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Adinolfi: il revisionismo storico non ci interessa


Mentre continua la campagna a favore della legge antinegazionismo invocata dal leader della comunità ebraica romana Pacifici, Gabriele Adinolfi ha pubblicato su noreporter un intervento spiazzante sul tema. Ne abbiamo discusso e da questo confronto è nata la seguente intervista.
A partire dalla “gaffe” antisemita di Ciarrapico e dallo scoop della lezione “negazionista” di Moffa, la Repubblica ha innescato una massiccia campagna che ha messo capo alla proposta orwelliana di una legge che irrigimenti il sapere storico. A sua volta, però Pirani, che pure ha dedicato due numeri consecutivi della sua rubrica al reclutamento berlusconiano della fascisteria (da Puschiavo a Jonghi Lavarini) ha una posizione dialettica sulla legge. Quanto c'è di logica politica locale, di chiamata alle armi del partito-Repubblica contro il centrodestra?
Forse questa chiave di lettura c'entra, ma solo in parte. Moffa, come ebbi modo di preannunciare a suo tempo, è il classico esaltato di turno, un po' narcisista, di certo esibizionista, che serve a far passare un progetto. La legge contro il revisionismo storico (rifiutata da Inghilterra, Usa e Danimarca) che in Italia non c'è ancora e che alcune oligarchie vorrebbero.
 Perché? Quali? Il solito discorso estremistico che vuole le grandi centrali della globalizzazione decise a stroncare le resistenze al multiculturalismo e all'omologazione che si esprimono nei rigurgiti xenofobi?
In realtà è una legge che ha due caratteristiche principali. Da un lato è volta a ipnotizzare le comunità ebraiche e a tenerle coese per forza sulla politica israeliana, mantenendole sotto il ricatto psicologico di un ventilatissimo antisemitismo aggressivo, con un meccanismo oligarchico fatto ben  notare da Finkelkraut. Da un altro essa serve a dotare le democrazie “progressiste” di un dispositivo liberticida che conceda alle oligarchie d'intervenire a piacimento contro qualsiasi “eresia”. Ed oggi che le democrazie fanno acqua da tutte le parti le “eresie” sono parecchie e sono in crescita e il timore di esse, da parte di chi vuol mantenere posti e privilegi, nonché sistemi di controllo e spartizione, è tanto.
 Io vedo però che il negazionismo italiano non ha tratti antisemiti ma risponde a istanze geopolitiche
L'ultimo revisionismo (di negazionismo vero e proprio solitamente non si tratta) è legato alla questione israeliana. Ma tutto il filone nasce fuori da correnti antisemite.
Il battistrada è Paul Rassinier, socialista francese, ex comunista, medaglia d'argento alla Resistenza, detenuto nei lager di Buchenwald e Dora. Con il suo “La menzogna di Ulisse” aprì la discussione. La sua investigazione fu poi ripresa in Francia da ambienti di sinistra libertaria, con componenti ebraiche e antisionoste. Fu quindi la volta di Robert Faurisson che, va ricordato, era uno storico liberale, centrista, non di certo antisemita.
Fu a quel punto che, a mio avviso per le ragioni che ho esposto sopra, alcune centrali ritennero opportuno inquinare il discorso affidandolo a provocatori o a esaltati che si definivano “neonazisti”, alcuni dei quali erano a libro paga dei servizi, che diedero vita alla rivista Révision e permisero quindi di affermare il sillogismo che ha portato alla legge contro le investigazioni storiche.
Questo sillogismo è: chi mette in discussione non l'Olocausto ma la sua unicità è perché, in fondo, vorrebbe banalizzarlo e ripeterlo. Ergo bisogna impedirlo.
