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25 ottobre 1992: muore a Parigi Giorgio Locchi

Romano, morto 69enne nel 1992 in quella Parigi da cui era stato per oltre trent’anni anni corrispondente del “Tempo”, Giorgio Locchi è considerato uno dei padri di quella Nuova Destra che è stata spesso definita “Neopagana”.
L’assunto di questo filone di pensiero è infatti l’esistenza di un ancestrale residuo “pagano” che il cristianesimo non sarebbe riuscito a cancellare dall’inconscio collettivo europeo, e che dovrebbe dunque essere proiettato nel futuro per sovvertire il presente. 
La conseguenza è una visione politica allo stesso tempo ultra-rivoluzionaria e ultra-reazionaria, che oggi è identificata soprattutto nel nome di Alain de Benoist. Ma questo nume tutelare, in Italia ispiratore di personalità come Marco Tarchi e Eduardo Zarelli, in effetti fu lui stesso segnato dalla frequentazione di Locchi. Assieme al quale, tra l’altro, firmò nel 1979 il famoso pamphlet “Il male americano” [il pesante intervento editoriale sul sintetico testo di Locchi da parte di de Benoist causò la rottura personale tra i due, ndb]. LEGGI TUTTO

Per approfondire i suoi libri

Il pensiero dell'origine

Da qualche anno, il nome di Giorgio Locchi sembra essere parzialmente uscito dal dimenticatoio, grazie soprattutto all’opera dei pochi «devoti» – se ne contano sulle dita di una mano – che hanno organizzato ristampe, approfondimenti e convegni sul pensatore romano. Sottrarre un nome all’oblio, tuttavia, è cosa relativamente semplice. 
Più difficile è far sì che quel nome non sia solo un «nome» da recitare in una stanca litania di padri nobili, magari l’uno in contraddizione con l’altro, bensì l’origine di un germoglio di pensiero, qualcosa che dia frutti, che cambi realmente il modo di pensare delle persone, che apra piste e prospettive nuove sul presente, sul passato e sul futuro. LEGGI TUTTO
Adriano Scianca/Il pensiero nazionale

Wagner Nietzsche e il mito sovrumanista

Da J. S. Bach a Richard Wagner la Musica tonale europea – in segreto conflitto con il Verbo – ha educato ad un sentimento nuovo del Tempo della Storia: tempo tridimensionale e non più lineare, in cui è ritrovata la pienezza dell’umano e del suo divenire. Da questo sentimento è scaturita una visione-del-mondo nuova, che ha per la prima volta invaso il dominio del linguaggio con l’opera artistica di Richard Wagner e, subito dopo, con quella filosofica di Friedrich Nietzsche
Nasce così il Mito sovrumanista e con esso entra nella storia il vasto movimento spirituale, artistico, filosofico, infine politico che, in conflitto con la bimillenaria tendenza umanistico-egalitarista, ha dominato il XX secolo europeo. Il saggio di Giorgio Locchi mette in luce la lunga gestazione « musicale » del Mito, ne coglie la nascita e ne analizza le strutture, così tra l’altro permettendo una più esatta comprensione della « parentela » che unisce Nietzsche a Wagner.
Passaggio al bosco editore

L'essenza del fascismo



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