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Scambio di Mancini. Ma a morire è "er Principe", non l'Accattone

 


È durato alcune ore il 'giallo' sulla morte di un ex membro della banda della Magliana. Nel pomeriggio di ieri era circolata la notizia della scomparsa di Antonio Mancini, conosciuto come 'Accattone' e 'zio Nino', tra i personaggi di spicco della Banda che terrorizzò Roma (nella foto). È l'uomo che ha ispirato, tra l'altro, il personaggio di 'Ricotta' nel libro 'Romanzo Criminale'. Mancini, 75 anni, collaboratore di giustizia dal 1994, ha però smentito la notizia del suo decesso scherzando in chat con alcuni conoscenti.

È stato così, prima di tutti, il giornalista Gianluca Zanella a diffondere la smentita, attraverso la pagina facebook Dark Side - Storia Segreta d'Italia. Chiaro il messaggio: "Dicono che Antonio Mancini sia morto. L'abbiamo appena sentito al telefono, è vivo e vi saluta tutti".

Alle 23.30 è l'AdnKronos a riportare le parole di Mancini, riprese da una chat di conoscenti. "Dicono che sono morto a 85 anni Pertanto c'ho altri dieci anni assicurati..."

Nella notte, poi, a chiarire l’equivoco è stato il figlio del vero morto: Luciano Mancini, ex esponente della banda, detto 'er Principe': "in queste ore nel dare conto della morte di mio padre, Luciano, c'è stato un errore di comunicazione, legato al fatto che il mio papà aveva lo stesso cognome del collaboratore di giustizia Antonio Mancini, anche lui componente della banda della Magliana, il quale invece è vivo".

 Er principe aveva 88 anni ed era stato considerato in passato un investitore dei capitali che provenivano dall'organizzazione criminale. Pino Nicotri lo definisce "cravattaro e affarista che lavorava con l'altro granda cravattaro, Domenico Balducci. 'Er principe'  abitava a 50 metri dal palazzo di via Montalcini, dove fu tenuto prigioniero e ucciso Aldo Moro. Era sposato con Mirella Fabiani, la sorella di Amleto, detto "er voto". Ucciso nell'aprile 1980 perché durante una lite in un bar aveva rotto una bottiglia in testa a "Marcellone" Colafigli. A tradirlo Manlio Vitale, "er Gnappa", il referente della banda della Magliana a Garbatella e Tor Marancia. Lo attira in trappola con la scusa di una facile rapina. "Er Gnappa" resta attivo ancora oggi: l'ultimo arresto risale al 2016, come capo di una banda di rapinatori

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