Immaginificamente la manovra è riuscita ma è oggettivamente falsa.
 Tu ritieni l'intera questione negativa. Perché Per paura d'infiltrazioni, di provocazioni?
Chiariamoci.
Io credo che la storia la debbano fare gli storici e non i politici. Credo pure che non si possa mettere il bavaglio agli storici i quali sono chiamati ad argomentare e non vi è ragione plausibile o accettabile per impedirglielo.
Io però non faccio lo storico, sono politicamente impegnato.
I motivi per cui ritengo controproducente occuparsi di revisionismo sull'Olocausto sono almeno tre.
Il primo è che si deve evitare di essere provocatori oggettivi; i non-storici che si occupano di revisionismo, che se ne avvedano o no, sono manovrati.
Il secondo è che non credo nella democrazia. La verità storica la decide chi vince. Se la storiografia esprime verità diverse dalla storia vulgata, questa sempre resta in piedi se non è sostenuta da una quota di potere. Il caso di Nerone è emblematico. Dunque politicamente la contro-storia non ha  efficacia alcuna.
Il terzo motivo è che in quest'anelito revisionista ravvedo anche una fragilità psichica; si ha paura di  guardare il sole diritto se non si hanno gli occhi e il cuore dell'aquila.
Bisogna che il proprio modello sia sempre “buono”. Mentre non esistono modelli “buoni”, la miscela del buono e del cattivo c'è sempre e ovunque e ad animare un certo revisionismo io sospetto ci sia più un balbettio interiore che un vero coraggio al di là del bene e del male.
 Una critica quindi di ogni logica di detenzione in regime di  monopolio del bene e del male?
Di certo negli anni Venti-Quaranta i milioni di persone sterminate furono venticinque o trenta.
Gli Ucraini, per esempio, furono sette milioni e mezzo. E i culachi?
E che dobbiamo dire dei pellerossa sterminati letteralmente dalla democrazia americana? O del genocidio in Vandea? O dei massacri dei pagani compiuti dai cristiani? O dei cattolici massacrati dai protestanti e viceversa? O dei borghesi annientati da Pol Pot? O dei tutsi? Dei serbi e dei croati? Degli stessi tedeschi sterminati e maciullati in massa dall'invasore sovietico o morti come mosche nei campi di concentramento alleati? Degli italiani massacrati nelle foibe?
Pretendere l'unicità è assurdo, anche se ciò si comprende nella logica che ho segnalato.
Quel che si comprende meno è quest'accanimento difensivistico sui numeri. Sarà che oggi siamo nel regno della quantità, ma il valore delle cose  muta secondo la contabilità?
Il “revisionismo”  non sostiene che non ci sia stato sterminio. I suoi argomenti principali sono tre. Che non ci fu alcun disegno programmato da parte tedesca. Che gli israeliti non furono uccisi nelle camere a gas. Che i morti ebrei (compresi quelli finiti sotto i bombardamenti o uccisi dai sovietici) furono, come aveva registrato la Croce Rossa, circa un milione e mezzo.
I revisionisti apportano anche altri elementi a sostegno delle loro tesi. Come, ad esempio, che nel maggio del 1945 c'erano 270.000 ebrei cittadini tedeschi e che a Berlino funzionava ancora l'ospedale ebraico.
Sono tutti dettagli interessanti per l'investigazione storica. Ma, ripeto, solo per quella. E chi s'illudesse che questa sia la chiave giusta per annullare gli ultimi residui di demonizzazione del fascismo, oppure per aiutare la Palestina, si sbaglia di grosso. E' ipnotizzato dagli schemi mentali della democrazia.


