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Tutti assolti per Brescia

da Repubblica.it

Brescia, un'altra strage impunita
Tutti assolti per piazza della Loggia
La corte d'Assise scagiona le cinque persone accusate per la bomba del 28 maggio 1974 che costò la vita a 8 persone provocando più di cento feriti. L'assoluzione è intervenuta per insufficienza di prove. Revocata la custodia cautelare nei confronti di Delfo Zorzi, che vive in Giappone

Dalla bacheca di Facebook, copio un commento ineccepibile:
Sentenza ineccepibile, non c'erano prove. Il garantismo o è assoluto o non è. E più passa il tempo più sarà difficile trovare elementi probatori significativi.... E' giusto che reati come la strage non si prescrivano mai, ma bisogna anche riflettere sulla necessità di tenere in piedi pachidermi giudiziari....

Frank Cimini

25 commenti:

  1. Più che di insufficienza di prove dovremmo parlare di inesistenza di prove. Concordo pienamente sull'invito a riflettere sulla necessità di tenere in piedi simili pachidermi giudiziari.

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  2. Con grandissima ed enorme soddisfazione, prendo atto della ennesima sentenza di assoluzione degli imputati neofascisti che a forza si volevano condannare come dei stragisti.Un altro dogma dell'immonda campagna di intossicazione dell'opinione pubblica,che dura da quaranta anni, viene meno:è la conferma di quanto vado affermando dall'inizio su questo blog.Sono solo due le stragi in cui sono state acclarate le responsabilità: quella di Peteano e quella della Questura di Milano. Per questa ultima poi l'autore materiale era un militante anarchico, proveniente da Israele e non un neofascista.Mi spiace solo di una cosa che i pennivendoli, gli scribacchini, i gazzettieri, i "fontanologhi" i "pistaroli neri" in poche parole le puttane della carta stampata e della televisione, che per decenni hanno avvelenato l'opinione pubblica, restino impuniti. Loro sono i veri colpevoli e andrebbero severamente condannati. Ci sono ancora dei giudici a Berlino...ma non per i pennivendoli!

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  3. Sui pachidermi giudiziari sono daccordo...ma poi alle vittime...che si dice?

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  4. Epifanio: dei cinque imputati uno era un generale dei carabinieri, uno è stato per anni a busta paga del Sid uno era un malandrino/confidente/informatore/infiltrato ...

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  5. E il sesto, morto nelle more dell'infinito giudizio, era un infiltrato-agente provocatore.

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  6. UMT, spiegami allora perché la montagna partorisce sempre un topolino. Inchieste giudiziarie che durano quaranta anni, decine di migliaia di pagine di verbali, di perizie giudiziarie, centinaia e centinaia, di testimoni escussi...alla fine i castelli accusatori franano.Per non parlare delle decine di associazioni dei familiari delle vittime...e qui mi fermo per decenza. Vuoi vedere che le certezze che vengono sbandierate come assodate, ad un esame critico, non reggono?Vuoi vedere che i processi si devono celebrare sui fatti certi e conclamati e non su dogmi ideologici (leggi trame nere), spacciati dai mass media, come verità! UMT vedo che ho toccato un nervo scoperto...benissimo la verità ci rende liberi, spero questo valga anche per te, non vorrei che prevalga una sorta di spirito di casta, per cui ti senti quasi quasi dispiaciuto della sentenza assolutoria, perché è questo che leggo nella tua replica stizzita. Dei commenti apparsi sui giornali odierni, dei vari "pistaroli neri" "fontanologhi", sarà meglio lasciar perdere.

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  7. Nessuna stizza, Epifanio. Io sono una persona soave. Semplicemente lo stato non può processare se stesso. La costante delle stragi è il sistematico ruolo di copertura e di depistaggio giocato dagli apparati.Persino su Peteano i carabinieri sotterrano per anni la prova che incastra gli ordinovisti udinesi (la pistola calibro 22 usata da Boccaccio per il dirottamento)e avallano false piste. e SE GLI INVESTIGATORI OCCULTANO LA VERITà COME PUOI PENSARE DI RAGGIUNGERLA?

