Piazza Fontana -2: ma quale codice di procedura ha studiato l'avvocato Sinicato?
Leggo in un dispaccio dell'Ansa che l'avvocato di parte civile della strage di piazza Fontana, tale Sincato, in una dichiarazione all'Ansa sulle indagini riaperte dalla Procura di Milano che: «tutti gli attentati del '69 si collocano in un unico contesto e che quel gruppo, che faceva riferimento a Ordine Nuovo, ha compiuto anche la strage del 12 dicembre. Ora vanno individuati gli altri componenti di quel gruppo e toccherà poi a loro dimostrare che non c'entrano con la strage». Avvocato, questa è una grossolana sciocchezza. Nessun imputato in Italia, vigendo il quadro normativo attuale, deve dimostrare alcunché. L'onere della prova spetta all'accusa. Non il contrario. Poi la gente si chiede perché tanti processi finiscono con le assoluzioni. Se questi sono i supporter delle Procure mi pare il minimo.
Questo il testo integrale dell'Ansa
PIAZZA FONTANA:AVV. FAMILIARI,INDAGARE SU ALTRI ORDINE NUOVO AVVOCATO SINICATO, CI SONO ELEMENTI NUOVI PER RIAPRIRE INDAGINI (ANSA) - MILANO, 10 DIC - È possibile riaprire le indagini sulla strage di Piazza Fontana, che il 12 dicembre del '69 provocò 17 morti e oltre 80 feriti, soprattutto attraverso «l'identificazione di altri appartenenti al gruppo di fuoco di Ordine Nuovo che faceva capo a Freda e Ventura». Lo sostiene l'avvocato Federico Sinicato, legale dei familiari delle vittime, a due giorni dal 41esimo anniversario della strage. Secondo il legale, «sulla base di nuovi elementi, emersi anche nel recente processo sulla strage di Piazza della Loggia, sarebbe possibile individuare oggi altri appartenenti a quel gruppo». La Procura di Milano, dunque, prosegue Sinicato, «potrebbe aprire un nuovo fascicolo nei confronti di nuovi indagati», ossia di quelle persone che facevano parte, assieme a Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Franco Freda e Giovanni Ventura, del gruppo di neofascisti che ha organizzato «le stragi di quegli anni». Tra i nuovi dati che andrebbero indagati, secondo Sinicato, ci sono anche quelli raccolti nel libro 'Il segreto di Piazza Fontana' del giornalista dell'ANSA, Paolo Cucchiarelli. Uscito nel maggio del 2009, il libro avanza l'ipotesi che furono due le bombe a esplodere quel giorno: una di matrice anarchica, che non doveva far vittime, l'altra, quella mortale, che fu messa dai fascisti, i quali si erano infiltrati negli ambienti anarchici. Proprio dopo l'uscita del libro e anche in seguito a due memorie presentate dall'avvocato Sinicato, la Procura di Milano ha deciso, nei mesi scorsi, di aprire un nuovo fascicolo di inchiesta sulla strage. «Mi auguro ancora - chiarisce il legale - che i pm di Milano possano utilizzare gli elementi nuovi per verificare se altri soggetti, rispetto a quelli già coinvolti nei processi, abbiano delle responsabilità nella strage». In particolare, secondo Sinicato, uno degli elementi su cui 'puntare', acquisito anche nelle carte del processo di Brescia, sarebbe il ritrovamento dell'agenda di Giovanni Ventura nella quale sono indicati gli appuntamenti con Carlo Digilio, il cosiddetto 'armiere' di Ordine Nuovo. Elemento che rivaluterebbe la testimonianza resa nei vari processi dall'ex neofascista Digilio, il quale aveva parlato del casolare di Paese (Treviso) come luogo di detenzione e preparazione dell'esplosivo per gli attentati. Ciò che è uscito dalle sentenze, nonostante le assoluzioni, infatti, secondo Sinicato, «è che tutti gli attentati del '69 si collocano in un unico contesto e che quel gruppo, che faceva riferimento a Ordine Nuovo, ha compiuto anche la strage del 12 dicembre. Ora vanno individuati gli altri componenti di quel gruppo e toccherà poi a loro dimostrare che non c'entrano con la strage». Inoltre, è un dato storico ormai accertato, conclude l'avvocato, che «queste stragi sono sempre state accompagnate dalla presenza costante di uomini, a vario titolo, legati ai servizi segreti. Uomini che normalmente servivano il potere dell'epoca, che aveva l'esigenza di contenere il potere contrattuale del Pci a livello politico».
Fin qui l'agenzia di stampa. Anche nel merito ci sarebbe poi da ridire: quand'anche l'acquisizione dell'agendina di Ventura (defunto) confermasse la veridicità della conoscenza con Digilio, questa circostanza peserebbe meno di una piuma rispetto alla montagna di due processi conclusi e di uno giunto al primo grado che hanno ritenuto non condannabili tutti gli imputati tranne lo stesso Digilio, prescritto per la strage di piazza Fontana, perché il teste si è dimostrato complessivamente inattendibile.