24 commenti:

  1. Come giustamente hai detto Gabriele non si può parlare di nagazionismo, ma revisionismo. Una correzione delle cifre e delle modalità è d'obbligo quando gli studiosi e i tecnici (leggi storici) della materia scoprono qualcosa di nuovo, e di cose ultimamente se ne sono scoperte tante. Non mi risultano a destra, esempi di strumentalizzazione del revisionismo storico della shoah. Chi legge e studia i testi di Mattogno o di Irving li studio principalmente per disinteressato interesse storico e per la necessità intellettuale di sapere la verità (o un qualcosa che si avvicini parecchio alla verità). E' chiaro che sbandierare il revisionismo a fini politici fa il gioco degli avversari, sionisti e antifascisti, ma dissento fortemente dalla frase che titola il tuo articolo.
    Adriano Marini.

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  2. Leggo solo ora questo articolo su Noreporter che cambia un pò le cose e contestualizza il succitato intervento di Adinolfi.

    http://www.noreporter.org/index.php?option=com_content&view=article&id=14943:lex-pacifica&catid=7:alterview&Itemid=13

    Indi revisiono il mio commento finale e condivido, sia pure con riserva.
    Adriano Marini

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  3. Posto integralmente l'articolo di Gabriele Adinolfi:

    Non piace a tutti. Nemmeno a tutti quelli che dovrebbe compiacere

    L'Osservatore Romano ha preso posizione contro la legge proposta da Riccardo Pacifici, forte dei rapporti che ha con Alemanno Fini e Veltroni, una legge che vorrebbe vietare, con pesanti condanne penali, qualsiasi indagine storica sulla Shoah.
    Da parte opposta, ovvero liberal, molte voci, anche ebraiche, rigettano la legge che vuole scrvere la storia come un dogma. Si tratta di quelle del senatore democratico Della Seta e degli storici Bidussa e Luzzatto.
    Non c'è da stupirsi più di tanto visto che il revisionismo storico – su cui torneremo a tempo debito – è partito proprio da ambienti libertari ebraici in Francia.
    Solo successivamente, con l'intervento dei servizi francesi e dei loro fondi, dei “neonazisti” di servizio intervennero per spostare e marchiare la ricerca, che poté, così, essere bloccata.
    Come ho avuto modo di dire e di argomentare più volte, non condivido l'interesse e la rilevanza politica riposta dai diversi partigani (pro o contro) nel revisionismo sullo sterminio.
    Comprendo – e mi raggelano - invece le ragioni psicologiche e politiche che animano chi lo vuol proibire e pavento lo stalinismo neobiblico delle democrazie che passa anche attraverso queste leggi. Che, per inciso, le grandi potenze democratiche, ovvero Usa e Inghilterra, hanno rigettato; come pure ha fatto la Danimarca.
    Ci torneremo a tempo debito.
    Intanto voglio sottolineare due elementi di rilievo.
    In primis voglio rammentare che già due o tre anni orsono, quando conquistò le scene, dissi immediatamente che il professor Claudio Moffa si sarebbe rivelato (probabilmente in modo inconsapevole e autolesionista) un provocatore oggettivo. Il corrispondente italiano dei prezzolati parigini che vennero utilizzati per varare la legge Gayssot.
    E così è stato, visto che la legge Gayssot in Italia la sta ispirando proprio e soltanto la sua azione sterile.
    In secondo luogo voglio sottolineare che a voler questa legge sono delle minoranze politiche neppur omogenee e che ciò di cui maggormente possono godere è del servilismo dei complessati che, una volta ancora, hanno fatto del loro meglio per prosternarsi e agitarsi gettando il cervello all'ammasso.
    Non imitati, fortunatamente, da molti di coloro che tanto vogliono compiacere, visto che la Lex Pacifica non ha trovato l'unanimità né presso la Comunità ebraica né presso il Vaticano.
    A volte si scodinzola per niente, cucciolotti!
    Da: Noreporter.

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  4. Adinolfi con questa sua presa di posizione relativa al docente universitario Moffa, ha preso una colossale cantonata. Ma come non capire che il cimento revisionista dei coraggiosi docenti, storici, giornalisti,liberi e onesti alla ricerca della verità è la grande avventura intellettuale del futuro, volta a denunciare e a smascherare la più grande e colossale truffa dei tempi moderni.Stupisce che la sua riconosciuta lucidità intellettuale venga archiviata e si stia giocando la sua credibilità con simili avventate esternazioni.Il revisionismo è la grande avventura intellettuale del futuro, lasciamo campo libero agli studiosi onesti .Una gaffe piramidale!!!

