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La scelta bipartisan di Verona: una via per Almirante, la cittadinanza per la Segre. La senatrice: io e lui incompatibili

Il consiglio comunale di Verona, nella seduta dello scorso 16 gennaio, decise di dare, all'unanimità la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz.
Lo stesso giorno, sull'albo pretorio del Comune, compariva la delibera della giunta di centrodestra, guidata dal sindaco Federico Sboarina, che con una decisione assunta l'8 gennaio, intitolava una strada cittadina a Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano, il principale partito di destra presente nell'agone politico italiano dal 1946 al 1995.
Si premiano le vittime e gli aguzzini, tuona Michele Bertucco, capogruppo di Verona in Comune che aveva presentato la mozione Segre, ricordando a tutti che la città scaligera è medaglia d'oro per la resistenza.Quando gliel'hanno riferito Liliana Segre ha commentato: "Una via Almirante a Verona? Oh, povera strada! Mi chiedo se sia lo stesso Comune. Le due scelte sono di fatto incompatibili, per storia, per etica e per logica. La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l'una all'altra. Questo no, non è possibile!" 
A proporre la via ad Almirante è stato il presidente del consiglio comunale e deputato di Fratelli d'Italia, Ciro Maschio, appoggiato da tutto il centrodestra.
L'opposizione alla via ad Almirante ha "ragione giuridiche, storiche e politiche", scrivono i soci fondatori de "La città che sale". "La vita, le scelte, i valori e le azioni di Giorgio Almirante non sono stati in nessun caso, né durante il fascismo, né durante la Repubblica, "testimonianza dello sviluppo materiale e civile", requisito esplicitamente previsto dalla normativa comunale

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