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  8. ..........Per me invece vale la lettera di Tomaso Stati di Cuddia.
    Chi sa parli. E siccome nell"area" di infiltrati, provacatori, delinquenti di bassa risma ce n'erano tanti e' ora che la verita' emergesse. Rispetto alla totalita' dell"abiente " certamente una minoranza numerica ma piu' che sufficiente per intossicarla e deleggitimarne completamente programmi, Idee e credibilita'. Sbaglio??

    Ago

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  9. L'assegnazione delle stragi ai fascisti era il risultato di un riflesso condizionato. Dopo cinque minuti che una bomba era esplosa si diceva che era fascista. I servizi non depistavano nel senso di salvare i fascisti, ma depistavano per soddisfare il riflesso condizionato. Quando poi si vagliavano attentamente le piste indicate dai servizi su pressione dei media e della parte politica che voleva i fascisti colpevoli, i processi andavano in tilt. Salvo poi scoprire, per esempio, che alcuni attentati furono ad opera della mafia, per esempio.
    La strategia della tensione? "Minchia, signor tenente" verrebbe da dire. Mettere bombe è forse la cosa più facile di questo mondo se se ne ha lo stomaco. Venti persone escono da una stanza con venti ordigni e li mettono dove gli garba. Ma dalal prima bomba (p.zza Fontana) alla seconda (p.zza della Loggia) passano 5 anni. Minchia signor tenente che razza di strategia terroristica! In quel quadro hanno pesato di più le campagne di stampa che hanno poi portato ai linciaggi e agli arresti di massa che le bombe stesse.
    Sì, va bene: chi pensa alle vittime? Chi pensa ai perseguitati per 36 anni? A quelli che hanno fatto la galera, hanno perso in cella la loro gioventù, hanno perso genitori senza poter andare ai loro funerali, hanno perso lavoro e sono oggi indebitati per pagare gli avvocati. Maggi era uno stimatissimo Primario all'ospedale di Venezia, oggi vive da barbone senza manco i soldi per il caffè. Colpevolisti (a carico dei neofascisti): ma andate un po' tutti affanculo!

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  10. M.M. hai perfettamente ragione. Ieri sul tg2 delle 20.30 dopo il servizio sulla strage di Brescia, hanno intervistato una specie di "storico" il quale, più o meno, ha detto: si, va bene, prove giudiziarie sufficienti non ci sono ma i documenti dicono che i colpevoli sono loro!

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  11. Concordo in pieno con Murelli,il ruolo nefasto dei pennivendoli nel montare il clima di caccia alle streghe dell'epoca moderna,la santa inquisizione contro i reprobi e i reietti che comunque erano all'epoca e restano attualmente sempre e solo i cosiddetti nazifascisti,non possiamo dimenticarla, o peggio UMT archiviarla. Mentre a sinistra al massimo, si diceva che in fin dei conti le BR erano solo compagni che sbagliavano.La campagna di intossicazione e di avvelenamento, durata per decenni dell'opinione pubblica, caro UMT vuoi che non abbia influenzato anche certi magistrati e le relative giurie popolari?Certo poi alla fine anche costoro se non ci sono prove certe e concrete, sono costretti obtorto collo, ad assolvere le streghe nazifasciste!UMT forse vivevi sulla luna quando Giorgio Bocca scriveva che in realtà le BR erano fascisti camuffati e che i proclami delle medesime in realtà erano scritti non da un brigatista...ma da un brigadiere! Altro che depistaggi e coperture istituzionali, ci sono stati magistrati, alti funzionari dello stato, alti ufficiali dell'arma, che grazie alle trame nere hanno fatto una brillante carriera.Senza dimenticare le varie toghe rosse che hanno avuto uno scranno assicurato in Parlamento, nelle fila del PCI oggi PD.Le trame nere non hanno giovato per nulla al MSI; moltissimo invece al PCI per giungere alla stanza dei bottoni, prova a smentirmi se ne sei capace?

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  12. http://www.vivamafarka.com/forum/index.php?topic=94970.msg1531762;topicseen#new

    Andate a leggere il documento qui postato. Poi si capisce perchè i processi contro i neofascisti mandano tutti assolti.