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  5. Posto che il revisionismo possa essre la "grande avventura intellettuale del futuro", cosa che io non credo in quanto sono certo che sono i rapporti di forza che dettano le credenze e non viceversa, è proprio l'esibizionismo dei Moffa di turno che mette fuori gioco gli intellettuali revisionisti.
    I quali non sono narcisisti, non sono esibizionisti e, soprattutto, non pretendono d'incanalare la questione in modo assembleare.
    E sono loro a pagare gli esibizionismi dei Moffa di turno. Difatti io critico Moffa e non Mattogno.

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  6. Condivido in pieno l'intervento di Gabiele Adinolfi.

    La ricerca storica deve essere lasciata agli storici e non può rappresentare una battaglia politica nè servire per aumentare il numemero dei consensi attorno ad un'idea,qualora venisse dimostrato che i morti furono "tot" piuttosto che "tot" : le idee affascinano al di là del bene e del male e non debbono essere soggette a giudizi morali.

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  7. COn questo (....stranamente a dir il vero...) concordo con Adinolfi: alcuni, magari inconsapevolmente, infatti fanno il gioco degli avversari e si fa continuamente la figura dei Tafazzi di turno a continuare ad insistere su questo argomento, sopratutto quando dei crimini esacrandi ci sono comunque stati . Ma che si usino altri argomenti che diamine!!: ad esempio che fu proprio un socialista appartenente alla resistenza francese (Paul Ressinier) a dubitare di alcuni dati sull'olocausto, ad esempio che vi furono tantissimi ebrei nella Berlino nazionalsocialista anche a guerra finita, o ad esempio che i cittadini di religione ebraica ( l'ebraismo e' una religione, semita e' la razza, il sionismo e' la ddotrrina politica che giustifica l'espansionismo della Stato israeleita giusto per capire....)presenti alla nascita dello stato di Isrele nel 1948 erano addirittura di piu' di quelli del gennaio 1942 (mese ed anno del "piano organizzato di sterminio" oggetto di indagini)
    Ma i crimini contro gli ebrei vi furono e quelli piu' assurdi contro vecchi, donne e bambini ammmazzati con una rivoltella in testa NON sono assolutamente ne' giutificabili, ne' minimamente comprensibili da un punto di vista storico. Quindi questi crimini ci furono e se e' vero, come credo, che poi proprio questi crimini furono poi usati strumentalmente per parlare di unicita' e' pur vero che insistere su certi argomenti E' amnna dal cielo per i nostri avversari dato che vorrebbe dire (anche se NON lo e') negare alla radice dei crimini esacrandi che ripudiamo anche le nostre coscienza ( le mie per lo meno)
    piuttosto dico io: chi lo dice che ragioni dei vincitori del secondo conflitto bellico erano superiori alle nostre??Nessuno, eppure si continua a sostenerlo ingiustamente senza qualche storico lo neghi. i tedeschi ocupatori in Italia?? verissimo....si ma nel settembre 1943 e qualche mesetto PRIMA invece chi ci e' venuto in Sicilia da occupatore e colonizzatore ??inoltre, altra nalisi storica, ma se tu tradisci il tuo alleato piu' forte e organizzato militarmente e lo fece lo Stato maggiore dell'esercito italiano (fatta eccezione di una parte consistente della Marina)...che cosa ci saremmo aspettati avrebbero fatto i germanici??.......che ci avrebbero dato le caramelle e trattato sugli allori??. anche qui tutti sappiamo dei loro crimini pure in Italia ( in alcuni casi efferrati e bestiali) ma vi e' un'analisi STORICA del perche' piombarono in Italia da padroni o Nooo...?? NON mi risulta. Eppure tutti sanno che gli alleati traditi fecero questo e altro in qualsiasi altro contesto storico. Sempre fu cosi', putroppo....certo, ma e' un datto di fatto che Non si puo' negare. inoltre parliamo anche di quella componente Repubblicana che sempre considero' quell'alleanza unicamente come strategica e tutt'altro che naturale, parliamo dei Gentile, degli Anfuso, dei Bombacci, dei Biggini che fedeli all'Idea giurano solo ed unicamente di fronte ad una e una Nazione: l'Italia!
    insomma, stringendo e andando alla sostanza usiamo ragionamenti convincenti e documentati seriamenti per poratre avanti la nostra battaglia delle Idee e dei programmi, altrimenti partiremmo subito battuti in partenza.
    e ripeto con l'argomento Olocausto ( sebbene sappiamo vi siano imprecisioni e inesattezze) partiremmo appunto battuti in partenza.



