, che ha caratteristiche tipiche dei movimenti iniziatici.
Con il numero 59-60, che copre tutto l’anno 1999, La Cittadella conclude i sedici anni di vita della sua prima serie, caratterizzata dalla sobria veste di rivista fatta in casa, con macchina da scrivere prima e computer poi, ma sempre con forbice, colla e macchina fotocopiatrice. Nel 2001, grazie alle edizioni romane de I Libri del Graal di Serafino Di Luia, è iniziata la nuova serie, che esce come “Rivista trimestrale del Movimento Tradizionale Romano fondata da Salvatore C. Ruta nel 1984”. L’antico sodale di Stefano delle Chiaie coltiva interessi archeologici e religiosi da antica data. Dopo lo scioglimento di Lotta di popolo, di cui era uno dei leader, Di Luia aveva fondato la Libreria Romana, punto di riferimento indispensabile per bibliomani e cultori della materia. Oggi è un semplice aderente del Mtr. La rivista è curata da Sandro Consolato con la collaborazione di Renato del Ponte, Roberto Incardona e Daniele Liotta, la rivista si è presto imposta, anche per il suo mantenersi aperta a collaborazioni provenienti da vari ambienti ed individualità, come un punto di riferimento culturale indispensabile per tutta l’area del tradizionalismo romano-italico e del tradizionalismo tout court. Ai vecchi collaboratori se ne sono aggiunti di nuovi e di prestigiosi, come i professori Pio Filippani Ronconi e Piero Di Vona ma anche firme autorevoli del sodalizio di Ar, come Anna k. Valerio e Giovanni Damiano; del resto anche Sandro Consolato è collaboratore delle edizioni di Ar. Benché non manchino tensioni e polemiche nell’ambiente e alcuni gruppi presenti negli anni ’90 (i Centri Studi “Claudio Flavio Giuliano” di Vignola e “Giorgio Gemisto Pletone” di Riccione) si siano sciolti, la via romana riesce a mantenersi viva e presente in Italia. Di particolare rilievo nazionale rimane la celebrazione annuale del 21 aprile a Roma, cui intervengono aderenti e simpatizzanti provenienti da tutto il Paese. I rappresentanti del Mtr godono di un prestigio culturale riconosciuto. Nel 2006 la Gens Iulia-Primigenia, guidata da Daniele Liotta, un siciliano trapiantato a Roma proietta il movimento su scala europea, con la partecipazione al Solstizio d’Estate dei gentili ellenici sul Monte Olimpo e poi nel giugno 2007 al World Congress of Ethnic Religions in Lettonia. Particolare curioso, della delegazione romana fa parte il principe Guglielmo Giovannelli Marconi, nipote dell’inventore e personaggio più noto alle cronache mondane. Lo stesso Liotta sarà tra i protagonisti dell’ultima grande manifestazione al tempo stesso sacrale e fascista, i funerali di Peppe Dimitri, l’amatissimo leader della destra radicale romana. (2-fine)
PS: In epoca successiva alla stesura di Fascisteria, uno strappo organizzativo ha lacerato il Mtr, con la fuoriuscita di Sandro Consolato e del professor Dal Ponte, in dissenso con le posizioni della comunità romana che fa capo a  Daniele Liotta, forte per altro del sostegno delle figlie di Ruta che gli affidano il controllo della "Cittadella" la testata fondata dal padre e divenuto organo del MTR.

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