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Emiddio Novi e il totalitarismo digitale


Pina Letterio, vedova Novi, ha pubblicato ieri sulla pagina del mai abbastanza compianto Emiddio questo testo del 2016. Un ragionamento lucido e spietato sul totalitarismo dei social media che conferma la straordinaria capacità del mio mentore di leggere il futuro. Un talento che appartiene alla sfera della capacità razionale di analisi scientifica e non al talento esoterico della visione profetica.

La reazione populista ha spinto i poteri Mondialisti a mobilitarsi per evitare che la rete potesse diventare quel megafono che i media tradizionali avevano negato ad ogni forma di dissenso dal politicamente corretto.
L'amministrazione Obama aveva lavorato a questo obiettivo da anni.
Prima s'era attivata per manipolarla. E in parte c'era riuscita. Poi è passata alla censura di tutto ciò che sfugge alla logica del politicamente corretto.
Il pensiero non omologato è infatti ritenuto una molestia che infastidisce, turba e soprattutto crea antagonismi radicali. E allora la censura digitale ha iniziato ad utilizzare algoritmi che automaticamente cancellano gli account ritenuti eversivi verso il senso comune della rete. Un senso comune chiaramente in linea con l'ideologia mondialista.
Un ruolo di vera e propria censura è dunque affidato ai computer che devono essere in grado di individuare quelle presenze ritenute devianti e che turbano l'ordine costituito. A volte definite Troll.
Nel nome troll nelle lingue nordeuropee rientrano significati come "incantesimo, stregoneria". Le streghe venivano definite trollkona, donna troll. Dai troll e dai loro malefici bisognava stare sempre in guardia. I troll sono esseri che vivono nel buio, quando escono dalle loro tane lo fanno per molestare, per attuare malefici, stregonerie, misfatti terribili, seminare incubi nelle menti delle vittime che vivevano serene e tranquille.
Ecco, incubi. Chi cerca di svegliare le coscienze manipolate nella società del pensiero unico mette a rischio l'ottundimento collettivo. Il pensiero critico è stato progressivamente emarginato, ritenuto scorretto ed eversivo, isolato e poi interdetto. Quelli che lo condividevano sono stati cacciati e rinchiusi in un gulag immateriale. Lì dove il grande gelo dell'isolamento li rende inoffensivi. Ma c'è chi sfugge e perfora la rete dei contatti omogenei. La rete riserva anche di queste sorprese. Ed ecco allore entrare in azione la soluzione tecnologica, il computer che censura parole, idee e persino stati d'animo, perché domini l'orwelliana ortodossia dell'inconsapevolezza.
Cosa c'è di più rassicurante per la casta dominante di dominati inconsapevoli. I televisori forniti di telecamere dell'orwelliano "1984" sono stati sostituiti dai computer e dalla rete che sorvegliano tutti, sempre e dovunque. Il "1984" è diventato realtà.
L'apatia delle masse, l'assenza di consapevolezza, diventa consenso inerziale. La segregazione dei dominati da parte dell'oligarchia mondialista dominante sarebbe cosi eternizzata. Ma ci sono i troll che nonostante tutti i dispositivi interdettivi riescono a penetrare la rete dell'inconsapevolezza e a seminare il dubbio, a raccogliere adepti.
Il nuovo totalitarismo, quello elettronico, resta in ogni caso una minaccia concreta.
Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks ne è convinto. Google sarebbe tra i responsabili di questa deriva antidemocratica. Assange afferma che "il suo business è sorvegliare milioni di uomini". Spiega che Google è "una forma postmoderna di totalitarismo." E continua:"Dovremmo però mettere le cose nella giusta prospettiva. Il totalitarismo che si è sviluppato nella Germania nazista e nell'Unione Sovietica era bi-tech. I nazisti sono stati la guida mondiale nello sviluppo tecnologico sotto diversi aspetti, e avevano l'ambizione ideologica di spingersi in un mondo inedito di nuove meraviglie tecnologiche. Non voglio fare paragoni semplicistici con il brutale regime nazista, e Google non è ancora per nulla vicina a quel punto. Ma il desiderio totalizzante c'è ".
Certo non siamo al nazismo. Ma verso lo scenario orwelliano ci stiamo inoltrando. Google col suo sistema sorveglia miliardi di uomini. Raccoglie informazioni sulle persone, le immagazzina, le indicizza, le utilizza per creare modelli che prevedono i loro comportamenti per poi venderli, e non solo alle grandi agenzie di pubblicità.
Raccoglie dati come la NSA, che non a caso accede quando vuole a tutte le informazioni raccolte da Google. La Nsa è l'agenzia americana per la sicurezza nazionale che sorveglia tutto e tutti. Utilizza le informazioni dei droni, dei satelliti, di Twitter, degli informatori in carne e ossa. Il sistema di sorveglianza e di egemonia americano e turbofinanziario con Google raccoglie informazioni e con migliaia di informer inquadrati dalle Ong può tutt'ora manipolare la rete con una costante disinformazione.
Larry Page, 23 miliardi di ricchezza personale e fondatore di Google, secondo Assange ha una visione totalizzante della sua azienda. E per lui in futuro chiunque indosserà gli occhiali di Google per poter leggere la realtà, informarsi, comunicare. Il sistema Google intercetterà gli sguardi di miliardi di uomini, conoscerà cosa facciamo, dove andiamo, chi incontriamo nel corso dei nostri appuntamenti, controllerà le nostre automobili. E' in grado di suggerirci, già adesso, come passare le serate e con chi. Dove mangiare, andare in vacanza, e a richiesta anche il partner.
Lo stesso Assange, nel suo libro Cyberpunks, ha sostenuto che "Internet è il più pericoloso facilitatore del totalitarismo che abbiamo mai conosciuto".
Il totalitarismo elettronico è già tra noi.

Emiddio Novi

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