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Ucciso l'ex premier giapponese. Gli ha sparato un ex militare

 L'ex primo ministro giapponese Shinzo Abe è stato ferito a morte durante un evento elettorale nella regione di Nara. Abe "non mostra segnali vitali" dopo essere stato colpito da due proiettili alla schiena mentre stava pronunciando il suo discorso a sostegno di un candidato del Partito Liberal Democratico in vista delle elezioni per la Camera alta di domenica 10 luglio.

Abe aveva iniziato a parlare da pochi minuti, quando si è sentito il rumore di colpi di arma da fuoco, hanno riferito l'emittente nazionale NHK e l'agenzia di stampa Kyodo. Abe, 67 anni, si è accasciato e perdeva sangue dal collo.

L'ex premier, fortemente legato agli Stati Uniti, è stato portato in ospedale in arresto cardo-respiratorio e dai primi esami eseguiti sulla funzionalità di cuore e polmoni "sembrerebbe non mostrare segnali vitali". A preoccupare i medici è l'emorragia causata dalla ferita". Il ministro della Difesa, Kishi ha detto che i sanitari stanno facendo di tutto per salvargli la vita e Abe è stato sottoposto a trasfusioni di sangue ma i medici non hanno potuto far nulla per la gravità delle ferite.

Diversi media hanno riferito che è stato colpito alle spalle: raggiunto alla schiena da due colpi sparati a distanza ravvicinata, a tre secondi l'uno dall'altro, mentre era in piedi su un piccolo podio e parlava in pubblico, in mezzo alla strada. Abe, il primo ministro più longevo del Giappone, è stato in carica nel 2006 per un anno e di nuovo dal 2012 al 2020.

L'arresto

Un uomo è stato arrestato. Si tratta di un 41enne: Tetsuya Yamagami, residente del posto. È accusato di tentato omicidio. L'arma utilizzata è stata sequestrata. L'uomo, secondo l'emittente pubblica Nhk, avrebbe confessato: ha detto alla polizia che era frustrato da Shinzo Abe e per questo voleva ucciderlo. Secondo la polizia, l'attentatore era deciso a uccidere Abe perché "insoddisfatto per l'operato dell'ex capo politico".

Stando a un'immagine ripresa dai media giapponesi, l'uomo aveva nascosto l'arma infilandola dentro quello che sembra una sorta di obiettivo fotografico. L'attentatore, maglietta, pantaloni militari con le tasche, e mascherina sul volto, è stato arrestato e portato via da quattro agenti, mentre a pochi metri di distanza uomini dello staff tentavano di rianimare l'ex premier.

Il presunto assalitore, secondo quanto riferito dall'emittente Fuji Tv, sarebbe un ex militare, membro per tre anni dell'autodifesa marittima della Japan Self-Defense Forces, la Jietai. La televisione pubblica Nhk ha spiegato che è stato identificato come Tetsuya Yamagami, 41 anni, residente a Nara. Secondo testimoni oculari, si sarebbe avvicinato da dietro mentre l'ex premier stava pronunciando il suo discorso. Il primo colpo che l'assalitore ha sparato, un minuto dopo l'inizio del discorso, non sembra aver colpito nessuno. Dopo il secondo, Shinzo Abe si è accasciato al suolo. La notizia del discorso dell'ex leader del Partito Liberaldemocratico a Nara era stata data solo ieri sera. Yamagami ha utilizzato una specie di doppietta a canne corte di fattura artigianale, nascosta in una borsa. L'aggressore ha eluso la sorveglianza degli agenti di sicurezza e si è avvicinato all'ex premier. In seguito l'uomo ha tentato di allontanarsi, finendo per essere poi bloccato dalla polizia.

A differenza degli Usa, per acquistare armi in Giappone è necessario passare rigorosi esami per accertare le proprie condizioni mentali, e in commercio sono consentiti soltanto alcuni tipi di fucili e carabine. Secondo i più recenti dati dell'Ocse, il tasso di omicidi in Giappone si assesta a 0,2 su 100.000 abitanti, contro lo 0,5 dell'Italia, e i 6 degli Stati Uniti.

Le reazioni politiche

Il premier Fumio Kishida, che si trovava nella prefettura di Yamagata per un evento della campagna elettorale è tornato a Tokyo non appena ricevuta la notizia dell'attentato. Il suo governo istituirà un gruppo di crisi.

Le cause della sparatoria non sono state ancora chiarite, ha ammesso Kishida. L'identità del sospettato e le sue prime ammissioni orientano però le indagini su uno dei nodi irrisolti dell'identità giapponese: la subalternità ai vincitori della guerra mondiale, un fardello insopportabile per i patrioti.

Ancora nessuna decisione è stata presa sulle elezioni di domenica, per il rinnovo della Camera alta del Parlamento. Ma tutti i membri del governo sono stati convocati d'urgenza a Tokyo. 

Anche i partiti di opposizione hanno deciso di fermare la campagna elettorale in segno di solidarietà e di tornare nella capitale.

I precedenti

Quello di Abe è solo l'ultimo degli attentati che hanno riguardato politici di rilievo in Giappone.

Il 13 ottobre 1960, Inejiro Asanuma, leader dell’opposizione socialista, fu ucciso da un diciassettenne, Futaya Yamaguchi, durante un comizio di fronte a mille persone: l’arma del delitto una spada da samurai.

Nel 1992 un estremista di destra sparò alcuni colpi di arma da fuoco all'allora vice presidente del partito democratico, Kamemaru Shin, nella prefettura di Tochigi, senza tuttavia colpirlo.

Nel 1994, in un hotel a Tokyo il premier Hosokawa Morihiro venne sparato  da un appartenente a un gruppo di estrema destra, ma rimase illeso.

Nel 2007 il sindaco della città di Nagasaki, Ito Itcho, morì durante un attentato organizzato da una banda criminale.

Un altro caso ha riguardato il direttore dell'Agenzia nazionale di polizia, Kunimatsu Takaji, nel 1995, che venne gravemente ferito da colpi di pistola sparati davanti la sua abitazione. Il responsabile delle forze dell'ordine guidava le indagini sulla strage col sarin nel metrò di Tokyo compiuto dalla setta Aum e fu perciò colpito da un seguace del culto.

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