    Agostino

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  8. Posto che condivido l'affermazione sul revisionismo quale "grande avventura intellettuale" dei nostri tempi (il primo a dirlo fu Faurisson) e che non condivido il giudizio di Gabriele Adinolfi sulla (presunta)inutilità della contro-storia, considero perfettamente centrato il giudizio del medesimo Adinolfi espresso nel suo ultimo commento (vedi supra) ed in particolare la considerazione che la questione del revisionismo "non può essere incanalata in modo assembleare".

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  9. Adinolfi ribadisco quanto detto; strano che un cervello lucido come il suo non colga la differenza tra Mattogno e il docente universitario Moffa. Allora ci provo io, Mattogno viene sistematicamente squalificato con il marchio d'infamia (non vero ovviamente) di neonazista.Viene citato il fatto che ha scritto libri con le case editrici di estrema destra "Sentinella d'Italia" "Edizioni di AR"!Nulla di ciò può essere rimproverato al docente universitario Moffa dal prestigioso curriculum professionale, mentre Mattogno é un autorevole ..autodidatta!Poi determinante e polemicamente vincente é il fatto che Moffa é un ex militante di Lotta Continua e un iscritto a Rifondazione comunista!Adinolfi spiace dirlo questa volta ha "toppato" di brutto!Il revisionismo storico è la grande avventura intellettuale del futuro.

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  10. ....il revisionismo storico sulle ragioni di vinti e vincitori senz'altro puo' essere un'arma. Sono il primo a sostenerlo. ma insistere sempre e unicamente sul solito tasto diventa castrante e controproducente. Io preferirei che siano meglio approfonditi anche altri argomenti, piuttosto che scervellarsi sul reale numero delle vittime di una tragedia che comunque c'e' stata, sebbene poi usata strumentalemente e a mio modo di dire presentata in maniera non documentata e superfiaciale dai vincitori e sopra ne ho citati degli esempi.
    Ma negare alla radice e completamente alcune tragedie e fatti storici che comunque ci sono stati NON portera' assolutamente a nulla e fa il gioco dei nostri avversari. Mi chiedo......vogliamo proprio questo??. io spero e credo di NO!!

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  11. Agostino, il revisionismo è una risposta seria alla overdose quotidiana di questo pseudo culto della soah!Docenti universitari del calibro di Claudio Moffa e di Antonio Caracciolo (quello a cui Piero Marazzo voleva fare abbassare gli occhi dalla vergogna!) docente alla Sapienza di Roma, sono una manna dal cielo, bisogna erigere a loro un monumento.Semplicemente perché il primo ha un passato da militante di sinistra, il secondo perché berlusconiano di ferro, iscritto a Forza Italia dalla sua fondazione.Come possa sfuggire un elemento determinante del genere, non riesco a capirlo. Gli altri revisionisti vengono "squalificati" come neonazisti e con tale marchio d'infamia, non vai da nessuna parte.Per concludere abbiamo a che fare con docenti universitari dal curriculum scientifico di tutto rispetto.Onore a Moffa e a Caracciolo!

