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Andrea Camilleri: sono stato fascista e non me ne vergogno


È morto, a 94 anni, lo scrittore Andrea Camilleri. Lo comunica la Asl Roma 1 «con profondo cordoglio», precisando che il papà del Commissario Montalbano si è spento alle 08.20 di questa mattina presso l’Ospedale Santo Spirito.
«Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali. Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio»

Vogliamo ricordare Andrea Camilleri con un articolo pubblicato il 12 maggio del 2000 dall'agenzia Adn Kronos dove affermava di essere stato fascista e di non vergognarsene, ricordando come fosse diventato successivamente un uomo orgogliosamente di sinistra.

Torino, 12 mag. (Adnkronos) - Andrea Camilleri, poco piu' che ragazzino, scrisse a Benito Mussolini per chiedere di partire volontario in Africa. Alla fine degli anni Trenta, alla vigilia dei 14 anni, prese carta e penna e dalla natia Porto Empedocle (Agrigento), mando' una lettera al Duce facendogli presente il suo desiderio di partecipare alla guerra in Abissinia. E' stato lo stesso scrittore, oggi settantacinquenne con una lunga militanza nel Pci alle spalle, a rivelare questo suo peccato di gioventù durante un affollato incontro alla Fiera del Libro di Torino, dove e' stato uno dei primi ospiti d'onore.
Lo scrittore siciliano, autore della saga del commissario Montalbano, tra i libri piu' amati dagli italiani negli ultimi anni, ha lasciato libero corso ai ricordi, agli inizi della sua passione politica, nata proprio con il fascismo. Ben presto, pero', l'infatuazione per il regime mussoliniano svani'. Camilleri ne scopri' ''gli inganni'' e comprese come ''la realtà' fosse lontana dagli ideali di trasformazione sociale che l'ideologia fascista sembrava portare con se'''. Fu quella, ha detto il popolare scrittore intervistato dal giornalista Gianni Riotta, ''una crisi politica'' che investi' un'intera generazione: il risultato per Camilleri, come per molti altri, fu il passaggio al comunismo. ''Non mi vergogno di essere stato fascista - ha detto lo scrittore . Sono orgoglioso di essere stato e di essere un uomo di sinistra''.
Cosa pensa allora Camilleri della sinistra di oggi? ''La sinistra deve sforzarsi di capire la realtà le istanze di una società che cambia'', ha risposto. Una sinistra, dunque, ''senza timidezze'', libera da nevrosi nei confronti dell'''avversario'' e capace di ''riscoprire la grandezza della politica''. Camilleri può essere il leader di questa nuova sinistra, dall'alto del suo successo letterario? ''Non ci penso proprio'', ha risposto l'interessato.

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