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  13. Io quando Giorgio Bocca parlava di sedicenti Br partecipavo alle attività di Soccorso Rosso a sostegno dei prigionieri politici. Non so invece tu che cosa facessi all'epoca.
    E poiché, come segnalato da più persone, tu non esisti come soggetto perché hai scelto di proteggerti dietro uno pseudonimo, ti invito, in rispetto di una elementare regola di reciprocità a non fare più riferimenti personali ma limitarti a confutare le tesi senza scendere sul personale.
    Per il resto sei liberissimo di continuare a pensare che i fascisti non hanno mai messo le bombe.
    Perché Vinciguerra non è fascista.
    Nico Azzi neanche.
    Così come non è stata distrutta la bomba della Banca commerciale. Non è stata lavata piazza della Loggia. Non è stato condannato per calunnia il bidello dell'Italicus. Non ci sono stati i depistaggi internazionali e l'operazione terrore sui treni. Tutte invenzioni delle "penne rosse".

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  14. Sì, Ugo, ma sostenere che la piazza della Loggia è stata lavata "per coprire" piuttosto che per intrinseco dilettantismo è un'opinione. Idem per la distruzione della bomba della banca commerciale.
    I depistaggi internazionali sono dei "pistaggi". Perchè in nessun caso si è tentato di distogliere da una pista "neofascista", ma si son sempre indicate piste fasciste.
    Vinciguerra Peteano: ma veramente può essere paragonata a una strage di civili innermi?
    Azzi: dimostra il dilettantismo dei bombarloli neofascisti quando si mettono in testa di creare cortocircuiti mediatici manipolando l'esplosivo.
    Le manipolazioni non sono ad opera delle "penne rosse". Sicuramente le "penne rosse" hanno sottoscritto i teoremi "politici". Molta storia delle BR e Lotta continua è "giustificata" dal voler far fronte alla strategia della tensione e allo stragismo. Riconoscere oggi di non averci giusto significa sconfessare quanto si è poi fatto in nome di questo teorema... non credi.

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  15. UMT meno male che non sei uno che replica stizzito!Ma cosa centra lo pseudonimo che uso,con le note che scrivo, replica alle note e non al mio pseudonimo!Potrei firmarmi Mario Rossi,Temistocle Vaccarella, ma che cambia?Ribadisco la mia tesi, che è una sorta di psicosi collettiva, una sorta di riflesso condizionato, frutto di una sagace campagna di avvelenamento e di intossicazione, la quale porta i pennivendoli, le toghe, gli inquirenti, e per ultimo ma non per importanza, l' opinione pubblica, ad attribuire ogni volta che scoppia una bomba, la responsabilità ai fascisti.Ma se perfino Almirante chiedeva la doppia pena di morte per i nazifascisti!Scusate ma questa se non è una psicosi collettiva, che sarà mai?. OK per lo pseudonimo, da oggi mi firmo Temistocle Vaccarella, napoletano come te UMT, esponente trozkista di Bandiera Rossa, eliminato dai gappisti del PCI a Parco Sempione in un agguato, nel 1944,felici e contenti tutti spero.

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  16. M.M. quando nelle segrete stanze hanno deciso di chiudere la partita col terrorismo, ci hanno messo un paio di anni ma l'hanno risolta rapidamente. E quindi è evidente che ogni singolo episodio si può spiegare con il dilettantismo ma già su Ronchi siamo oltre la soglia dell'idiozia.
    La mia opinione è che per obiettivi non necessariamente di particolare rilievo ma anche banalmente per carrierismo, per necessità di posizionamento, per esigenze politiche specifiche (è la tesi sostanziale di Giorgio Galli) gli apparati abbiano lasciato mano libera alle frange più intransigenti dell'anticomunismo, in cui era dominante il ruolo di antifascisti reazionari (Sogno, Pacciardi, fUMAGALLI)a tentare manovre senza speranze di finalizzazione positiva ma utili a tenere sotto pressione le sinistre. In questo scenraio che aveva un suo evidente sfondo internazionale giovani neofascisti esuberanti hanno agito soggettivamente puntando all'accelerazione della crisi e spesso hanno finito per essere agiti dai licantropi di turno.
    Pensa al ruolo giocato da un gruppo di duri e puri come Ordine nero "original" le cui campagne contro obiettivi simbolici con attentati alle cose hanno costituito l'ossatura in cui riversare la colpa delle due stragi.
    Pensa alla tragedia di Giancarlo Esposti ...
    Bologna è evidente che sono impistaggi e che è una plateale offesa all'intelligenza la tesi che sostiene che i servizi tiravano in mezzo Vale Fioravanti Cavallini Adinolfi e Fiore per proteggere il loro ruolo di stragisti. Una puttanata colossale
    Che poi nell'ambiente ci fossero anche un bel po' di soggetti socialmente pericolosi, la dinamica l'ha spiegata perfettamente Concutelli.
    Poi c'era pure qualche inguacchiato, tipo il Tremonte di turno , ma è un altro discorso.
    La seconda parte della tua osservazione merita una risposta a parte. A + tardi...

