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Le foibe, una bocciatura e i poliziotti del pensiero - 2a edizione


Fernando Incitti è il responsabile del Blocco studentesco per la provincia di Frosinone. E' stato l'unico bocciato al liceo scientifico di Ceccano. "Dopo aver svolto una dignitosa prova all'esame orale - scrive su Vivamafarka il segretario provinciale di Casa Pound - con tanto di testimoni e di "in bocca lupo" per il continuo degli studi universitari da parte della commissione.  Invece, giorni dopo, la spiacevole "sorpresa": il tema sulla tragedia delle foibe non era ''piaciuto'' alla commissione, è questo quanto trapela da un addetto ai lavori, e proprio questa parte di esame è stata decisiva per la votazione finale".
I commissari (del popolo) alla cultura non mi sono mai piaciuti e quindi ho chiesto alla vittima della psicopolizia di raccontarci come è andata. Con l'augurio che il Tar faccia giustizia.



Il giorno della prima prova, il 22 giugno, nel Liceo Scientifico Martino Filetico di Ceccano (Frosinone), scelgo di eseguire il tema storico sull'orrore delle Foibe e delle controversie che hanno colpito il confine orientale italiano, dall'impresa di Fiume fino agli anni seguenti all''orrore messo in atto dai partigiani titini . Mi soffermo soprattutto appunto sull'impresa di D'Annunzio e dei suoi legionari, sull'avanzata jugosvlava verso i nostri confini, sulll'orrore delle Foibe, sul dramma dell'Esodo e degli esuli dimenticati ed abbandonati in quegli anni (sulla responsabilità dei partigiani della Brigata Garibaldi) e sul silenzio successivo durato decenni. Il tema è scritto molto bene formalmente, è lineare e scorrevole. I professori non possono danneggiarmi più di tanto ed infatti ottengo la minima sufficienza (comunque vergognosa) nella valutazione. Sono l'unico su 24 persone a scegliere questo tema storico. 

