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Quel pezzente del senatore

Ciarrapico indagato per truffa allo Stato 


L’imprenditore che è anche senatore del Pdl  è accusato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La stessa accusa per il figlio Tullio e altre cinque persone, tra cui alcuni collaboratori dell’ex presidente della Roma.


Il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico è indagato dalla Procura di Roma per truffa aggravata ai danni dello Stato. Oltre a Ciarrapico sono indagate altre sei persone, tra cui il figlio Tullio. L’indagine si riferisce alla fraudolenta percezione di contributi destinati all’editoria per importi complessivi pari a circa 20 milioni di euro dal 2002 al 2007. I contributi sono stati percepiti dalle società editrici Nuova Editoriale Oggi e Editoriale Ciociaria Oggi. Su richiesta della Procura di Roma, la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro a Roma, Milano e altre località italiane, conti correnti, immobili, quote societarie e un’imbarcazione di lusso per un importo complessivo di circa 20 milioni. Tutti i beni posti sotto sequestro sono riconducibili, attraverso intestazioni fittizie, allo stesso senatore Ciarrapico.


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E pensare che Ciarrapico è stato il primo a querelarmi per "Fascisteria", nel 2002. Perché avevo scritto che la sua società capofila, Italfin '80, dava lavoro a Giannettini e a Rainaldo Graziani, circostanza che avevo avuto modo di verificare personalmente, oltre a ricostruire i suoi rapporti di favore con gli ultrà giallorossi, quando era presidente della Roma.
La causa era talmente infondata che il gip (esistono dei giudici a Roma) prosciogliendomi lo condannò a pagarmi le spese legali. Cosa che il mio avvocato ha rinunciato a fare perché era già noto in ambito giudiziario la sua abilità con sotterfugi a sottrarsi ai decreti ingiuntivi, piangendo miseria. E invece, a dar credito a questa indagine, i milioni (in euro) li aveva, e come...
Mi querelasse ora, che almeno i soldi me li vado a prendere direttamente a Palazzo Madama.

PS Il video è stato segnalato da uno dei collaboratori del blog, Giuseppe Parente

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