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  17. Questo è quel che ho postato in mafarka.
    Notevole è che il SID (che avrebbe dovuto depistare a favore dei fascisti) ha tenuto imboscato il documento che è emerso per errore 30 anni dopo. E vale la pena di osservare cosa è successo dopo a chi questo documento, avendolo ritrovato per caso, lo ha inviato alla magistratura di Brescia che ha fatto finta di non vederlo.
    Caro Ugo, pensa solo se quella intercettazione era un intercettazione a carico di Ferri/rognoni (tanto per citare due nomi). Quella sarebbe stata la canna fumante e ce la menerebbero ancora oggi. A maggior ragione se quel documento fosse venuto fuori 30 anni dopo.

    Buttae nel cesso il "riflesso condizionato" e forse troverete il sentiero che vi porta agli autori delle stragi. Forse non quella del 1969, ma a tutte quelle venute dopo sì (esclusa Peteano che è altra storia).



    Allora, si sostiene che i servizi segreti hanno depistato a favore dei neofascisti. Io ho sempre sostenuto che gli autori delle stragi non si trovano perchè si cerca dalla parte sbagliata.
    Questa qui sotto è la trascrizione di un documento riservato finito nelle pieghe del processo di Brescia e di cui nessun giornale ne ha parlato e lo stesso Tribunale ha fatto finta di non vederlo.



    SERVIZIO PER LE INFORMAZIONI
    E LA SICUREZZA MILITARE
    prot.n.1652/141/01
    Roma 20 feb.1989
    pervenuto all'udienza del 02-03-89

    A: COMANDO GENERALE DELL'ARMA DEI CARABINIERI
    e, per conoscenza:
    CAPO DELLA POLIZIA

    Roma

    Nel corso della revisione degli atti d'archivio disposta in ottemperanza alle direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia d'ordinamento degli Archivi dei Servizi di Informazione e di Sicurezza è stato rinvenuto un documento, datato 3 giugno 1974, all'oggetto "Margherita dell'Associazione Italia-Cuba di Brescia".

    Dal documento si rileva che una tale "Margherita" da identificarsi in Ragnoli Margherita, nata a Buenos Aires il 26 aprile 1923, co-segretaria dell'Associazione Italia-Cuba di Brescia, in data 29 maggio 1974, nel corso di una conversazione telefonica interurbana avrebbe detto che dell'attentato di Piazza della Loggia (28 maggio 1974) "se ne era parlato fin dalla sera precedente" il giorno in cui si è verificato, soggiungendo di essere subito accorsa in Piazza della Loggia in quanto le era stato riferito che uno dei morti apparteneva all'Associazione "Italia-Cuba", notizia risultata poi infondata.

    Dalla documentazione in atti relativa alla Strage di Brescia non risulta che della notizia siano stati informati, a suo tempo, Organi e/o Autorità esterni al SID, né al riguardo sono disponibili ulteriori elementi di valutazione.

    Quanto sopra segnalato ai sensi dell'Art. 9, 3° comma, della legge 801/77.
    IL DIRETTORE DEL SERVIZIO
    (Amm.SQ. Fulvio Martini)

    In altre parole qualche formazione gappista certa che qualsiasi strage sarebbe stata imputata ai neofascisti si è data da fare per alzare il livello dello scontro in quegli anni.
    Ora attendo l'apertura degli altri archivi per andare a cercare altre "perle" come questa.

