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La cantata per Darya Dugina all'Ambasciata russa e lo scoop della Repubblica


Così Paolo Berizzi oggi su la Repubblica ma per capire di che cosa si è trattato e del perché "tre neofascisti italiani" sono ospiti d'onore alla corte dello Zar aiuta piuttosto il "lungo post" sulla pagina Facebook di Maurizio Murelli 

Mi sembra doveroso riportare qui la parte conclusiva del discorso dell’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana, Alexey Paramonov, tenuto ieri 8 febbraio in occasione della serata dedicata alla festa professionale dei diplomatici russi, a cui alcuni amici italiani di Darya Dugina hanno avuto l’onore di partecipare.

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[…] Kyev ha organizzato già decine, se non centinaia di attentati […]
Tra questi, uno dei crimini più disumani è stato certamente l’assassinio della giornalista russa Darya Dugina, la cui vita è stata spezzata dall’esplosione di una boba piazzata sull’automobile nella quale viaggiava mentre era di ritorno dal Festival “Trasizija”, […]
Nel corso della sua breve vita, Darya ha sempre pensato e agito in nome di ideali positivi e in nome della costruzione di un nuovo mondo nel quale potessero coesistere “numerosi protagonisti, tutti con la propria storia, la propria cultura e le proprie tradizioni”. Le sue numerose visite nel Donbass hanno favorito una migliore comprensione delle cause profonde della crisi ucraina e delle opportunità di risoluzione di tale crisi. Malgrado la sua giovane età, la nostra Darya ci ha lasciato un’eccezionale eredità spirituale.
Darya è rimasta vittima del terrorismo ucraino, generato da un miscuglio di ideologie misantropiche, ignoranza e inciviltà, malvagità viscerale, blasfemia, totale disprezzo sia dei valori comuni della cristianità che di quelli umani e universali: tutto ciò a cui Darya si opponeva e combatteva. Possiamo dire che la tragica storia della vita e della morte di Darya Dugina simboleggia lo stesso scontro tra il bene e il male che vediamo concretizzarsi nella crisi ucraina e che si ripercuote sull’attuale stato di cose che caratterizza la scena internazionale.
In Darya ardeva il desiderio di un rinnovamento spirituale del mondo e di una nobilitazione dell’Uomo. Con la sua forza di pensiero, la sua energia spirituale e il suo ottimismo intellettuale, esistenziale ed escatologico, ha saputo contagiare molti dei suoi interlocutori e sostenitori in Francia, Belgio, Italia e Spagna. Darya era conosciuta anche nei paesi asiatici, in Africa e in America Latina. E per quanto non fosse diplomatica, formulava e rappresentava idee legate all’armonia universale, all’importanza di servire nobili ideali, ed esprimeva il suo immenso amore per la Russia e la sua sconfinata cultura spirituale, come anche la convinzione del valore intrinseco di diverse forme e modelli di civiltà: tutti concetti che sono molto cari alla diplomazia russa.
Noi apprezziamo moltissimo che i nostri amici italiani, il compositore Angelo Inglese, Ines Pedretti, Annamaria Rossano e Elena Tsarenko non abbiano guardato con indifferenza alla storia di questa giovane e talentuosa donna russa che è stata filosofo e giornalista pubblicista; e siamo loro grati per aver ritenuto doveroso immortalare, in musica e poesia, i suoi nobili slanci spirituali, la sua ricerca intellettuale e la battaglia da lei intrapresa perché l’umanità potesse perseguire un futuro radioso.
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Nel corso di questa serata è stata eseguita “La Prima Mondiale della Cantata scenica per Darya Dugina”, composta e diretta dal Maestro Angelo Inglese e che il 20 febbraio sarà replicata in Serbia e prossimamente mandata in onda dalla TV di Stato russa.
Nella foto di gruppo gli amici italiani che, guidati dai registi Rainaldo Graziani e Ines Pedretti (non potete neppure lontanamente immaginare quanta sagace energia è stata da loro profusa per questa realizzazione) hanno reso possibile la creazione dell’evento. Una istantanea testimonia la portata in presenza di due edizioni dei testi di Darya Dugina (i primi di una lunga serie) con cui abbiamo omaggiato l’Ambasciatore, rinnovandogli il nostro impegno affinché la figura di Darya abbia in Italia il giusto rilievo che gli compete.
Abbiamo solo iniziato… Darya... solo iniziato...
Maurizio Murelli

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