A Milano volano gli stracci. Jonghi: meno poltrone a La Russa
(umt) "La Russa hai toppato, molla l'assessorato". E' durato poco l'aplomb nobiliare del barone Jonghi Lavarini. Ieri si è trattenuto dal motivare tra le cause della disfatta milanese la solenne trombatura, sfornata in occasione delle candidature, inferta a lui e alla sua componente di destra aristocratico-popolare. Oggi mette invece subito all'incasso la cambiale ai danni del ministro. Ora, checché tenti di asserire qualche leader nazionale particolarmente senza scuorno, la sonora sconfitta politica a Milano produce i primi spargimenti di sangue. Una delle verità di fede del berlusconismo è l'adorazione della Doxa.
E siccome l'inversione dei rapporti di forza tra Moratti e Pisapia si è consumata a partire dall'infausta offesa televisiva, il primo straccio a volare è stato quello griffato della Santanché come segno di svolta moderata nella gestione della campagna per il ballottaggio. E la porta(male)parole del più assatanato berlusconismo è uno dei cavalli di razza della scuderia La Russa. Comunque la pessima performance del "genero" è letta da Jonghi Lavarini come sfaldamento del peso elettorale della componente e quindi della necessità di ridimensionarne radicalmente il peso al tavolo delle spartenze.
E siccome l'inversione dei rapporti di forza tra Moratti e Pisapia si è consumata a partire dall'infausta offesa televisiva, il primo straccio a volare è stato quello griffato della Santanché come segno di svolta moderata nella gestione della campagna per il ballottaggio. E la porta(male)parole del più assatanato berlusconismo è uno dei cavalli di razza della scuderia La Russa. Comunque la pessima performance del "genero" è letta da Jonghi Lavarini come sfaldamento del peso elettorale della componente e quindi della necessità di ridimensionarne radicalmente il peso al tavolo delle spartenze.
Il Ministro Ignazio La Russa, a Milano, vale 1651 preferenze, ovvero quelle ottenute, al Consiglio Comunale, nel Popolo della Libertà, dal suo candidato-nipote, super sostenuto e super sponsorizzato, Marco Osnato. Altro che 30% del PDL, La Russa ormai controlla meno del 10% del consenso del Popolo della Libertà, neanche un terzo dell'ex elettorato di Alleanza Nazionale. La Russa è oramai un gigante con i piedi di argilla e non potrà più, con il 10% dei consensi, gestire il 30% dei posti di potere (candidature, assessorati, nomine, consigli di amministrazione e consulenze). Su questo punto sono assolutamente d'accordo anche Stefano Di Martino, Riccardo De Corato e Carlo Borsani: insieme, lo faremo presente a Berlusconi, Formigoni, Podestà ed alla Moratti, sperando che sia rieletta Sindaco di Milano. Basta con le rendite di posizione! Ognuno sia padrone del proprio destino e del proprio consenso!Ps: Devo ammettere un errore: avevo interpretato la cazzata della Moratti un effetto dei rapporti di forza sfavorevoli e invece ne è stata la causa.
Roberto Jonghi Lavarini
Yoghi Lavandini sta bene dove sta, proprio dietro al papi: se il Berlusca si fermasse di colpo la lingua di Yoghi gli salirebbe di mezzo metro su per il culo...
RispondiEliminaYoghi... abbiamo capito da un pezzo di che pasta sei fatto.
il barone nero è assolutamente matto ed ingestibile, spesso provocatorio e rompiballe ma sicuramente non è arrivista e leccaculo. con i suoi contatti politici e le sue amicizie autolocate, avesse voluto sarebbe perlomeno deputato. invece lo jonghi di urnavas non resiste a parlare a ruota libera, a dire quello che pensa, anche se, spesso sono delle emerite stronzate. dopotutto meglio lui di tanti altri.
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