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  18. Epifanio, tu puoi firmarti come meglio ti pare. Quello che non puoi fare è chiedere conto alle persone di quello che hanno fatto o non fatto. Perché non sapendo chi sei non ti possono obiettare su questo terreno. E quindi non puoi usare polemicamente un argomento che ad altri è interdetto.
    E te lo dico proprio in un'occasione in cui l'accusa personale non mi sfiora neanche: io a Bocca l'ho sempre schifato e sapevo perfettamente che diceva cazzate conoscendo personalmente molti dei compagni dei Nap che erano militanti noti delle lotte sociali a Napoli.

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  19. Faccio l'avvocato del diavolo. NOn che Vinciguerra dica sempre verita' assodate e certe al 100%, ma buon parte di quel che dice e' vero e ci sono riscontri.
    Bene. Lui dice che la verita' su quella strage la si puo' trovare nell'agenda di Mario Tuti estorta a Buzzi dopo l'omicidio compiuto da lui stesso insieme a concutelli . Mario Tuti e' stato sentito a Brescia in relazione a questo memoriale. Mi risulta di no. Un'altra cosa. Fabrizio Zani parla e fa dei nomi ( come in effeti anche Vinciguerra suggerisce, cioe' chiedete a lui e la verita' saltera' fuori.......). Fabrizio Zani come persona che ha delle cose da dire e' stato sentito a Brescia ??.Ovviamente NO.
    Inoltre e' lampante che per la buonista ed ipocrita repubblica italiota gli imputati gia' morti NON possano essere condannati......non e' ben chiato sulla base di quale principio....forse perche' si sa da morti........diventano tutti angeli, di colpo!. Guarda il caso Melioli, Maifredi ed Ermanno Buzzi sono morti......che coincidenza!
    io ovvimanete non mi ergo a censore ne' posso esprimere giudizi in materia.....all'epoca ero piccolissimo.....un bambino in pratica pero' dire che Ermanno Buzzi o Maifredi fossero fascisti ce ne vuole!
    L'uno era un confidente dei carabinieri che si atteggiava a nazista senza manco sapere di cosa parlasse, l'altro era un uomo del ministro Taviani ( democristiano) ed infiltrato pure lui negli ambienti neofascisti.....e NON mi sembra proprio per favorirli, oltremodo. Quindi definire questi fascisti mi sembra fuorviante e irritante.
    Circa Melioli.....e' morto e sui morti ci mettiamo una pietra sopra certo, ma credo proprio valesse lo stesso discorso.......un altro bombarolo ( nel passato antecedente al 1974 era gia' conosciuto come tale)infiltrato.......
    la sostanza e' questa: NOn si e fatto NULLA per trovare i veri colpevoli perche' quello che si poteva fare e si doveva fare NON e' stato fatto in primis e poi e' ovvio lo Stato NON mettera' mai sul banco degli imputati.........se stesso!!




    Ago

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  20. Agostino, visto che citi Paolo Emilio Taviani, sarà utile ricordare che il giornalista Piero Buscaroli, in un suo libro di recente pubblicazione,ha scritto che un giorno venne convocato da Taviani al Viminale,in quanto in quel periodo era in carica come ministro dell'interno.Scopo della convocazione era quello di sollecitare i voti del MSI di Almirante, ad un suo futuro governo. Durante la conversazione con il giornalista, l'uomo politico che come Cossiga era al corrente della rete di Gladio, gli fece una confidenza importante, disse che le bombe le avevano messe loro e aggiunse per non essere frainteso, noi ministero dell'interno...ci fosse un fottuto pennivendolo che scrivesse qualcosa in merito, molto meglio recitare il solito mantra, le bombe le mettono solo i fascisti.Vuoi vedere che per esempio la bomba in via Rasella l'hanno messa i fascisti, questi dannati bombaroli!!!Temistocle Vaccarella.

