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Ken Follet ci racconta la vita avventurosa di Albert Spaggiari

Saluto con gioia ogni indizio dell'avvicinarsi di un'età più virile un'età bellicosa che in primo luogo renderà il dovuto onore al valore. 


Il primo capitolo del libro che Ken Follet e R. L. Maurice dedicano a "La grande rapina di Nizza" comincia con una citazione di Friedrich Nietzsche, il filosofo preferito del protagonista, di cui si racconta la vita precedente il colpo che lo consegnerà alla storia e al mito

 L'INFANZIA INFELICE

Albert Spaggiari nasce nel 1932 nel villaggio di Laragne, sulle Alpi francesi. Perde il padre alla tenera età di due anni e mezzo; sua madre, donna benestante e indipendente, si trasferisce con Albert a Hyères, nei pressi di Tolone. Vi apre un piccolo negozio di biancheria per signora, che chiama Caprice des Dames. Il negozio va bene ma questa donna tanto amante dell'indipendenza si risposa. Albert odia il suo patrigno. In un primo momento frequenta la locale scuola elementare Anatole France, ma è molto indisciplinato e il patrigno lo spedisce al St.-Joseph-Institut, una scuola pri vata nota per la sua severità. Albert è molto infelice.
A dodici anni tenta la prima fuga. Quando la polizia lo riporta a casa, sua madre scrive al direttore del collegio: ´Bert è un bravo ragazzo. E' onesto, coraggioso e fedele. Per quanto impulsivo, non è un attaccabrighe. A quindici anni passa al ginnasio Jean Aicard. E' uno studente mediocre ma sviluppa una grande passione per la letteratura, soprattutto per i saggi politici e i romanzi d'avventura. E dimostra davvero tanta fantasia. Mentre spara col fucile ad aria compressa alle scatole di latta, immagina che i suoi bersagli siano persone in carne e ossa. Eppure, a differenza dei suoi compagni di scuola, non fa mai fuoco su uccelli o altri animali. 

1950: VOLONTARIO IN INDOCINA

Nel corso delle sue letture si imbatte nel bandito Salvatore Giuliano, eroe popolare siciliano degli anni Quaranta. Divora nel vero senso della parola tutta la carta stampata disponibile su Giuliano. Sogna di arrivare un giorno all'altezza del suo eroe. A sedici anni se ne va un'altra volta. La sua meta è l'Italia. Raggiunge la Tunisia via mare e percorre in autostop le coste nordafricane finchè non trova un imbarco per la Sicilia. Ma il viaggio termina già alla frontiera italiana: Bert finisce in prigione e, un paio di giorni dopo, lo rispediscono dal suo odiato patrigno, pieno di cimici e pidocchi. Il biglietto che aveva lasciato sul tavolo da cucina prima di partire lascia già intravedere la sua futura filosofia: ´La cause en vaut les moyens, il fine giustifica i mezzi. 
Ci sono molti ragazzi indisciplinati e ribelli che non vogliono dar retta ai genitori e, come Albert, sognano grandi avventure. Ma in massima parte con la maturità questi si risvegliano dai loro sogni. Albert Spaggiari invece no. Non crescerà mai. Nel 1950, all'età di diciotto anni, si arruola volontario nel corpo dell'esercito francese diretto in Indocina. All'epoca i francesi non hanno ancora lasciato il Vietnam e gli americani non ci sono ancora arrivati. L'Asia è esattamente quel che Spaggiari aveva sperato. Vuol vedere il mondo, e qui può placare la sua sete di avventure. In quest'ambiente coloniale inoltre, terreno fertile per i suoi ideali estremistici di destra, egli troverà la sua patria politica. Se ne accorge subito. Lo assegnano al terzo battaglione di paracadutisti, un'unità scelta. E' insignito di tre decorazioni ma non va al di là del grado di caporale. Questo perché aborrisce ogni ordine che non riesce a comprendere. 