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  12. Epiphanius, evidentemente un "cervello lucido" come il mio, peraltro munito dell'esperienza vissuta in diretta delle evoluzioni del revisionismo storico e sdi come è stato messo fuori gioco all'estero, cessa di essere lucido se non condivide gli schemi delle sue aspettative.
    Purtroppo - salvo se il Vaticano e la sinistra ebraica insieme non lo impediranno - vedremo presto chi sarà stato più lucido.
    Il che, alla fin fine, conta poco.
    Per me è la forza che impone gli schemi interpretativi e non viceversa. A chi crede nei fondamenti della democrazia non posso che obiettare: buona fortuna.
    Io non sto ostacolando nessuno, mi limito a dire quale tangente prenderà un'illusione.
    Staremo a vedere.

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  13. Ma per quale motivo il revisionismo dovrebbe rappresentare la "grande avventura del fututo " o addirittura un arma non si capisce bene.

    Che gli storici facciamo le loro ricerche liberamente,ma è proprio dei deboli ritenere che un'idea possa acquistare valore o maggior fascino sulla conta dei morti.

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  14. Adinolfi, lei potrà scrivere ancora decine di libri, continuare ad animare siti di impegno culturale e politico in rete,nessuno dico nessuno le darà mai fastidio alcuno, ma non osi cimentarsi nella grande avventura intellettuale del nostro tempo, ne sono certo (ma non glielo auguro) che le porte del carcere si riapriranno ancora una volta. O lei ripeto come penso io,ha preso un colossale abbaglio, oppure vuole invecchiare tranquillamente senza corre rischio alcuno, continui su questa strada...non verrà fatto arrosto perché si è messo a posto!

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  15. a ephinius ricordo che il primo revisionista fu appunto Paul Ressinier socialista e antinazista, nonche' combattente contro l'occupante tedesco in Francia (....la quale Francia appena prima aveva pero' dichiarato guerra alla Germania, non scordiamocelo....). comunque Ressinier e' secondo me il piu' attendibile, ma non credo banalizzi o minimizzi tutto. Documentiamoci e non nascondiamoci alcune verita', ma usiamo sopratutto altri argomenti. CON questo NON andiamo da nessuna parte, non mi stanchero' mai di ripeterlo. Gli eccidi e le uccisioni indiscriminate ci sono state come pure le persecuzioni antiebraiche, che poi sia stata fatta una gigantesca montatura e strumentalizzazione per giustificare la nascita d'israele e' un altro paio di maniche. Dai forza, abbiamo ragioni da vendere, tocchiamo altri nervi scoperti dei vinciori. E ce ne sono tantissimi e facilmente dimostrabili, tranquilli.........


    Agostino

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  16. Epiphanius,
    probabilmente non mi cimeterò in questa "grande avventura intellettuale" che non si capisce in cosa consista. Però mi par di essere quasi l'unico che tiene regolarmente viva la memoria di QUELLA Germania e della sua causa.
    Che io non ritenga essenziale (al di là della possibilità) chi per poterla difendere ha bisogno di un nuovo buonismo non so bene perchè mai l'inquieti tanto.

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  17. Poi vorrei capire se ,ad esempio,si dimostrasse che il comunismo non ha mai fatto vittime qualcuno sarebbe disposto a cambiare la propria opinione su di esso;oppure se si dimostrasse,com'è,che ad attaccare fu Stalin e non Hitler,tale dato cambierebbe in maniera sostanziale le forze in campo ???

    Cioè le idee si basano sul giudizio morale delle azioni svolte ?

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  18. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  19. Il punto è che nessun movimento politico deve incanalarsi in questo vicolo cieco. Il revisionismo come strumento per apparire "migliori" è ancora radicato nelle coscienze di molti. Che i soldati politici si occupino della realtà sociale e delle Idee e che gli storici si occupino dei fatti con interpretazioni quanto più oggettive possibili, ma libere da ogni bavaglio.

