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Dopo Brescia/1 Brogi: aprire gli archivi

Vogliono avvilire un’intera generazione.

 Ora aprite tutti gli archivi

di Paolo Brogi (www.brogi.info)
venerdì, novembre 19th, 2010
Aprite gli archivi. Togliere i vari livelli di secretazione. Dopo la sentenza di Brescia un’intera generazione – quella di allora – e le altre che sono venute dopo è oggi alle prese con una mortificazione inaccettabile: l’archiviazione di fatto, per mancanza di prove, dello stragismo e delle pagine più buie degli anni ’60-‘70-’80.
Che fare dunque? E’ accettabile che gli archivi siano frequentabili solo per la decadenza del segreto di stato? O non è forse necessario che si aprano gli archivi in generale? E che si tolgano i vari livelli di secretazione introdotti nei documenti?
Il giudice Guido Salvini, intervistato a caldo dopo Brescia, ha detto: bisogna che gli americani aprano gli archivi della Cia ecc.
Ieri sul Manifesto lo storico Giorgio Boatti ha riproposto la questione dicendo molto semplicemente: perché non fare in Italia una legge fotocopia del Freedom Information Act?
Comunque sia, il senso è uno solo: aprire gli archivi. E consentire così a storici, giornalisti, tecnici del diritto e anche semplici utenti di verificare un po’ meglio le carte della stagione del sovvertimento antidemocratico in Italia.
L’appello è dunque rivolto a familiari delle vittime delle stragi, innanzitutto, che si spera vogliano farsi carico di questa richiesta rivolta alle istituzioni italiane ma anche a quelle di Oltreatlantico.
E con loro l’appello  va ai giornalisti che si occupano di queste cose, agli avvocati e ai giudici impegnati in prima linea sul fronte delle stragi, ai rappresentanti politici che avvertano questa impellente esigenza.
Altrimenti dovremmo gettare per sempre la spugna? Non è possibile.

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