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Assalto alla Cgil, la Cassazione annulla 9 condanne in abbreviato per devastazione


 

Ci sarà un appello-bis per nove imputati nel processo per l’assalto alla sede della Cgil. Lo ha deciso la Corte di Cassazione annullando con rinvio le condanne inflitte in secondo grado ai nove che avevano scelto il rito abbreviato per difendersi dalle accuse relative ai disordini del 9 ottobre 2021 a margine di una manifestazione dei No Green Pass.

"Oggi - ha commentato la sentenza Carlo Taormina, avvocato di Fabio Corradetti e Giuliano Castellino -dopo oltre due anni e mezzo è arrivata la prima e più importante vittoria per i ragazzi del 9 ottobre. Per tutto questo tempo media e tribunali hanno massacrato quella manifestazione dove oltre 100.000 persone animarono piazza del Popolo contro il Green Pass. Oggi la Corte Suprema - giudicando i "condannati in rito abbreviato" - ha annullato la condanna per devastazione. Per la Cassazione quel 9 ottobre non ci fu nessuna devastazione e nessun devastatore. Ci auguriamo che stampa e TV diano lo stesso spazio a questa notizia come dato in precedenza per le condanne di primo e secondo grado".

La Corte di appello di Roma aveva confermato le condanne degli imputati per devastazione, ma secondo la Cassazione è necessario tornare in secondo grado poiché ci sono “carenze di motivazione di entrambe le sentenze in ordine alla ricostruzione dei fatti sotto il profilo del turbamento dell’ordine pubblico, oggetto giuridico della fattispecie”.

Tra le persone coinvolte con Fabio Corradetti, figlio della moglie di Giuliano Castellino, Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova, Mirko Passerini e Claudio Toia, appartenente al gruppo ultras juventino ‘Antichi valori’ e considerato dagli inquirenti vicino al movimento di estrema destra.

"Oggi la Corte di Cassazione ha sancito che quel 9 ottobre a Roma non ci fu nessuna devastazione e nessun devastatore!". Queste le parole di Giuliano Castellino, che si rifiuta però di festeggiare perché comunque ieri Fabio Corradetti è stato arrestato con una severa pena da scontare per resistenza.

"Una vittoria che finalmente restituisce verità e giustizia a quella grande mobilitazione di libertà e liberazione". Ha aggiunto: "Dopo mesi e mesi di carcere e processi troviamo un po' di serenità". 

Ha però specificato Castellino: "MA NON POSSIAMO E NON DOBBIAMO FESTEGGIARE, PERCHÈ PER QUEL 9 OTTOBRE C'È UN RAGAZZO DI 22 ANNI RECLUSO DEL CARCERE DI REBIBBIA. Detenuto per una sentenza che grida vendetta al cielo: 5 anni e 4 mesi per una resistenza.  Una pena vergognosa e punitiva che lascia in prigione il più giovane e bello del 9 ottobre. La vera festa sarà quando anche FABIO sarà libero".


Ha concluso: "E non lo dico da padre, ma da sodale, consimile e coimputato".




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