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Cagliari, blitz contro gli Sconvolts. 33 misure cautelari. Indagato capitan Cossu


 L’hanno battezzata “Frari”, fratello in sardo. E mette assieme reati vari, dall’associazione per delinquere contro l’ordine pubblico, la persona e il patrimonio, allo spaccio di droga. Sono questi i capi di imputazione che hanno portato all’esecuzione di 33 misure cautelari a carico di appartenenti al gruppo Sconvolts, la tifoseria organizzata del Cagliari calcio. All’operazione, iniziata all’alba e presentata stamani in questura dal capo dell’Ucigos, Luigi Bonagura, e dal dirigente della Digos del capoluogo isolano, Antonio Nicolli, hanno preso parte oltre duecento uomini, un elicottero e le unità cinofile. “L’abbiamo chiamata “Frari” perché si chiamano così tra loro i componenti del gruppo” ha detto Nicolli.

Il blitz

Le misure sono scattate al termine delle indagini della Digos del capoluogo sardo, coordinate dalla Direzione distrettuale antiterrorismo. I fatti risalgono a episodi, tra aggressioni, risse, violenza e danneggiamenti, commessi tra l’autunno del 2018 e l’ultima stagione calcistica. All’operazione, con perquisizioni e tre indagati a piede libero, ha preso parte anche personale del Reparto prevenzione crimine Sardegna e della Scientifica. Tra gli indagati, come emerge dell'inchiesta, c'è anche l'ex capitano del Cagliari Andrea Cossu. Attualmente nella dirigenza del club di Tommaso Giulini, all'ex calciatore viene contestato il concorso esterno all’associazione. Il pm ha chiesto l’interdizione dalla funzione di dirigente ma il gup non l’ha accolta per mancanza di esigenze.

Come operavano

Nel dettaglio, la Digos ha eseguito cinque misure di custodia cautelare in carcere, tredici ai domiciliari, undici obblighi di dimora e quattro di firma. “Festeggiamo il nostro 170esimo compleanno con un gran bel risultato che esalta la collaborazione tra noi e l’autorità giudiziaria. Senza gioco di squadra e coordinamento, non si vince” ha detto Luigi Bonagura. "Parliamo di un gruppo che fa parte degli Sconvolts ma non di tutti i componenti. Una struttura organizzata, con un tesoriere, addetti ai pedinamenti, al controllo della tifoseria ospite, al merchandising e ad altre attività. Alcuni organizzavano e studiavano i movimenti degli ultrà avversari che arrivavano in città al seguito delle proprie squadre. Risalivano ai loro alloggi e poi partivano spedizioni punitive e agguati” ha spiegato il capo della Digos di Cagliari. Il dottor Nicolli ha ringraziato, oltre agli uomini dei vari reparti della questura, anche i collegi delle Digos di Roma, Firenze, Oristano, Nuoro e Sassari.

L'assalto al bus degli ospiti

Tra le vicende delinquenziali contestate risse, violenze e devastazioni in occasione di Cagliari-Bologna (quattro feriti gravi, ottobre 2018), Cagliari-Napoli (con aggressione ai tifosi campani in un B&b a Capoterra, centro a venti chilometri dal capoluogo, dicembre 2018) e Cagliari-Brescia, agosto 2019. In quest’ultimo caso, è stato assaltato il bus degli ospiti, che sulla statale 131 a pochi chilometri dal centro, è stato centrato da un pesante masso lanciato da un cavalcavia. Il macigno ha sfiorato l’autista che è riuscito a non perdere il controllo del mezzo. Di rilievo, e di forte impatto per l’opinione pubblica, anche l'aggressione con devastazione di vari locali, ai supporter polacchi del Pogon, al quartiere Marina nell'ottobre 2019. Infine, gli scontri del dicembre 2019 per Cagliari-Lazio e le violenze a San Nicolò Arcidano, un centro del Sulcis, dove dopo la commemorazione di un ultrà morto, è scoppiata una rissa con tanto di fucilate finali dei residenti alla tifoseria organizzata. Tra gli atti investigativi, da cui si evince la partecipazione di ultrà noti da tempo alle forze dell’ordine e già daspati, anche filmati e immagini inerenti appostamenti e spedizioni punitive allo scalo di Elmas e al porto di Cagliari. “In queste azioni si ravvisa la messa in pericolo dell’ordine pubblico, di famiglie, bambini, donne e anziani. Poi - ha rimarcato Luigi Bonagura - se la prendono con i nostri uomini e causano danni ingenti anche ai mezzi”. Nelle perquisizioni sono stati sequestrati 53mila euro, rinvenuti con il registro di cassa, a casa del tesoriere, bastoni, mazze, tirapugni, fumogeni e droga. È stata sequestrata anche una piantagione di marijuana. “I soldi sono stati ottenuti con la vendita di sciarpe, bandiere e maglie dei giocatori del Cagliari, vendute con delle lotterie e utili anche per coprire le spese di trasferta. Ripeto, anche se abbiamo appurato l’esistenza di un sistema delinquenziale articolato, per tutti - ha sottolineato Antonio Nicolli - permane la presunzione di innocenza fino a sentenza di condanna definitiva”. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Cagliari, Direzione distrettuale-Antiterrorismo. Accertamenti e indagini sono ancora in corso.

FONTE: LA REPUBBLICA.IT

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