1954: LA PRIMA CONDANNA PER FURTO

Nel 1954 Albert è condannato a quattro anni di carcere per furto. Si è recato con quattro commilitoni in un bordello di Saigon. Nel giro di pochi minuti è nata una vera e propria rissa. Mentre gli altri scomparivano, Albert è rimasto e ha preso la cassa del locale. Tutte le persone coinvolte hanno poi affermato che nel bordello li avevano imbrogliati e Spaggiari si era solo ripreso il maltolto. Ma per il tribunale militare l'intervento di Spaggiari sulla cassa del locale rimane un furto. Il verdetto: colpevole. Mentre infuria la battaglia di Dien Bien Phu, in cui 20.000 soldati scelti francesi sono annientati dall'esercito di contadìni guidato da Ho Chi Minh, Spaggiari è prigioniero a bordo del Pasteur. Diretto in patria, ma in catene. Lascia il carcere nel 1957, in seguito a un'amnistia. Torna da sua madre a Hyères e conduce una vita borghese nell'abitazione sopra il negozio.

1957: LE NOZZE CON AUDI

Conosce Marcelle Audi, una giovane infermiera. La sposa. Audi - Albert la chiamerà sempre per cognome - è una ragazza piccola e schietta, con i capelli bruni e gli occhi scuri. Vivace energica e precisa la tipica infermiera. Porta perlopiù abiti semplici, ma di gusto e curati. E' di buon cuore e il suo fascino ti conquista. A differenza di Albert, ha un carattere riservato. Preferisce osservare e ascoltare piuttosto che mettersi in mostra. Un matrimonio non nasce necessariamente sotto la stella di un amore imperituro. A unire i due sono semmai una profonda e fervida amicizia, più lealtà che fedeltà, e le stesse idee politiche. Audi diviene presto un'ancora per la vita tempestosa di Spaggiari. I redditi di lui sono piuttosto saltuari e Audi, con la sua professione di infermiera, gli garantisce il sostentamento. Per un certo tempo pare quasi che Spaggiari si sia rassegnato alla vita borghese, ma in realtà la vita di paese lo soffoca. Un bel mattino di primavera il richiamo dell'avventura si fa irresistibile. Fa i bagagli e sale con Audi su una nave per Dakar, capitale del Senegal, all'epoca ancora colonia francese. Trova lavoro come ramaio. Audi fa l'infermiera. Hanno puntato tutto su una carta sola, vogliono fare fortuna. Ma la fortuna non arriva. 

1960: IL RITORNO IN FRANCIA

Nel 1960 tornano in Francia, sconfitti. Si trasferiscono a Nizza e prendono casa sulla route de Marseille, in un sobborgo operaio. In Francia le infermiere possono esercitare la libera professione e Audi mette su un ambulatorio: pratica vaccinazioni, somministra iniezioni di ogni tipo ed esegue medicazioni di pronto soccorso. Spaggiari tenta la fortuna come sensale di terreni, ma il successo non gli arride. E' il periodo dei sommovimenti politici africani. Gli europei si ritirano dalle loro colonie, in parte controvoglia, in parte di propria spontanea volontà, con difficoltà più o meno grandi. Nell'Algeria francese imperversa una guerra assassina, i bianchi del paese prendono le armi contro l'espropriazioni. Spaggiari si arruola nell'Organisation Armèe Secrète, la famigerata OAS. Come l'IRA in Irlanda, anche l'OAS accoglie militanti di varie tendenze politiche che comunque fanno tutti riferimento alla destra estremista. L'OAS è articolata in parecchi gruppi. Tra questi la Catena, che aiuta i membri dell'organizzazione a fuggire la polizia, o il Commando Delta, l'organizzazione killer dell'esercito segreto. Con dozzine di rapine in banca, essa contribuisce anche al finanziamento dell'OAS. Quando l'Algeria ottiene definitivamente l'indipendenza l'opinione pubblica non sente più parlare dell'OAS, che pure rimane un bacino di raccolta per radicali di destra e neonazisti. Spaggiari vorrebbe tanto entrare nel Commando Delta, ma i dirigenti di questa unità speciale non lo ritengono abbastanza degno di fiducia. Problema questo che lo perseguiterà anche in futuro. I membri dell'OAS odiano il generale Charles de Gaulle. In quanto uomo di destra, si era pronunciato in passato per un'Algeria francese, ma una volta presidente della repubblica si piega alla realtà. Lascia cadere l'Algeria francese come una patata bollente. L'OAS si sente tradita e venduta. 