Questo è il testo del tema:
Quante lacrime hanno versato le terre d'Istria, Fiume e Dalmazia. La loro è una storia drammatica, infinita, per molto tempo dimenticata; ma soprattutto eroica. Oggi quelle terre vengono denominate Croazia, Slovenia; la bellissima Ragusa viene chiamata Dubrovnik; per molto tempo sono state chiamate Jugosvlavia; per spiegarne le ragioni bisogna partire da lontano ed andare ad analizzare tutte le controversie che hanno colpito il confine orientale italiano nel Novecento. Anno 1919: Gabriele D'Annunzio non accetta che la città di Fiume non sia parte del Regno d'Italia. In un Europa ancora lacerata dalle ferite del primo conflitto mondiale, il Vate ed i suoi volontati, molti dei quali denominati ''Uscocchi'', assediarono la città di Fiume fino ad arrivare alla sua occupazione tra dinamismo e fervore giovanile. Il Regno d'Italia intervenì contro D'Annunzio e le sue truppe che abbandonarono la città dopo un estenuante resistenza. Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale l'Italia Fascista annette all'Impero l'Albania ed estese i suoi territori fino ai pressi della Grecia. Il declino italiano ebbe ufficialmente inizio con la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943 con le truppe alleate. Con le truppe dell'Asse in difficoltà su tutti i fronti ed un'Italia divisa a metà, le truppe jugosvlavo-comuniste del Maresciallo Tito avanzarono verso Trieste senza avere pietà di tutto ciò che poteva definirsi italiano. Qui ebbe inizio l'orrore. Tito ed i suoi soldati pianificarono un vero e proprio genocidio nei confronti delle popolazioni d'Istria, Fiume e Dalmazia. A migliaia furono rastrellati e gettati in alcune gigantesche fosse naturali del terreno: le Foibe. Alla fine le vittime saranno circa ventimila; loro unica colpa: essere italiani. I partigiani italiani della Brigata Garibaldi parteciparono all'attuazione di questo crimine. La città di Trieste divenne il confine d'Italia. A partire dal 1948 più di trecentomila istriano-dalmati furono costretti ad abbandonare le loro case e la loro terra. Tito aveva deciso che ogni componente italiana di quelle terre dovesse diventare jugosvlava. Tristissimi furono i casi delle navi e dei treni degli esuli respinti come ad esempio a Bologna dai comunisti locali. La nuova Repubblica Italiana ed Alcide De Gasperi non resero mai noto al mondo questo orrore. Più di sessant'anni di silenzi e di bugie. Vergognoso il fatto che molti politici italiani non furono d'accordo a rendere ufficiale il Giorno del Ricordo. Adesso molti degli esuli vivono in tutta Italia e non hanno più potuto abbracciare la loro terra. Le menzogne e le crudeltà non potranno mai negare il fatto che in Istria, Fiume e Dalmazia anche le pietre parlano italiano.
Nei giorni seguenti alle prove scritte e prima del colloquio orale, vengo contattato da alcuni professori che mi comunicano che la commisione esterna ed il presidente della commissione non hanno gradito il mio tema sule Foibe, non formalmente ma bensi ''idealisticamente''. Comincerò a ''pagare'' con la valutazione complessiva delle prove scritte. In quei giorni mi viene ripetuto frequentemente che non sono gradito alla commissione. Il giorno del colloquio, il 10 luglio, svolgo una dignitosa prova, argomento il mio esame da D'Annunzio a Nietzsche , dal Futurismo ad Apollinaire, dalla rivoluzione Italo-Fascista alla Guerra Civile Spagnola. Durante il colloquio ricevo continue provocazioni. Prima di abbandonare l'aula mi vengono segnalati gli ''errori'' del tema: secondo i professori il dramma dell'Esodo è una pseudo-invenzione e non ''dovevo permettermi di condannare'' il silenzio durato decenni. Alla fine ricevo addirittura "in bocca lupo" per il continuo degli studi universitari da parte della commissione. Torno a casa con il solito ''veleno'' nelle vene, ma abbastanza soddisfatto e tranquillo per gli esami svolti. Qualche giorno dopo la notizia: sono l'unico di 5 classi a non aver superato l'esame secondo la commissione. ''Forse'' ho ''pagato'' per le mie idee e per le mie attività come è frequentemente successo da quando frequento il liceo, portandomi dietro per anni quella gogna che che tenta di spegnere (inutilmente) l'ardire di tanti giovani italiani che non abbassano la testa.
Fernando Incitti

3 commenti:

  1. La scuola dovrebbe essere il tempio della cultura e quindi anche della libertà di pensiero. Nell'Italia orgogliosamente "democratica", a oltre 65 anni dalla fine della guerra, il tema di uno studente non viene giudicato sulla base di criteri oggettivi, bensì sulla sintonia di quanto scritto nell'elaborato con il pensiero dei commissari d'esame. Veramente desolante e il fatto che a rendere, si spera, giustizia al nostro esaminando debba essere un organo della magistratura, in questo caso il TAR, la dice veramente lunga sullo stato in cui versa la nostra povera Italia.

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  2. Stima e vicinanza Ideale a Fernando.
    Massimo da Bolzano

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  3. Il tema della "foibe" è da sempre controverso in Italia, sinceramente i documenti e le testimonianze ci dicono che in quei territori fu pulizia etnica contro gli italiani, del resto furono infoibati anche partigiani italiani comunisti. Quello che nn si è voluto capire per tanto tempo qui da noi è che per gli slavi di quelle regioni la "pulizia etnica" è una soluzione radicale per risolvere una questione di etnia confinante. L'Italia era in una posizione di debolezza estrema dopo una guerra perduta e gli americani e gli inglesi nn volevano problemi con Tito che aveva scelto pur sempre di nn entrare nell'orbita di Mosca e quindi andava assecondato, come sempre gli innocenti pagarono per tutti...e nel silenzio !! E' vero che sulla questione calò una cortina di silenzio, credo per diversi motivi tra i quali quello di nn irritare Tito perchè nn aderisse al Patto di Varsavia, e anche perchè il partito comunista italiano nn aveva interesse a fare sapere che uno stato "fratello" si era macchiato di genocidio verso italiani inermi . Penso che le cose siano andate all'incirca così.

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