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Pirani insiste sulla destra antisemita ma a Belgrado e a Vienna ...

Mario Pirani non riesce proprio a farsene una ragione e per la seconda volta dedica la rubrica del lunedì "Linea di confine" all'assorbimento nel Pdl di frange di fascisteria. Per l'editorialista di "La Repubblica" l'ultimo slogan del Cavaliere è "Pas d'ennemis à droite", un calco dello slogan togliattiano "nessun nemico a sinistra" (anche se per il Migliore il retropensiero di marca stalinista era che gli eventuali nemici non erano di sinistra ma infiltrati, provocatori, al soldo delle forze oscure della reazione in agguato). E così tra una battuta del sito "La destra per Milano", giustamente compiaciuto per la precedente ribalta mediatica offerta dall'anziano giornalista e una lunga citazione contro Soros e la finanza ultraspeculativa, ripresa dal sito storaciano, additata come manifestazione di mentalità antisemita, Pirani fa appello alla comunità ebraica e rilancia l'allarme sull'ondata di estrema destra che avanza in Europa.

Su quest'ultimo punto ha ragione, ma sul tappeto non c'è un'emergenza antisemitismo quanto piuttosto il montare di sentimenti viscerali di xenofobia e di odio antislamico. Un moto di reazione ai grandi movimenti demografici dovuti alla globalizzazione ma anche all'emergere delle diversità, dal terreno etnico-religioso a quello delle preferenze sessuali. Per restare ai fatti di ieri, la Fpoe di Strache ha sbancato Vienna volando al 27%, guadagnando il 12%, e prendendo più del doppio dei cristianopopolari. L'agenda politica dell'estrema destra austriaca non ha nulla di nostalgismo neofascista: difesa dei valori nazionali contro l'islamizzazione, severità sull'immigrazione, più ordine pubblico e sicurezza sociale, temi che in Italia sono "coperti" dalla Lega Nord.
A Belgrado, invece, a scatenare la teppa contro l'orgoglio gay è stata la frangia più retriva della Chiesa ortodossa, in nome dei valori tradizionali di una Serbia ripulita dall'omosessualità. Bilancio drammatico: 141 feriti (di cui 124 poliziotti), un centinaio di arresti, decine di auto e cassonetti incendiate, vetrine infrante, negozi saccheggiati. Con la ciliegina dell'assalto alla sede del partito del presidente democratico

4 commenti:

  1. I Serbi si difendono dalla pagliacciata eterodiretta dai soliti notissimi assassini dell'Open society e della lobby gay degli USA.
    Distruggere la sede del partito democratico? Una ragione ci sarà? Oppure solo Miloshevich ha 'meritato' di essere rovesciato con un golpe 'democratico' travestito da rivoluzione colorata?
    Per quello che dice il mercenario Pirani, chissenefrega. E' andato in Palestina nel 1948, a compiere una pulizia etnica antipalestinese, di proprozioni bibliche. Quale moralità può esibire, per permettersi di starnazzare sull'antiesmitismo assieme all'altro orrido spaventapasseri fiamma nirenstein?
    Il tutto in linea con la politca della psicotica oriana fallaci, che per servire i suoi padroni levantino-atlantici, probabilmente prese parte all'assassinio di Alekos Panagulis. E' da allora che sbroccò del tutto.

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  2. Pirani comincia ad avere una certa età.

    Cosa c'entra l'antisemitismo con Belgrado e Vienna ?
    ma stiamo scherzando.

    Le destre conservatrici e nazionaliste stanno semplicemente cavalcando l'ondata partita con la crisi economica del 2008, l'euroscetticismo montante, i problemi demografico-immigratori che riguardano molti paesi, le banlieu delle capitali europee.

    e Pirani rimestola sempre con la comunità ebraica...ma cosa c'incastra ?...BASTA
    sono ridicoli.

    ma forse pensano che la gente sia completamente decerebrata...

    rick

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  3. Gran parte del nazionalismo serbo se ne frega dell'antisemitismo. Durante la guerra Israele passo' sotto banco armi e soldi per combattere contro i macellai croati.
    Il sindaco di belgrado ai tempo era ebrea e regalo' una enorme stella di davide al rimpatriato colonnello (o comandante) David che veniva mandato all'attacco contro i neo-Ustascia e le truppe dell' HOs indossando la suddetta croce ergendosi a spauracchio semita per i nipoti di Ante Pavelic.

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  4. ...Il sindaco di belgrado ai tempo era ebrea e regalo' una enorme stella di davide al rimpatriato colonnello (o comandante) David che veniva mandato all'attacco contro i neo-Ustascia e le truppe dell' HOs indossando la suddetta croce ergendosi a spauracchio semita per i nipoti di Ante Pavelic.

    Interessante

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