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  21. ......e anche su Piazza Fontana spunta fuori il nome di Taviani. Cosa dice il Nostro prima di morire??Che lui (Paolo Emilio Taviani) aveva mandato un emissario suo IL PRIMO POMERIGGIO da Roma per sventare gli attentati e tra questi, lui dice, pure quello di Piazza Fontana. Ora non mi tornano due cose e penso TUTTI dovrebbero farsi questa domanda: punto primo: ma lui come faceva a saper che quel giorno ci sarebbero stati attentati a Milano??( e gia' questo e' molto allarmante......) Punto secondo: ma scusate un po' ma se uno sa che il pomeriggio a MIlano ci sara' un attentato se lo vuole evitare veramente ( e non a parole erigendosi ad angelo sacrificale) manda un suo uomo da ROMa le prime ore del pomeriggio stesso??. come minimo la manderebbe la mattina o addirittura il giorno prima se veramente lo vuole evitare. Invece il nostro ci dice tranquillamente, come niente fosse, che questo benedetto emissario ( tra l'altro pare con generiche idee "di destra" avrebbe appresso alle 17 ( si avete letto bene bene alle 17!!) all'aereoporto di Fiumicino che ormai l'attentato sanguinario era compiuto. A questo punto una cosa e' lampante: si vuol far finta di credere che si e' fatto di tutto per evitare la strage, mentre invece si e' fatto di TUTTO per far si che avvenisse, altro che storie!!.
    Non vi pare??.....comunque chiedo lumi ad Ugo di approfondire questa storia perche' io l'ho sentita diverse volte nei giornali documentari sulla strage di Piazza Fontana. In ogni caso chiedo conferme........




    Ago

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  22. Zani è stato sentito a Brescia il 3 febbraio e ha detto che Nico Azzi gli aveva rivelato che Pagliai era l'autore della strage. Rivelazione pubblicata da Rao ma che Zani mi aveva anticipato nell'estate 2004. Storia che ho raccontato dettagliatamente in questo blog con sei puntate sei su Zani e il mistero della strage di Brescia.
    Con un unico particolare inquietante. Che all'epoca, essendo Azzi ancora vivo, Zani si era ben guardato dall'attribuirgli la confidenza...
    Per il resto Vinciguerra non è oro colato.

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  23. Vincinguerra non e' oro colato, ma sta di fatto che si ' preso un ergastolo ammettendo proprie responsabilita' e consegnandosi spontaneamente dall'Argentina nel 1979. E quali vantagi avrebbe ottenuto?. Nessuno. Ne avrebbe avuti invece se avesse al solito inscenato i soliti compromessi con lo Stato, ottenendone molto facilmente sconti di pena. E mi risulta altri hanno fatto questo e guarda il caso poi i benefici sono subito saltati fuori....chissara mai il perche!
    cmq tornando su Brescia, su Pierluigi Pagliai non mi esprimo. Resta il fatto che secondo diverse testimonianza gli esecutori materiali sarebbero Due, perche' in Due erano stati visti girovogare con fare circospetto da quelle parti piu' volte a quell'ora e un ragazzino di vent'anni come all'epoca era Pierluigi Pagliai non puo' ver fatto tutto da solo. E' da escludere categoricamente!. Quindi primo: non e' dato sapersi se la fonte sia sicura, in secondo luogo ammesso lo sia , a questo punto, sarebbe molto parziale e incompleta perche' mancherebbe il secondo soggetto.
    La mia ipotesi e' che cmunque Pagliai qualcosa sapesse e infatti abbiamo visto la fine che ha fatto: trucidato dai servizi (un misto di servizi italiani, Usa e dello stesso stato colobiano) dopo averlo fatto inginocchiare che si era gia' arreso. A ben vedere una fine in fondo molto diversa da quella di Giancarlo Espostiil quale si era rifiutato di fare giochi sporchi e per il quale era pronto l'identikit (falso) montato ad arte per farlo cantare un po'.
    NON assolvo Pierluigi Pagliai , ne' lo incriminano perche' NOn vi sono elementi certi nel senso o nell'altro, ma questi sono i fatti incontestabili.



    Ago

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  24. .mi Autorettifico: una fine NON molto diversa, scusate...vi e' una negazione che fa cambiare tutto il significato. insomma volevo esprimere il concetto che Pagliai ed Esposti sono stati ammaztti allo stesso modo e con le stesse tecniche di esecuzione. NOn mi sembra un particolare irrilevante......