    Gabriele ineccepibile.

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  20. E' ovvio che si finisce dentro un "ginepraio" senza uscita con il rischio di debilitare ulteriormente gli strumenti di " difesa "

    E non perchè io ritenga che i revisionisti degli incolti e/o degli sprovveduti
    in ricerca storiografica, ma semplicemente perchè
    la battaglia culturale, politica e sociale portata sul tema Israele,Ebrei,Shoà, Olocausto è persa comunque in partenza. Soprattutto se supportata dalla " Fascisteria figlia di Caino per definizione e quindi già in colpa ".

    Altra cosa è dedicarsi " al vero olocausto post-industriale " annunciato da Marchionne, con la sua minaccia di delocalizzazione definitiva come ultima " soluzione finale ".

    Li' come al solito facciamo tutti orecchie da mercante, perchè questo tipo di Olocausto del Lavoro è talmente prossimo,vicino,palpabile che non interessa a nessuno, manco a coloro che lo subiscono in prima battuta, altrimenti l'Italia dovrebbe essere una grande Terzigno.

    Sarebbe tempo di cominciare a pensare ad una nazionalizzazione/socializzazione forzata della multinazionale Fiat, quella che ci ha regalato un pezzo del debito pubblico interno che noi tutti paghiamo. Quell'azienda non è di Marchionne è nostra ( del contribuente) e della gente che ci lavora dentro.

    Lasciamo agli storici veri, soprattutto ai marxisti e cattolici, lasciamolo al Sinodo dei Vescovi " lo sgrugno diretto con Israele e con la Sua pre-potenza ".

    Noi dedichiamoci invece a supportare la nostra Resistenza laddove cio' è ancora possibile ...

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  21. completamente d'accordo con francesco mancinelli e alessandro !

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  22. Mancinelli ha centrato l'obiettivo come sempre,però la sua riflessione è monca: mi spiego non è Marchionne il vero responsabile, è il ramo Elkan degli "eletti" che si sono fregati la FIAT che apparteneva alla famiglia italianissima degli Agnelli.Posto il fatto rilevante dello strano suicidio di Edoardo Agnelli, convertito all'Islam, e ammiratore dell'Iran, erede designato alla FIAT da Giovanni Agnelli, che durante la seconda guerra mondiale, aveva combattuto in Russia nell'Armir, di fatto gli Elkan sono diventati i padroni della FIAT.Lapo Elkan fine cervello di capitano d'industria, se mai combatterà qualche guerra,la combatterà nelle fila israeliane e non certo in quello italiane, ecco perché Marchionne può fare simili esternazioni. Concludo con un ulteriore riflessione: perché in Europa se si contesta la cifra dei sei milioni di gassati si rischia la galera, mentre si può contestare impunemente tutto il resto? Il revisionismo è la grande avventura intellettuale del nostro tempo!

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  23. Epiphanius va a slogan.
    Mancinelli invece va al sodo.

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  24. Adinolfi sarà che io vado a slogan, ma lei continua nel sminuire la grande avventura intellettuale dei nostri tempi, ed è vero solo una sua considerazione nei miei riguardi, quando leggo i suoi velenosi attacchi al professor Moffa, mi viene a mente un celebre slogan:"quando sento parlare di cultura, metto il colpo in canna". Allora deve spiegare perché per la seconda volta in Italia, dopo Clemente Mastella, "i soliti noti"vogliono introdurre delle leggi repressive sulla libera ricerca storica e non sulle sue iniziative a 360 gradi. Perché in Europa numerosi paesi mettono in galera i revisionisti, perché non ci si mobilita a loro favore, non si prendono iniziative clamorose a loro favore come fa Pannella con Tareq Aziz?Perché si parla del sesso degli angeli e non si fa sesso con gli angeli?Diceva Mao Tse Tung non importa il colore del gatto, l'importante è che prenda i sorci!

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