1961: UN ORDINE MANCATO SALVA DE GAULLE

Nel 1961 Spaggiari incontra in gran segreto, in una piscina di Madrid, Pierre Lagaillarde, ex dirigente degli studenti algerini di destra. Spaggiari a Lagaillarde: ´Sono sempre a sua disposizione. Eseguirò qualsiasi operazione mi venga ordinata!. Nel novembre dello stesso anno Spaggiari vede avvicinarsi la sua grande occasione. L'odiato presidente de Gaulle annuncia la sua visita a Hyères. La vettura ufficiale passerà anche davanti al Caprice des Dames, il negozio di biancheria della mamma di Spaggiari. Albert scrive una lettera e la spedisce dalla città italiana di Ventimiglia, alla frontiera con la Francia. Raccomandata, ma sulla ricevuta scrive un nome falso. Eccone il melodrammatico testo: ´Tenente Lagaillarde, attendo da lei un unico ordine: quello di procedere all'esecuzione!. Spaggiari arriva a Hyères la mattina dell'8 novembre 1961. 
Viene da Nizza. Le saracinesche dei negozi sono abbassate, tutti attendono l'eminente visita. Albert si procura di nascosto la chiave del negozio di biancheria. Colloca una motocicletta nel cortile della madre, per la fuga. Poi si reca nell'abitazione vuota al primo piano. Si orienta senza problemi: ci ha vissuto per anni, in fin dei conti. Si mette alla finestra, con un fucile Mauser in mano. Sono quasi le quattro del pomeriggio quando il convoglio del presidente svolta in quella che, per l'occasione, è stata ribattezzata avenue Charles de Gaulle. Nonostante lil maltempo il presidente è in piedi sulla sua limousine, sorride e fa cenni alla folla esultante. Alle quattro in punto de Gaulle entra nel mirino di Spaggiari, a meno di cinque metri di distanza da lui: un colpo facile per il migliore tiratore dei paracadutisti del terzo battaglione Vietnam. Ma Spaggiari non preme il grilletto. Lagaillarde non gli ha fatto pervenire l'ambito ordine di procedere all'esecuzione. Il capo dell'OAS non ha preso sul serio il teatrale Spaggiari e la sua lettera. Per la prima volta nella vita Spaggiari ha rispettato l'autorità di un altro: il silenzio di Lagaillarde. 

1962: ARRESTATO PER IL COVO DELL'OAS

Nel marzo del 1962 la polizia perquisisce una villa a Villefranche-sur-Mer, una delle località più belle della Costa Azzurra, tra Nizza e Cap Ferrat. I poliziotti trovano un torchio per la stampa con cui sono realizzati i volantini dell'illegale OAS nonché un deposito di armi. Arrestano un piccolo gruppo di estremisti, tra cui anche Spaggiari. Il tribunale del dipartimento Alpes-Maritimes lo condanna a quattro anni di detenzione. Lo rinchiudono nel carcere di St.-Martin, sull'isola di Rè. Gli altri se la cavano con la condizionale. Non è chiaro perchè Spaggiari sia l'unico a dover scontare la condanna. Pare comunque che le autorità abbiano saputo del tentativo di attentato a de Gaulle. 

1966: IL RITORNO ALLA LIBERTA'

Nel 1966 è rilasciato e torna dalla moglie e dagli amici di Nizza. Si occupa di fotografia e apre un negozietto sotto l'ambulatorio della moglie, in route de Marseille numero 56. Chiama il negozio Photo la Vallière. Passa le sue serate tra bar e bistrot. Ha spesso occasione di parlare con gli amici dell'OAS o commilitoni del Vietnam. Aderisce infine a una nuova organizzazione di estrema destra, la bizzarra Fraternità Armata SS. Durante questo periodo compie frequenti viaggi a Monaco di Baviera, considerata allora il centro del neonazismo tedesco. Audi racconta che il marito si trova a Monaco per imparare il tedesco, perchè intenderebbe lavorare come interprete. E' evidentemente un pretesto. Tra l'altro Spaggiari non ha mai imparato il tedesco né ha mai cercato di ottenere un posto di interprete. Questa parte della sua vita è sfumata come le altre.
Da alcuni indizi emerge che avrebbe allacciato contatti con molti esponenti dell'estrema destra europea, ma pare che abbia avuto rapporti anche con la CIA. Si lega ai neofascisti italiani ed è sospettato di aver preso parte a traffici illeciti di armi.