    Ago


    Ago

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  25. «Ecco perché la Strage
    resta senza colpevoli»
    IL VERDETTO. In 435 pagine le valutazioni che hanno portato all'assoluzione di novembre. Per i giudici della corte d'assise di Brescia non ci sono prove sufficienti a carico dei 5 imputati e i due collaboratori sono del tutto inattendibili
    Wilma Petenzi (Bresciaoggi) 17/02/2011

    Brescia. Dichiarazioni dei collaboratori assolutamente inattendibili, nessuna prova concreta, troppe bombe e nessun riferimento riconducibile alla strage di Brescia nemmeno nelle veline della Fonte Tritone.
    È questo, in estrema sintesi, il contenuto delle motivazioni della sentenza di assoluzione del processo sulla strage di piazza della Loggia. È questo il motivo che ha spinto i giudici della corte d'assise ad assolvere, con forma dubitativa. Delfo Zorzi (accusato di aver procurato l'esplosivo), Carlo Maria Maggi (considerato il regista), Maurizio Tramonte (accusato di aver partecipato alla riunione organizzativa della strage), Francesco Delfino (accusato di non aver fatto nulla per impedire l'attentato). Per Pino Rauti, quinto imputato nel processo, la stessa accusa aveva chiesto l'assoluzione. Le motivazioni della sentenza sulla strage del 28 maggio 1974, costata la vita di otto persone, e il ferimento di altre 103, sono state depositate l'altra sera, al termine dei 90 giorni richiesti dalla corte. Le argomentazioni, firmate dal presidente della corte d'assise Enrico Fischetti, estese dal giudice a latere Antonio Minervini, riempiono 435 pagine.
    LA SENTENZA, che ha raccolto le reazioni negative delle massime autorità cittadine e dei rappresentanti legali delle parti civili che non premia una inchiesta durata sedici anni tendente a dimostrare la responsabilità di Ordine Nuovo con la collaborazione dei servizi segreti deviati, spiega fin dalle prime pagine i motivi della decisione. I giudici, in sostanza, hanno dovuto fare i conti con dichiarazioni che non hanno potuto essere acquisite al processo mancando il consenso di tutti gli imputati, così come non è stata consentita l'acquisizione integrale dei precedenti procedimenti sia sulla strage di Brescia che di piazza Fontana. Con la conseguenza che «i risultati, in termini di ricostruzione del fatto - scrivono i giudici - appaiono potenzialmente schizofrenici».
    «Le attese di chi pretende di ricevere dal processo l'accertamento della verità - si legge nelle motivazioni - su un determinato avvenimento non può che restare delusa, potendo al più il processo ricostruire una verità processuale per ogni imputato del medesimo reato, a seconda degli elementi utilizzabili nei suoi confronti. In sostanza il processo penale non serve a stabilire la verità su un accadimento (costituente evidentemente reato), ma solo a stabilire se nei confronti di un determinato soggetto, in base alle regole processuali vigenti all'epoca del procedimento quell'avvenimento si sia realizzato e lo abbia visti coinvolto al punto da potersene attribuire la responsabilità».
    La sentenza è motivata partendo dall'analisi della colonna portante dell'accusa: Carlo Digilio, collaboratore e coimputato di strage, morto nel 2005. Digilio è stato valorizzato dall'accusa che non ha potuto fare affidamento sulle dichiarazioni rese da Tramonte perchè inutilizzabili nei confronti degli altri imputati, ma la scelta, benchè necessaria, non è stata vincente. I giudici hanno concluso per l'assoluta inattendibilità sia di Digilio che di Maurizio Tramonte.
    Non sono state trovate tracce di prove, per i giudici, nemmeno nelle veline del Sid, gli appunti presi dal maresciallo Fulvio Felli che nel '74 era il referente di Maurizio Tramonte, informatore del servizio segreto con il nome in codice di «Fonte Tritone». Per i giudici il contenuto delle veline non può costituire fonte di responsabilità per gli imputati. E per i giudici sono troppe le bombe: quattro che prenderebbero strade diverse. Ora la palla passa alla procura e alle parti civili: ci sono 45 giorni di tempo per chiedere l'appello.

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