Questo il testo integrale dell'Ansa
PIAZZA FONTANA:AVV. FAMILIARI,INDAGARE SU ALTRI ORDINE NUOVO AVVOCATO SINICATO, CI SONO ELEMENTI NUOVI PER RIAPRIRE INDAGINI (ANSA) - MILANO, 10 DIC - È possibile riaprire le indagini sulla strage di Piazza Fontana, che il 12 dicembre del '69 provocò 17 morti e oltre 80 feriti, soprattutto attraverso «l'identificazione di altri appartenenti al gruppo di fuoco di Ordine Nuovo che faceva capo a Freda e Ventura». Lo sostiene l'avvocato Federico Sinicato, legale dei familiari delle vittime, a due giorni dal 41esimo anniversario della strage. Secondo il legale, «sulla base di nuovi elementi, emersi anche nel recente processo sulla strage di Piazza della Loggia, sarebbe possibile individuare oggi altri appartenenti a quel gruppo». La Procura di Milano, dunque, prosegue Sinicato, «potrebbe aprire un nuovo fascicolo nei confronti di nuovi indagati», ossia di quelle persone che facevano parte, assieme a Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Franco Freda e Giovanni Ventura, del gruppo di neofascisti che ha organizzato «le stragi di quegli anni». Tra i nuovi dati che andrebbero indagati, secondo Sinicato, ci sono anche quelli raccolti nel libro 'Il segreto di Piazza Fontana' del giornalista dell'ANSA, Paolo Cucchiarelli. Uscito nel maggio del 2009, il libro avanza l'ipotesi che furono due le bombe a esplodere quel giorno: una di matrice anarchica, che non doveva far vittime, l'altra, quella mortale, che fu messa dai fascisti, i quali si erano infiltrati negli ambienti anarchici. Proprio dopo l'uscita del libro e anche in seguito a due memorie presentate dall'avvocato Sinicato, la Procura di Milano ha deciso, nei mesi scorsi, di aprire un nuovo fascicolo di inchiesta sulla strage. «Mi auguro ancora - chiarisce il legale - che i pm di Milano possano utilizzare gli elementi nuovi per verificare se altri soggetti, rispetto a quelli già coinvolti nei processi, abbiano delle responsabilità nella strage». In particolare, secondo Sinicato, uno degli elementi su cui 'puntare', acquisito anche nelle carte del processo di Brescia, sarebbe il ritrovamento dell'agenda di Giovanni Ventura nella quale sono indicati gli appuntamenti con Carlo Digilio, il cosiddetto 'armiere' di Ordine Nuovo. Elemento che rivaluterebbe la testimonianza resa nei vari processi dall'ex neofascista Digilio, il quale aveva parlato del casolare di Paese (Treviso) come luogo di detenzione e preparazione dell'esplosivo per gli attentati. Ciò che è uscito dalle sentenze, nonostante le assoluzioni, infatti, secondo Sinicato, «è che tutti gli attentati del '69 si collocano in un unico contesto e che quel gruppo, che faceva riferimento a Ordine Nuovo, ha compiuto anche la strage del 12 dicembre. Ora vanno individuati gli altri componenti di quel gruppo e toccherà poi a loro dimostrare che non c'entrano con la strage». Inoltre, è un dato storico ormai accertato, conclude l'avvocato, che «queste stragi sono sempre state accompagnate dalla presenza costante di uomini, a vario titolo, legati ai servizi segreti. Uomini che normalmente servivano il potere dell'epoca, che aveva l'esigenza di contenere il potere contrattuale del Pci a livello politico».
Fin qui l'agenzia di stampa. Anche nel merito ci sarebbe poi da ridire: quand'anche l'acquisizione dell'agendina di Ventura (defunto) confermasse la veridicità della conoscenza con Digilio, questa circostanza peserebbe meno di una piuma rispetto alla montagna di due processi conclusi e di uno giunto al primo grado che hanno ritenuto non condannabili tutti gli imputati tranne lo stesso Digilio, prescritto per la strage di piazza Fontana, perché il teste si è dimostrato complessivamente inattendibile.
Sinicato, brigadiere, Sinicato (Totò senz'altro bocciato, con Sordi)
RispondiEliminaEugenio da Brescia.
Siamo alla follia, l'inversione dell'onore della prova, per cui un imputato, in questo caso, per reati di terrorismo, dovrà dimostrare di non essere colpevole, quando invece toccherebbe al pm sostenere l'accusa e convincere il giudice a condannare eventualmente l'imputato... tutto questo non mi sembra diritto, non è giustizia... è davvero barbaria..
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