1968: SOTTO FALSO NOME A PRAGA

Nel 1968, quando i carri armati russi avanzano per le vie di Praga, Spaggiari soggiorna sotto falso nome e con falsa tessera di giornalista in Cecoslovacchia. Lui stesso accenna a questo soggiorno soltanto in maniera vaga: ´Dovevamo fare qualcosa per i nostri amici cechi, dice. ´Dovevamo aiutare i patrioti della CSSR” Si dimostra fotografo di talento. Va in Nordafrica e vive qualche tempo tra i nomadi del Sahara, dove fotografa la loro vita dura. La sua attività di fotografo gli permette infine di accedere all'alta società nizzarda. Ottiene lo status ufficiale di ´fotografo di corte dell'amministrazione comunale. E certo non è esagerato affermare che Nizza, allora come oggi, è governata dall'OAS. Per la prima volta in vita sua Spaggiari si sente accettato. La sua posizione gli permette di sedere allo stesso tavolo dei ricchi e banchettare e brindare con loro. Comincia a vivere alla grande e la sua prodigalità nell'offrire da bere diventa leggenda.

1972: LA FATTORIA CON IL RITRATTO DI HITLER

Nel 1972 compra una fattoria fatiscente nella foresta di Bèzaudun, non lontano da Nizza. Non la paga cara e procede alla ristrutturazione con l'aiuto di un'impresa locale. Cambia gli infissi, aggiunge balconi, ripristina il tetto e installa un moderno impianto di riscaldamento. Fa ampio uso di pietra viva, legno e tegole rossicce perché la casa si inserisca armoniosamente nel paesaggio. Prima che Spaggiari e Audi possano trasferirsi passano mesi. Entrambi amano molto la casa nuova. Decorano le pareti con armi che Albert comunque non usa mai. Non lo sfiora neppure l'idea di uccidere i conigli che gli rovinano la parte del giardino adibita a orto. E se Audi vuol ammazzare un coniglio lo deve portare al macellaio più vicino. Alla parete del soggiorno,` tuttavia, è appeso un ritratto di Hitler in scala maggiore del naturale, accanto a un emblema delle ss.
Quando Spaggiari torna a casa e parcheggia il suo Land Rover accanto alla quercia centenaria, Packa e Vesta, i suoi dobermann, gli corrono incontro felici, saltano sulla macchina e gli leccano le mani scodinzolando. La sera si siede davanti al camino scoppiettante e legge, spesso fino a tarda notte. Negli scaffali è allineata una cospicua biblioteca: Balzac, Zola, Flaubert e naturalmente Nietzsche. Proprio l'idillio che Spaggiari ha sempre sognato. Infine cede in affitto il negozio di fotografia al suo direttore e non si muove più da Bèzaudun. Sua moglie vi apre un nuovo ambulatorio e lui si dedica all'allevamento dei polli. Sembra di nuovo che voglia rappacificarsi col mondo. Ma l'apparenza inganna.

1974: NEL MIRINO DELLA POLIZIA

Nel 1974 la polizia comincia a sorvegliare un suo conoscente, il ventottenne Gèrard Rang. Biondo e ben piantato, Rang è il proprietario della famigerata discoteca ChiChi-Club, sul cui palcoscenico non manca neppure il sesso di gruppo. E' sospettato di aver messo in circolazione carnet di assegni falsi. La polizia ne ha rinvenuto uno proprio in un tombino del sex-club di Monsieur Rang. Alla polizia viene in mente che Spaggiari, estremista di destra, è amico di Rang e possiede un laboratorio fotografico in cui può senz'altro realizzare con procedimento fototipico libretti di assegni falsi. Nonostante le indagini, tuttavia, le prove raccolte non sono sufficienti per formalizzare un'accusa. Quello stesso anno Spaggiari prende una cassetta di sicurezza presso la Societè Generelè, in avenue Jean Mèdecin. Irrequieto, indisciplinato, affamato di avventure e invasato: come può un uomo ridursi così? Uno dei suoi migliori amici afferma, in proposito: ´Forse sarebbe stato diverso se fosse diventato padre. Lo avrebbe maturato e calmato. Niente da fare. Audi non può avere bambini. Si danno da fare per un'adozione, ma le autorità non affidano bambini ai membri di un'organizzazione clandestina. A rendere impossibile l'adozione ci sono inoltre le due condanne. Lui vuole un bambino, questo è certo. ´Le ho tentate tutte. Ma in quanto membro dell'OAS, è impossibile!, dice scrollando le spalle, rassegnato.

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